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Età degli ammessi a medicina: bisogna essere per forza dei veterani?
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Ora mi chiedo: è mai possibile che l'entrata all'università non debba essere facilitata per ragazzi neodiplomati? E' mai possibile che il test sia strutturato in modo da favorire, in un certo senso, chi ha già fatto anni di facoltà scientifiche? E' giusto che persone già laureate concorrano con neodiplomati per gli stessi posti?
Voglio discuterne, niente rancori, niente liti.
Che ne pensate?
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Spero solo ke questi siano quelli ke poi rinunciano al posto con la speranza ke abbiamo solo voluto mettersi alla prova. Se no se proprio devono ke luniversita faccia un corso a parte e nn vengano tolti i posti a noi neo diplomati e giu. Di li
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- sebastianofe
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Io sono '92 e sono riuscito ad entrare, ma studiando tanto, da solo e a livelli universitari. Però non nascondo che con la preparazione liceale sarei arrivato fra gli ultimi...Basta che i ragazzini del 92 studino di più... Mica è colpa del test di ammissione se un ragazzo uscito dalle superiori non è in grado di superare un test con nozioni da focus... Tanto più che non esiste un punteggio minimo serio, capisco fosse 60 su 80, ma qui si parla di rispondere correttamente al solo 60% dei quesiti. Il problema è a monte gente, le superiori sfornano ormai quello che vent'anni fa usciva dalle medie, o forse peggio.
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E' giusto che persone già laureate concorrono con giovincelli?
No e Sì.
No perché chi ambisce alla medicina dovrebbe averne il diritto quindi dovrebbe poter accedere con le sole proprie forze, quelle impartite dalla scuola. Dopotutto alla fine del quinquennio liceale o tecnico si affronta un esame, noto appunto come esame di stato. Se poi per entrare all'università richiedi un secondo test significa che stai screditando una prova da te imposta. Quindi è lo stato a dover garantire un posto a chiunque e se proprio deve scoraggiare i medici lo facesse attraverso gli esami per i primi due anni (che comunque sarebbe un ingiustizia).
I medici mancano, non solo in Italia, mancano nel mondo.. di questo passo (basta vedere i dati) dovremmo prendere noi dei medici dall'estero. E non sono io a dirlo ma dati concreti che giorno su giorno vengono divulgati da istat et simili. Sono più i medici che vanno in pensione che i neospecializzati, la popolazione cresce.. diminuire i posti non è certo cosa intelligente.
Ma tornando al sì/no. No perché un laureato che sceglie di inserirsi in medicina lo può fare per una serie di motivi:
insoddisfazione personale, passione per la medicina mai potuta portare avanti per questioni economiche e così via. Nell'esempio: magari uno ha sempre sognato di fare il medico e si è preso un'altra laurea solo per potersi garantire - autonomamente - gli studi in medicina.
Saranno sempre avvantaggiati, è vero, sopratutto se sono persone che a quello ambiscono da tempo. Ma cosa vogliam fare? Non possono di certo esser penalizzati. Se l'Italia è un paese che vede un altissima richiesta nel settore medico non bisogna dire "eh ma mica possono fare tutti il medico". Punto primo non tutti lo vogliono fare, anzi, su 5 classi di 5 scuole diverse sono l'unico che aspira nel diventarlo. Punto secondo se ci serviranno operai o spazzini li prenderemo, dall'estero c'è altissima richiesta. Punto terzo si perfezionerebbe il sistema sanitario, si avrebbe un ottimo tasso di soddisfazione, si risolverebbe un grande problema che incombe sul paese. E poi tanti medici significa tanto. Cosa?
Più possibilità di generare menti scientifiche, ricercatori e protagonisti dell'ambiente medico "by Italia".
Il futuro dove sta? Nella scienza. Avere tanti scienziati significa garantire un ruolo primario del nostro paese all'interno del mondo intero.
E quindi ti rispondo: la colpa è dello stato. E' davvero brutto vedere come tanti "futuri medici" vengano lasciati a se stessi.. magari molti di loro meriterebbero quel posto come nessuno. E pure?
Beh, per ora chi vuole studiare medicina dovrà rispondere a domande impossibili (fuori programma liceale) e trovarsi a confronto con persone ben più grandi e preparate. Insomma è sempre più difficile, sempre più complicato. Il cittadino di questo rimane insoddisfatto, pensate che brutto dover portare un simile rimorso a vita, passare davanti un ospedale, avere un amico medico. Io credo che se avessimo dei validi politici una simil occasione non se la farebbero scappare, la sfrutterebbero ed investirebbero sui propri cittadini. Perché, così come dicono i paesi progrediti: "per noi investire sui nostri studenti significa investire sul futuro del paese" e ancora "garantiteci tot e vi paghiamo tutto noi".
In fin dei conti questi miei discorsi rimangono uno sfogo, fine a se stesso. Però credo che affrontarli, anche per perfezionare le mie idee con altri, sia sempre un occasione interessante.
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