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Trasferirsi o no?
- Cvolfiore Verza
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Shelby: non l'ho aggiunto, ma mio padre al secondo anno già stava imbucato in clinica (tanto che in molti credevano fosse proprio un medico). Lui ha imparato volendo fare, ma ha fatto TUTTO da solo.
Io parlo di un abbandono. Un abbandono che parte dalla teoria e sfocia nella pratica. Non oserei mai dire che la teoria va tenuta in secondo piano (anzi). Ti assicuro che all'estero sono preparatissimi anche sotto il profilo teorico. Io non contesto il primo anno, contesto che in molti casi escono laureati in medicina e chirurgia che non sanno fare nulla. E che, visto l'abbandono da parte dei professori, magari hanno rosicchiato qua e la prendendo esami con la preparazione minima indispensabile. Questo fuori non lo vedi, la gente ama la propria facoltà, c'è uno spirito, c'è la divisa, c'è orgoglio e fratellanza è una realtà totalmente diversa.
Ciò che voglio dire è che in quel tempo che lo studente italiano (ed in questo caso parlo di quello sveglio ed abile) perde tempo a chiedere se può fare o no "imbucandosi" qua e la, lo studente straniero già ha fatto cose che quello italiano neanche immagina.
Comunque tutto ciò che ho scritto era per esprimere il mio modesto suggerimento a catan zaro: CAMBIA finché sei in tempo! Siam rientrati nel discorso e quindi nulla di off !
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- pablito pablito
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Stiamo parlando di una laurea in Medicina e Chirurgia, non di scienze della comunicazione o di lettere antiche, alla fine del tuo corso di laurea sarai un medico e, sebbene ci siano gli anni di specializzazione per migliorare e imparare, dovresti avere un minimo di competenze, di sicurezza e di autonomia. I pazienti (durante le guardie e le sostituzioni che farai) si rivolgeranno a te mettendo la loro salute nelle tue mani, è una bella responsabilità... non rischiare di sentirti "teoricamente preparato e praticamente inadeguato".
Se durante una guardia devi dare dei punti di sutura e non sai tenere neanche il porta aghi in mano... pensi che il tuo paziente avrà fiducia in te? Pensi di poterti fregiare del titolo di medico chirurgo?
ps: sapere il ciclo sonno-veglia della drosofila non ti sarà di grandissimo aiuto in questo caso _scussa_
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trovi umiliante che chi ne sa più di te ti insegni qualcosa?cosa ci sarebbe di umiliante?io per imparare a fare un'endovena sono andato molto umilmente da un'infermiera e le ho chiesto di insegnarmelo...e lei molto gentilmente lo ha fatto, visto che quando l'ho chiesto al medico per poco non mi mandava affanc***. Devo sentirmi umiliato?No ma dico, vi rendete conto di cosa dite? Un infermiere insegna ad un medico? Ma da che mondo è mondo? Ma fino a che punto l'Italia fa schifo? Ma quanto dobbiamo ancora umiliarci?
catan zaro io ti consiglio di cambiare ma sappi che situazioni simili ci sono in molte università, dipende molto anche da chi ti fa tirocinio e dal reparto in cui capiti purtroppo
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- pablito pablito
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trovi umiliante che chi ne sa più di te ti insegni qualcosa?cosa ci sarebbe di umiliante?io per imparare a fare un'endovena sono andato molto umilmente da un'infermiera e le ho chiesto di insegnarmelo...e lei molto gentilmente lo ha fatto, visto che quando l'ho chiesto al medico per poco non mi mandava affanc***. Devo sentirmi umiliato?
Il mio maestro, al terzo anno di medicina, mi ha mandato per 1 mese a fare i prelievi delle 7 del mattino con gli infermieri, ho imparato dal caposala... il mago dei prelievi! Non c'è nulla di umiliante.
Gli ospedali universitari funzionano così: la prima volta osservi, la seconda fai, la terza insegni.
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Io contesto quando il sistema non funziona, non quando il sistema funziona. Contesto quando un medico manda a ****, questo contesto, perché l'università deve darti la preparazione massima.
Quando esci da la hai idea della roba che puoi fare? E già il poter prescrivere (e sopratutto acquistare) farmaci non è cosa da poco. Figuriamoci quando agisci direttamente sul paziente!
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