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Oh! qualcuno se ne accorge?

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13 Anni 6 Mesi fa - 13 Anni 6 Mesi fa #211774 da DrHP
Oh! qualcuno se ne accorge? è stato creato da DrHP
Dal "corriere della sera" di oggi:

Pubblico&Privato
Ecco perché chi ha talento oggi fa fatica a emergere

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Ecco perché chi ha talento
oggi fa fatica a emergere

di FRANCESCO ALBERONI

Ci sono dei luoghi in cui, per un certo periodo, fioriscono i geni, in seguito torna la mediocrità. Atene fra il 450 e il 350 ospitava figure come Socrate, Platone e Aristotele, poi nulla. L'Italia ha avuto lo splendore del Rinascimento, poi le occupazioni straniere e la decadenza. Alla fine del secolo a Vienna c'erano Freud, Klimt, Mahler poi il deserto. In Francia negli anni Sessanta e Settanta Sartre, Simon de Beauvoir, Levy Strauss, Barthes. Oggi non c'e più nessuno come loro. In tutta Europa la cultura sembra avvizzita.

Perché? Perché non nascono più persone di genio oppure perché il nuovo ambiente non le aiuta a crescere, ad affermarsi, ma le ostacola e valorizza altri tipi di personaggi? Io credo che sia questa la vera causa. Quand'è che fioriscono i geni? Quando la società ha slancio, ottimismo, fame di futuro e quindi di persone competenti e geniali. Come in Italia nel dopoguerra, quando tutti volevano lasciarsi alle spalle la miseria e creare prosperità. Ed erano pronti a lavorare duramente, a prodigarsi. Gli operai lottavano per diventare piccoli imprenditori, gli studenti facevano a gara per sapere di più. I più bravi erano subito richiesti dalle imprese. In una piccola città come Pavia gli studenti universitari più brillanti erano conosciuti da tutti e ricercati dalle ragazze.

Poi è venuta la globalizzazione e una crisi dei sentimenti morali collettivi. Abbiamo una popolazione invecchiata, una economia stagnante, una scuola scadente, una università satellite di quelle anglosassoni, con studenti che non hanno più la passione del sapere. Fra cui si è radicato il devastante convincimento che chi fa bene, chi si prodiga, chi lavora duramente, chi merita, non verrà ricompensato, non avrà successo. Mentre riuscirà chi è spregiudicato, chi appare in televisione, chi trova protezioni politiche.

Si è diffusa l'idea che siamo in una «società liquida» in cui non conta ciò che hai fatto, non valgono la lealtà, la parola data. Cosa non vera perché se non resistessero questi valori la società smetterebbe di funzionare. E anche nel lavoro vediamo che i giovani preparati, pronti a lavorare e ad adattarsi, lo trovano. Ma con più fatica. Come fa più fatica chi ha grandi doti e si trova in un ambiente culturale che non lo aiuta e non lo capisce. Per riuscire deve avere una grande fede, un grande ideale e una fiducia di fondo nella natura umana per vincere ogni giorno la sfiducia, il cinismo, l'indifferenza di chi lo circonda.

Francesco Alberoni
18 ottobre 2010


Chissà  però se si rende conto, Alberoni, che la società com'è oggi ha contribuito a formarla anche lui.

Mai darsi per vinti! Mai arrendersi!
comandante Peter Quincy Taggart
Galaxy Quest, 1999
Ultima Modifica 13 Anni 6 Mesi fa da .

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13 Anni 6 Mesi fa #211797 da Leizer
Risposta da Leizer al topic Re:Oh! qualcuno se ne accorge?
Beh secondo me ha omesso palesemente anche c'è anche una pigrizia di fondo, ci son ragazzi che hanno avuto tutto e non sanno come arrangiarsi, pendono dai loro genitori, ecc ma è storia vecchia, non fa più notizia.
Inoltre fa presto a parlare, trovare lavoro?? Finché ci son cariatidi che son ancorati al loro posto fino agli 80 anni, e sì con le leggi che vanno avanti facile sarà trovare uno sbocco universitario dove i cosiddetti geni potranno fiorire (come no...). Non basta l'individuo, la società è bacata sì ma molto più di quello che costui pensi, e si meraviglia che tutti vadano in America... si sente sì che è uno ormai della vecchia scuola...

Eppur si muove

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13 Anni 2 Mesi fa #214649 da Evviva
Risposta da Evviva al topic Re:Oh! qualcuno se ne accorge?
un ambiente culturale adatto è assolutamente fondamentale .. così come aggiungo io le motivazioni
due cose che a me mancano entrambe adesso all'università
stavo giusto riflettendo su questi argomenti negli ultimi giorni per conto mio
1 non mi piace il posto dove mi trovo adesso per svariati motivi ( anche culturali ) e fino alla laurea mi tocca rimanere qui , una volta laureato me ne vado al 200 % a costo di perdere qualche anno e non parlo solo di cambio di città ma probabilmente di nazione , penso che l'Italia attuale sia di una mediocrità pazzesca sotto tutti i punti di vista , ho una voglia pazzesca di cambiare aria .. ma ahimè sono solo al quarto

2 le motivazioni .. ultimamente per quanto riguarda lo studio cerco sempre di fare solo il "compitino" , preparare un esame in tempo breve e cercando di studiare solo il necessario per passare l'esame
a questo aggiungiamo chi mi sento un pò smarrito nel senso che sto cercando di capire cosa fare dopo la laurea e mi sono reso conto facendo diversi tirocini che io non sarò mai un buon medico "classico" ( per classico intendo il medico di reparto/clinico , chirurgo , medico di famiglia ecc. ) , non sono portato per queste cose .
Già dal liceo quando iniziai a studiare biologia seriamente mi resi conto che mi sarebbe piaciuto moltissimo lavorare in qualche laboratorio per studiare come sconfiggere le malattie e pensandoci bene è ancora così , in particolare mi piacerebbe tanto in futuro lavorare da qualche parte dove si studino le staminali , mi piacerebbe "giocare" con le staminali per cercare di curare malattie o costruire tessuti e/o organi in laboratorio per chi ne ha bisogno , ma ad essere sincero non ho idea di che percorso dovrei intraprendere per arrivare a fare un tale lavoro

vabbè vado a dormire , chissà se qualcuno avrà voglia di leggersi queste righe , che saranno scritte anche male perchè mentre le scrivo ho un sonno pazzesco  :sarcastic:

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13 Anni 2 Mesi fa #214666 da lucaleo
Basta vedere come si valuta uno studente universitario in Italia:
La puntualità non è stata mai presa in minima considerazione: io faccio di tutto per dare gli esami nello stesso semestre del corso inerente, al massimo mi lascio qualcosa a settembre. Chi impiega il doppio del tempo per preparare lo stesso esame viene considerato alla pari di chi ha studiato durante il corso. Nel mondo reale non funziona così, ci sono dei tempi precisi e delle scadenze da rispettare.
Peraltro fino ad adesso ho sostenuto pochi colloqui che valorizzassero veramente la comprensione profonda e gli aspetti multidisciplinari del corso in questione. Ti impari la pappa a menadito e te la cavi alla grande. Esempio fra tutti: di recente ho dato immunologia e immunopatologia. La materia mi interessa davvero molto, l'Abbas me lo sono rigirato in lungo e largo, mi sono letto alcuni articoli sull'argomento e ho dato molto peso alla parte di patologia. L'esame finale era un compito con trenta domande a crocette + colloquio, in cui di patologia, visto che sto a medicina, mi è stato chiesto pochissimo, mentre si è abbondato di nozioni su questo cluster of differentiation, piuttosto che su quell'altro fattore di trascrizione. Risultato: 28 con annesso amaro in bocca. Con la metà dello sforzo avrei preso lo stesso voto.
Eppure siamo in una facoltà in cui il numero di posti è limitato. Un docente ha pochi studenti per le mani, potrebbe permettersi di operare valutazioni più approfondite e complete.
Credo che in fondo siano davvero pochi quelli a cui interessi coltivare veramente gli studenti. L'università così diventa una transizione asettica, in cui se hai voglia cresci, oltre ad accumulare conoscenze, altrimenti diventi un contenitore di nozioni e puoi comunque uscirne alla grande in termini di rendimento.

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13 Anni 2 Mesi fa #214669 da Evviva
Risposta da Evviva al topic Re:Oh! qualcuno se ne accorge?

Basta vedere come si valuta uno studente universitario in Italia:
La puntualità non è stata mai presa in minima considerazione: io faccio di tutto per dare gli esami nello stesso semestre del corso inerente, al massimo mi lascio qualcosa a settembre. Chi impiega il doppio del tempo per preparare lo stesso esame viene considerato alla pari di chi ha studiato durante il corso. Nel mondo reale non funziona così, ci sono dei tempi precisi e delle scadenze da rispettare.
Peraltro fino ad adesso ho sostenuto pochi colloqui che valorizzassero veramente la comprensione profonda e gli aspetti multidisciplinari del corso in questione. Ti impari la pappa a menadito e te la cavi alla grande. Esempio fra tutti: di recente ho dato immunologia e immunopatologia. La materia mi interessa davvero molto, l'Abbas me lo sono rigirato in lungo e largo, mi sono letto alcuni articoli sull'argomento e ho dato molto peso alla parte di patologia. L'esame finale era un compito con trenta domande a crocette + colloquio, in cui di patologia, visto che sto a medicina, mi è stato chiesto pochissimo, mentre si è abbondato di nozioni su questo cluster of differentiation, piuttosto che su quell'altro fattore di trascrizione. Risultato: 28 con annesso amaro in bocca. Con la metà dello sforzo avrei preso lo stesso voto.
Eppure siamo in una facoltà in cui il numero di posti è limitato. Un docente ha pochi studenti per le mani, potrebbe permettersi di operare valutazioni più approfondite e complete.
Credo che in fondo siano davvero pochi quelli a cui interessi coltivare veramente gli studenti. L'università così diventa una transizione asettica, in cui se hai voglia cresci, oltre ad accumulare conoscenze, altrimenti diventi un contenitore di nozioni e puoi comunque uscirne alla grande in termini di rendimento.



quoto il discorso riguardo i professori ma vale anche per i tirocini obbligatori ..
ultimamente mi sembra che l'unica mia funzione sia pagare le tasse e dare esami , non mi sento per niente parte di un progetto .. probabilmente anche per colpa mia

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