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TEST D'INGRESSO A MEDICINA:COME MAI COSì DIFFICILE E COS' TANTE RICHIESTE'
quindi se c'è questa assurda forbice tra ciò che normalmente si sa dopo la maturità e ciò che si pretende che si sappia dopo due mesi (teoricamente di vacanza), allora qualcosa di grosso non quadra.
posso chiederti Hakurei secondo te cosa non quadra? secondo me questo è un punto interessante della discussione:
Lo dici tu stesso:
il liceo in genere in italia è fatto molto male e sopratutto tanti che li prendono anche buoni voti in realtà ripetono a macchinetta la lezione o cmq non acquisiscono e non rielaborano un bel niente di ciò che viene spiegato...
Quando ho fatto io il liceo, gli allievi così arrivavano, se andava bene, alla seconda classe. Poi la famiglia li dirottava in qualche diplomificio, grazie al quale ottenevano (a carissimo prezzo) l'agognato pezzo di carta. Si iscrivevano anche all'università, ma pochi andavano oltre il primo anno, tipicamente solo quelli che erano di base molto intelligenti ma che in quegli anni giovanili, per faccende loro, non avevano voglia di studiare nemmeno il minimo indispensabile.
[Attenzione che non sto dicendo che ai miei tempi i casi estremi di liceali tutti casa e biblioteca (e basta) fossero il meglio della gioventù e predestinati al successo nella vita sulla base dei loro voti eccellenti, questo non era vero allora e non potrebbe esserlo mai, in quanto forzatamente non è sano precludersi parte dell'esistenza e delle esperienze necessarie alla formazione di una personalità equilibrata e resiliente.]
Comunque: se a scuola non ti insegnano a rielaborare, se non ti propongono con continuità prove in cui devi affrontare argomenti che vadano oltre quello che ti spiegano a lezione, per forza che appena devi uscire dal seminato non sai come fare.
Un altro problema che mi sembra di intravedere è l'eccesso di aspettative. Anche quando ero ragazza io, se non passavi un esame o perdevi un anno di liceo ti facevano un culo così, ma poi basta, non cominciavi di sicuro a dubitare di te stesso a manetta e non ti sentivi perduto, era ovvio che non ci fosse ragione di arrivare a tanto.
quoto tutto anche se è lungo un km grazie della risposta.
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- lorensgraham
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Io ho fatto il test di medicina l'anno scorso, passato tra i primi posti. Ho "studiato" un'oretta al giorno per un paio di settimane solo biologia e chimica, talvolta con la musica nelle orecchie o guardando la tv, partendo da basi sottozero. Matematica e fisica (su cui non sapevo assolutamente nulla) non le ho aperte, cultura generale ovviamente nemmeno. Ciononostante ho passato il test con un ottimo punteggio, senza essere un genio e senza dannarmi l'anima sui libri per tre mesi d'estate.
Il test non è difficile e non lo è mai stato. Nella mia idea, "difficile" è un qualcosa che bisogna impegnarsi a fondo per superare, qualcosa che richieda per l'appunto difficoltà nella comprensione e che quindi non è alla portata di tutti. Il test di medicina è casomai selettivo, cioè è sulla carta a portata di tutti ma nella pratica passano poche persone perché pochi sono i posti. Ma quando un test è formato per metà da domande di logica (con qualche domandina sparsa di cultura generale estremamente elementare) sinceramente mi infastidisce sentir parlare del test come difficile. Basta fare giuste gran parte di quelle domande ed azzeccarne qualcuna scientifica per avere già le porte aperte.
Mi dispiace dirlo, ma tutti quelli che conosco se sono rimasti esclusi possono solo dare la colpa a loro stessi. Forse la capacità di saper leggere e decifrare correttamente le domande è qualcosa che voi date per scontato, ma vi assicuro che non è così: tutti, TUTTI quelli con cui ho parlato hanno perso una gran quantità di punti perché si sono fatti prendere dall'ansia di fronte a testi di poche righe magari di argomento scientifico o sillogismi tipo "tutti gli animali respirano, il cane è un animale, individua la corretta conclusione del sillogismo". Tralasciando coloro che hanno sbagliato anche domande di grammatica italiana base...ma d'altronde cosa ci si può aspettare se i luminari di medicina intervistati in tv criticano il test di medicina affermando che "dubito che i test riflettino i reali meriti delle persone", sentita se non sbaglio al tg1.
Per quanto riguarda la cultura scientifica...io quest'anno senza studiare avrei fatto una buona decina di punti. Evidentemente anche qui gli studenti passano tre mesi pretendendo di imparare in questo brevissimo lasso di tempo cose che non hanno saputo assimilare in cinque anni di liceo. Io personalmente mi sono concentrato sugli argomenti che più probabilmente sarebbero stati oggetto di domanda nel test (genetica, anatomia e fisiologia per biologia, ad esempio) studiando più superficialmente gli altri e saltando a piè pari matematica e fisica. Darei per scontato questo metodo di studio, ma visti i commenti forse non dovrei.
Chiaro poi che la sfortuna esiste anche in questo caso. Ma sia la sfortuna sia i fantomatici raccomandati figli di papà sono le scuse più utilizzate da quelli che non passano e non sanno come spiegarselo.
Comunque, ripeto, anche essendo poco preparati nella sezione scientifica basta affrontare con un minimo di furbizia la parte di logica e si passa con tranquillità. Se uno studente sbaglia diverse cose che in condizioni "normali" saprebbe perché oppresso dall'ansia allora a mio parere non merita di entrare a medicina, data la sua immaturità. Come può pretendere di affrontare la vita se non sa nemmeno affrontare un test universitario?
Ah, i motivi. Passione per qualcuno, prestigio e soldi per qualcun'altro. E non è nemmeno vera la storiella secondo la quale medicina non si può fare se non mossi da viscerale passione: se non sbaglio qualche anno fa venne condotto un sondaggio in cui si chiedeva agli studenti di medicina neoiscritti quale fosse il motivo che li spingeva ad affrontare questa facoltà, e tutti parlavano di passione e altruismo. Due anni dopo venivano ripetute le stesse domande, ed ovviamente le motivazioni erano ben diverse. Senz'altro ci sono tantissimi studenti che si iscrivono a medicina perché vogliono realmente diventare dei medici e "salvare vite" ( :rolleyes:), ma se le prospettive per i laureati non fossero tutto sommato buone gli iscritti sarebbero enormemente meno. Basta vedere facoltà scientifiche come Biologia o Chimica che sono disertate dai più se non da coloro che vogliono prepararsi per il test di medicina, appunto.
Ultima questione: il numero chiuso. Santo numero chiuso. Sempre sia lodato. E mi fermo qui. Perdonate il papiro
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Prima di tutto ci tengo a precisare che sono favorevolissima al test. Già ora gli studenti fi medicina sono troppi, figuriamoci se aprissero a tutti.. :suicide:
Secondo me poi stare tanto qua a questionare su domande difficili o meno lascia il tempo che trova. Se è difficile per un tot di appena maturati allora è difficile per tutti.
La difficoltà del test, almeno per quel che mi riguarda sta nelle aspettative. Una persona arriva il giorno del test allo stremo delle forze, con una voglia pazzesca di passare e con la paura tremenda di non farcela. Ovvio che poi di fronte al test gli sembri tutto impossibile.
Io il primo anno che provai avevo studiato cinque ore al giorno, e bene. Non passai. L'ansia, e sì do' la colpa all'ansia, mi fece fare 46 punti. E a Padova non basta ad entrare.
Il giorno dopo feci il test per odonto, sempre a Padova. Totalmente scazzata e demoralizzata e convinta di non passare mai feci invece 61 punti ed entrai.
L'ansia gioca brutti scherzi a volte. E qui si potrebbe parlare se il test è il modo giusto di selezionare dato che vedo passare anche pezzi di deficienti a cui poco gli frega di andare a fare medicina o di diventare raccoglitori di tuberi.
L'anno dopo cmq riprovai med a Padova ed arrivai 20°. Certo, studiai come una pazza.
Il test è difficile, ma non impossibile. Ma lo stesso potrei dire degli esami più grossi della facoltà di medicina. Sono difficili, ma non impossibili. Molte volte vorrei davvero fermare qualche aspirante matricola che passa il proprio tempo a lamentarsi del test e porla di fronte al fatto che ogni esame che poi farà in facoltà sarà un test. Sarà una corsa ad imparare di più a dimostrare di sapere di più del vicino. E così sempre nel nostro percorso. Bisogna sempre dimostrare quello che valiamo. Il test non è che il primo scalino di una salita molto ripida. Molti purtroppo però non se ne rendono conto.
La fortuna aiuta una mente preparata. "Pasteur"
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Ma sai, il problema è che per valutare i meriti delle persone bisognerebbe che i meriti ci fossero.ma d'altronde cosa ci si può aspettare se i luminari di medicina intervistati in tv criticano il test di medicina affermando che "dubito che i test riflettino i reali meriti delle persone", sentita se non sbaglio al tg1.
"buongiorno, ho 19 anni e mi sono testè diplomato alle superiori" che merito sarebbe?
Il problema è tutto qui.
Sì, ma curando i pazienti, non giocando alla prima della classe.Molte volte vorrei davvero fermare qualche aspirante matricola che passa il proprio tempo a lamentarsi del test e porla di fronte al fatto che ogni esame che poi farà in facoltà sarà un test. Sarà una corsa ad imparare di più a dimostrare di sapere di più del vicino...
Bisogna sempre dimostrare quello che valiamo.
Mai darsi per vinti! Mai arrendersi!
comandante Peter Quincy Taggart
Galaxy Quest, 1999
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Comunque ho finito di fare il test senza conoscenze al di fuori di quelle di base.
Risultato: 45
Da questo se ne deduce che tutti quelli che hanno fatto meno di 45 non possono permettersi di parlare di test difficile (al massimo si possono limitare a parlare di test reso difficile dall'ansia e da altri motivi personali).
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Ma sai, il problema è che per valutare i meriti delle persone bisognerebbe che i meriti ci fossero.ma d'altronde cosa ci si può aspettare se i luminari di medicina intervistati in tv criticano il test di medicina affermando che "dubito che i test riflettino i reali meriti delle persone", sentita se non sbaglio al tg1.
"buongiorno, ho 19 anni e mi sono testè diplomato alle superiori" che merito sarebbe?
Il problema è tutto qui.
E che dire del "diritto di fare medicina perché è il mio sogno"? Sto cercando di immaginare quali sarebbero state, se avessi mai proferito una frase del genere, le espressioni facciali e le risposte degli adulti che illo tempore ebbero un ruolo di caregiver o di autorità nel corso della mia educazione e formazione e, sinceramente, mi viene da sorridere. Però qui la colpa è di chi, questi ragazzi, li fa arrivare a vent'anni così.
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