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Le implicazioni di tale divieto sono alcune:
-il medico non deve "rubare lavoro" ad altre figure che fanno già questo mestiere;
-il medico evitava di prendersi responsabiità e infamia da un intervento che, con i mezzi di allora, aveva quasi sempre esito quanto meno nefasto. (questa in effetti è un'implicazione non molto lusinghiera, ma tant'è...).
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-multato perchè va in bici contromano
Questo mi sembra sacrosanto, così come mi sembra sacrosanto che vengano multati i ciclisti sui marciapiedi e sugli attraversamenti pedonali.
Il concetto applicato al momento è che il ciclista, essendo "ecologgggico", fa un po' il cazzo gli pare, invece guarda un po' dovrebbe rispettare il codice della strada come tutti quanti.
Mai darsi per vinti! Mai arrendersi!
comandante Peter Quincy Taggart
Galaxy Quest, 1999
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[color=rgb(153, 0, 51)][color=rgb(0, 51, 153)]LITOTOMIA[/color][/color]
La prima menzione di questa tecnica probabilmente risale a Ippocrate, se il verbo "tagliare" che egli usò nel famoso Giuramento può essere interpretato nel significato "di eseguire un'operazione", e non , come ritengono alcuni, "castrare". Ad ogni modo, è chiaro che l'autore del Giuramento riserva tali interventi agli specialisti, facendo promettere agli studenti in medicina "Noi non taglieremo nemmeno coloro che soffrono del male della pietra, ma lasceremo questo compito a coloro che praticano la chirurgia".Ammonio di Alessandria, che fu celebre nel terzo secolo a.C., fu, secondo Celso (VII, 26, 3B),
l'inventore della litotripsia,tanto da guadagnare il soprannome di "litotomo" cioè "rompitore di pietre", un nome che fu in seguito usato erroneamente per riferisi a chiunque operava per asportare i calcoli vescicali. Quando la pietra era troppo grande, diceva Celso, essa doveva essere bloccata con un uncino e frantumata colpendola con uno strumento con una estremità piatta. Celso sottolineò che, per raggiungere il calcolo, il perineo non deve essere troppo spesso. Egli aggiunse che l'operazione deve essere condotta solo su bambini e adolescenti tra i 9 e i 14 anni (apparentemente a causa dell'incompleto sviluppo della prostata, ma Celso sicuramente questo non lo sapeva), solo in primavera ed in un posto ben riscaldato. Il paziente doveva seguire una dieta leggera per alcuni giorni, e digiunare il giorno prima dell'operazione. Il paziente veniva poi fatto sdraiare su un tavolo e tenuto fermo da uno o due assistenti in una posizione che esponesse bene in vista il perineo; cosce in alto e completamente divaricate, con i polpacci ripiegati contro le cosce.
L'operazione doveva essere portata avanti il più velocemente possibile come segue:"avendo attentamente tagliato le sue unghie, il medico introduce l'indice e l'anulare della mano sinistra nell'ano, dopo averli cosparsi di olio. Simultaneamente spinge le dita della mano destra sulla parte bassa dell'addome, ma gentilmente, per evitare che le dita di entrambe le mani si scontrino contro la superfice della pietra causando lesioni alla vescica urinaria". Questa manipolazione aveva come scopo quello di spostare la pietra verso il collo della vescica. A questo punto la pelle tra l'ano e lo scroto veniva incisa "facendo un taglio a forma di mezzaluna in direzione delle cosce. Un'altra incisione più profonda viene fatta perpendicolare alla prima, incidendo il collo della vescica urinaria in modo che l'incisione sia più larga della pietra". Da qui, se la pietra era abbastanza piccola, essa poteva venire estratta senza difficoltà.Se era troppo grande, era necessario praticare una litotripsia, afferrando la pietra e tenendola stretta con uno speciale uncino appuntito all'estremità e poi usando uno strumento per colpirla.
Le difficoltà vere e proprie si presentavano dopo l'operazione: il paziente generalmente moriva per emorragia o infezione. Nonostante il pericolo, egli veniva incoraggiato ad alzarsi il più presto possibile dopo l'operazione affinchè venisse espulso il sangue coaugulato. Celso descrisse anche i rimedi in caso di emorragia: semicupi e l'applicazione di ventose, e prescrisse le ricette per la medicazione: olio di oliva, miele e olio di rose. Se il paziente sopravviveva aveva un'alta possibilità di soffrire di complicanze come fistole vescicali, incontinenza, stenosi uretrale e, di solito, impotenza.
La tecnica descritta da Celso fu tramandata sostanzialmente invariata fino a quando,
nel 16° secolo, Giovanni De Romanis inventò una nuova procedura, da praticare usando un nuovo strumento - l'"itinerarium". Esso consisteva di una sonda curva metallica, in sezione a forma di mezzaluna, che corrispondeva al profilo uretrale. Essa veniva introdotta nell'uretra in modo che la sua parte convessa fosse contro la parete dell'uretra, la parte incavata sosteneva e guidava la punta di una lama usata per condurre una ampia uretrotomia. Ciò consentiva un accesso diretto alla vescica e, dopo aver dilatato l'uretra posteriore, la pietra poteva essere estratta. Questa tecnica fu ulteriormente raffinata nel 1540 da Mariano Santo di Barletta (1488 - 1565) (Fig. 6),
che introdusse un nuovo strumento, l'"esploratorium",una piccola sonda che veniva spinta nella cavità vescicale. La tecnica di Mariano Santo, minuziosamente descritta nel suo Libellus aureus de lapide a vesica per incisionem extraendo (Roma 1522), fu largamente applicata con il nome di "sectio mariana" o "grande apparato". Nel 1707 il fiorentino Tommaso Alghisi (1699 - 1713)pubblicò il suo Trattato di Litotomia, una delle più importanti opere sulla litotomia "del grande apparato".
Il rigore scientifico, la precisione e la concretezza di questa opera, in accordo con l'alta concezione etica della professione medica e il rapporto tra dottore e paziente, rendono il libro molto moderno. Esso tratta l'anatomia del sistema urinario, la litiasi e le sue forme e l'eziopatogenesi, il suo trattamento, la profilassi le tecniche operatorie ed il cateterismo per mezzo di sonde d'argento.
Un nome, che deve essere ricordato nell'ambito della strumentazione per la litotripsia, è quello di Santorio Santorio (1561 - 1636) che disegnò una litotritore in forma di forcipe, mentre Alfonso Ferri (che morì nel 1595) studiò e perfezionò l'uso di cateteri di cera e sonde di piombo per il trattamento di stenosi uretrali. Egli inventò, costruì e usò, con eccellenti risultati, uno strumento che chiamò l'"Alfonsinum" consistente in una pinza a tre denti per l'estrazione di proiettili da ferite da arma da fuoco.
L'"Alfonsinum" fu parzialmente modificato da Pierre Franco e trasformato in un litotritore che avrebbe più tardi ispirato gli strumenti di Civiale (1796 - 1867) e Leroy d'Etiolles (1798 - 1860). Ferri merita di essere menzionato anche per l'uso in urologia di una sonda dotata di una lama che consentiva la realizzazione di una vera e propria uretrotomia interna.
Il grande chirurgo di Pavia, Antonio Scarpa (1752 - 1832),scrisse un Saggio sull'Incisione Ipogastrica nell'estrazione della pietra dalla vescica urinaria. Quest'opera, spesso ignorata, è degna di ammirazione, in modo particolare se si ricorda che Pierre Franco, che pur aveva eseguito con successo un'incisione ipogastrica, come riferì nel suo Petit Traitè de Chirurgie del 1561, in alcune pagine ne scoraggiava l'uso, riferendosi ad essa come "una pazzia".
Ippocrate, in modo analogo, pensava che le lesioni di continuo della vescica fossero fatali, fu ciecamente creduto da tutta la medicina occidentale ed influenzò la chirurgia per duemila anni. A parte il famoso "triangolo" che portava il suo nome, Scarpa descrisse nel 1820 lo spazio che nel 1849 sarebbe stato chiamato "di Retzius" (dal nome dell'anatomico svedese Andreas Retzius, 1796 - 1860).
Alla litotomia perineale fu data la preferenza da Antonio Vaccà Berlinghieri (1732 -1812), un famoso professore dell'Università di Pisa, del quale furono pubblicati postumi tra il 1820 e il 1825 quattro saggi sulla litotomia.
Nel 1882 A. Mosso (1864 - 1910) e P. Pellacani, due fisiologi torinesi, costruirono un cistomanometro: nient'altro che un pletismografo che registrava ogni variazione pressoria di liquido (dovuta a contrazione della vescica) sul cilindro di un chimografo di Ludwig. Questi due signori, che potrebbero essere considerati i fondatori della moderna fisiologia della vescica, dimostrarono che la minzione era possibile pur senza la contrazione addominale, confutando l'opinione opposta risalente a Galeno.
Gli studi di G. Giannuzzi (1839 - 1876), che fu il precursore della neurologia moderna, risultano analoghi a quelli più famosi di Julius Budge (1811 - 1888). Essi portarono all'identificazione di due tipi di nervi che originano nel midollo: un tipo che raggiunge la vescica direttamente attraverso il plesso ipogastrico, la stimolazione del quale provoca una forte e rapida contrazione della vescica; e un altro tipo che passa attraverso "la parte laterale del sistema simpatetico nervoso" prima di raggiungere il plesso ipogastrico, la cui stimolazione provoca una debole, lenta contrazione della vescica.
bravo DrHP ricordi bene la storia delle medicina
eheheheh
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Poi ho pensato...
ma quali saranno gli effetti sul lenzuolo e sulla mia povera pelle (che devo tornarci a dormire sopra)?
Tutto copre,
tutto crede,
tutto spera,
tutto sopporta.
L'amore non avrà mai fine". (Paolo di Tarso)
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stamattina ho sporcato il lenzuolo con dell'inchiostro blu (no non erano liuidi biologici, vedrete perchè), siccome non mi andava di metterlo a lavare per qualche macchia, ho pensato bene di pulirlo con la varechina, senza poi sciacquarlo troppo bene. Ora è asciutto e candido.
Poi ho pensato...
ma quali saranno gli effetti sul lenzuolo e sulla mia povera pelle (che devo tornarci a dormire sopra)?
se l'hai sciacquato bene non ci sono problemi..
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evaporerà sta varechina no???
cmq rima non ho specificato che avevo provato a togliere l'inchiostro con comune sapone e che non ci son riuscito, ecco perchè ho messo su la varechina
...problemi di uomini single...
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