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Vaticano:la morte cerebrale non è fine della vita
Lopez, quello sull\'anima era un excursus forse un po\' OT.In ogni caso ritorniamo al quesito iniziale: \"Vaticano: la morte cerebrale non è fine della vita\", tutti insorgono, noi cerchiamo di arrivare ad una conclusione.Siamo tutti d\'accordo che vivere necessita di uno sforzo in più rispetto al mero esistere. Almeno per gli umani. Il morto cerebrale è un individuo che esiste ma non vive, e su di questo credo ci siano pochi dubbi.Allora abbiamo definito vita umana (o anima umana, ma ripeto è solo una ciliegina sulla torta) ciò che corrisponde alle sue funzioni cognitive superiori, dalla memoria alle emozioni, alle capacità organizzative, di espressione, di elaborazione, di autocoscienza in senso più lato, eccetera eccetera.Ovviamente ne parliamo solo a titolo di indagine e ragionamento, visto che nessuno si propone di risolvere in un forum di futurimedici, una volta per tutte, i grandi problemi dell\'etica umana.Nell\'ottica di indagine, quella conclusione, quella definizione non è poi tanto tanto sballata, visto che anche facendo la prova inversa, la si trova confermata. Se prendi uno zoppo, magari gli manca una gamba, ma è ancora un uomo. Idem per il cieco, per il sordo, per il muto. Anche per un malato terminale di quella brutta malattia che è la SLA, che può muovere solo gli occhi e spesso neanche più quelli, tu dirai che è ancora un uomo, visto che i suoi sentimenti, le sue funzioni intellettive, le sue aspirazioni, le sue gioie e i suoi dolori, spesso la sua capacità di comunicare, sebbene con plurime difficoltà, stanno ancora tutte lì.D\'altra parte (questo nodo è cruciale) bisogna pure individuare anche un piccolissimo puntolino fisico, materiale, che consenta di definire cos\'è una vita umana. Altrimenti, se dal nostro \"manichino\" eliminiamo un organo per volta, e li eliminiamo tutti, che cosa rimane dell\'uomo se non \"l\'idea\" dell\'uomo stesso?In base a questa definizione, se due più due fa sempre quattro, il bimbo anencefalico esiste, ma non vive; e questo tra l\'altro è il motivo per cui l\'anencefalico è diverso dagli altri suoi coetanei, per definizione (altrimenti non avrebbe nessun problema!), quindi non stiamo dicendo niente di nuovo.Ora però tu fai un\'ulteriore osservazione.Ne consegue che un neonato anencefalo nasce sprovvisto di anima quindi non ha lo status di indivuo umano, non è una persona, e non ha nessun diritto, potrebbe essere considerato un preparato biologico, un insieme di organi da espiantare.Qui le cose si complicano in maniera sesquipedale, perchè bisogna fare un po\' di ordine su cosa intendi per individuo, per persona, su quali intendi che siano i diritti, su cosa sia un preparato biologico (visto che tutti noi siamo \"preparati biologici\").Ancora, non contento, infierisci:Ma più in generale se l\'animazione avveniene in un sistema nervoso sviluppato, prima che questo ci sia non dovresti essere contrario all\'aborto o agli esperimenti sugli embrioni dato che non essendosi l\'anima ancora incarnata non c\'è il principio vitale e quindi quella non è vita. Io sono contrario agli esperimenti sugli embrioni in quanto l\'embrione è un organismo in fieri, che ha la \"potenza\" di diventare un uomo di trent\'anni. E mi sembra eticamente scorretto segargli le gambe già a quell\'età. Invece un anencefalo non ha più nessuna potenza: non si può fare più niente, sarà sempre così finchè non morirà.Lo puoi paragonare (in questa ottica) ad un embrione non di 9 giorni ma di 9 mesi, con tutti i suoi diritti e il suo status di individuo.framaulo ha espresso, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, la seguente opinione:
Quindi secondo te normalmente l\'anima arriva durante la gravidanza, e se nel feto trova un cervello si incarna in esso, se invece come in questo caso non trova il suo substrato biologico non può incarnarsi e se ne torna nella \"divina oscurità\". Ne consegue che un neonato anencefalo nasce sprovvisto di anima quindi non ha lo status di indivuo umano, non è una persona, e non ha nessun diritto, potrebbe essere considerato un preparato biologico, un insieme di organi da espiantare. Poco importa se respira, si muove, piangono e alcuni riescono a deglutire e ad essere allattati. Inoltre dato che già dalla sedisecima settimana di gravidanza è possibile diagnosticare con certezza un\'anencefalia, non essendo il feto anencefalico una persona nè una \"persona potenziale\" perchè secondo te non ha la capacità intrinseca di diventarlo a causa della mancanza del substrato in cui l\'anima si incarna, non ci sarebbe nessun problema etico nell\'abortire. Ma più in generale se l\'animazione avveniene in un sistema nervoso sviluppato, prima che questo ci sia non dovresti essere contrario all\'aborto o agli esperimenti sugli embrioni dato che non essendosi l\'anima ancora incarnata non c\'è il principio vitale e quindi quella non è vita. Mi sembra chiaro che non posso essere d\'accordo con te.Non è che non ce l\'ha: ce l\'ha. Ma semplicemente non è riuscita ad incarnarsi perfettamente. Infatti se ne torna subito alla divina oscurità.
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Assolutamente. Qui si stava facendo un discorso più ampio, che puntava non tanto ad accertare la morte, quanto ad accertare la vita, che per certi versi (abbiamo visto) è ancora più difficile che accertare la morte.Un medico è tenuto ad accertare la morte non in base a quelle che sono le sue personali definizioni di vita ma in base a delle precise condizioni clinico-strumentali
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E invece dovresti pensare anche a questo...Sinceramente non ci voglio nemmeno pensare.
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