"LA GRANDE BUGIA" di Giampaolo Pansa

Altro simpatico Topic da cui pu? nascere una buona discussione.Quanti di voi conoscono Giampaolo Pansa, scritto di numerosi libri quali: I nostri giorni proibiti, I figli dell\'Aquila, Il sangue dei vinti, sconosciuto 1945 e l\'ultimo LA GRANDE BUGIA. Vorrei sapere le vostre impressioni, quanti di voi conoscevano gi? i fatti di cui si parla nel libro. Come al solito aspetto le vostre risposte prima di dire la mia

Se volete vi allego anke qualche link sullo scalpore ke ha suscitato

Io non ki sia..... :027: :

Descrizione:Un titolo volutamene provocatorio per un libro in cui Giampaolo Pansa non risparmia nulla a quanti hanno criticato la sua ricostruzione degli anni immediatamente successivi alla Liberazione. Le storie, vere, raccontate nei suoi due precedenti best-seller, storie che volevano dare voce anche agli sconfitti e a quanti avevano subito vendette da parte dei vincitori, hanno infatti scatenato aspri commenti e giudizi contro Pansa da parte di storici, politici, giornalisti e cittadini schierati a sinistra e indignati per quella che hanno ritenuto un\'inammissibile opera di "revisione" (e quindi denigrazione) della Resistenza. La risposta dell\'autore a tale offensiva ? in quest\'opera, in cui la "grande bugia" costruita dalla sinistra contro chi volesse far luce con onest? e rigore anche sugli eventi meno nobili della guerra civile, viene smantellata e analizzata con puntiglio e lucidit

A grandi linee la trama di Sconosciuto 1945:Ventimila scomparsi, torturati e uccisi: le vendette dopo il 25 aprile nella memoria dei vintiPansa ? andato a cercare i "figli dei vinti", ne ha trascritto le lettere, ne ha raccolto le testimonianze, ha ricostruito con il loro aiuto i delitti che ne avevano straziato l\'esistenza:?Quando ero piccola avevo un incubo notturno: vedevo pap? senza testa, decapitato dai partigiani?, ?Mio fratello scomparve e il suo corpo non l\'abbiamo mai ritrovato?, ?Sono figlia di uno dei cento fucilati sulla sponda del Piave?, ?La mamma ? stata uccisa perch? aveva un figlio arruolato nella Repubblica sociale?, ?Quei due giustiziati erano i miei nonni?, ?Del corpo di mio padre erano rimaste intatte soltanto le mani: le bellissime mani di un poeta? ... Spesso la memoria degli sconfitti nella guerra civile italiana ? persino pi? pesante delle tragedie che la precedono. Qui prendono la parola soprattutto le persone che di quelle vendette sono state le vittime incolpevoli, travolte dagli orrori della resa dei conti quando erano ragazzi o bambini. In pi? di un caso, l\'autore si ? trovato di fronte donne e uomini che vivevano un dramma lontano nel tempo come se fosse accaduto il giorno prima. E ha dovuto constatare che, con il ricordo, si riaprivano ferite mai rimarginate.

Io lo conoscevo, concordo che sfortunatamente viviamo in un paese dove esiste in certo razzismo intellettuale accompagnato da una determinata supremazia morale di determinate correnti politiche. Non si parla di negare o affermare, ma anche solo di discutere: tutto ci? viene visto da loro come un atto intimidatorio (cosa che in realt? fanno loro). Per tali persone il mondo o ? bianco o ? nero: anche solo una sprizzata di grigio ? un atto prevaricatore (o meglio, fascista)