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10 Febbraio, foibe: non dimentichiamoli

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17 Anni 3 Mesi fa #33938 da jakeheke
Tratto da www.leganazionale.itAlla fine della Seconda guerra mondiale, mentre tutta l\'Italia, grazie all\'esercito Anglo-Americano, veniva liberata dall\'occupazione nazista, a Trieste e nell\'Istria (sino ad allora territorio italiano) si ? vissuto l\'inizio di una tragedia: la "liberazione" avvenne ad opera dell\'esercito comunista jugoslavo agli ordini del maresciallo Tito.350.000 italiani abitanti dell\'Istria, di Fiume e della Dalmazia dovettero scappare ed abbandonare la loro terra, le case, il lavoro, gli amici e gli affetti incalzati dalle bande armate jugoslave. Decine di migliaia furono uccisi nelle Foibe o nei campi di concentramento titini. La loro colpa era di essere italiani e di non voler cadere sotto un regime comunista.Trieste, dopo aver subito pi? di un mese di occupazione jugoslava, ancora oggi ricordati come "i quaranta giorni del terrore", visse per 9 anni sotto il controllo di un Governo Militare Alleato (americano ed inglese), in attesa che le diplomazie decidessero la sua sorte.Solo nell\'ottobre del 1954 l\'Italia prese il pieno controllo di Trieste, lasciando l\'Istria all\'amministrazione jugoslava.E solo nel 1975, con il Trattato di Osimo, l\'Italia rinunci? definitivamente, e senza alcuna contropartita, ad ogni pretesa su parte dell\'Istria, terra italiana sin da quando era provincia dell\'Impero romano.Oggi 10 febbraio ? il giorno che l\'Italia dedica alla memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, cerchiamo di non DIMENTICARLI, per troppo tempo noi siamo stati privati della REALTA\', e loro della giusta memoria! www.leganazionale.it/10febbraio/document...ssioni10febbraio.pdf

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17 Anni 3 Mesi fa #33943 da cenerentola

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17 Anni 3 Mesi fa #33944 da secutor
ONORE AI CADUTI!Mi permetto di riportare il testo di una canzone pur riconoscendo che taluni potrebbero sentirsi turbati da queste parole; per questo chiedo anticipatamente scusa a coloro i quali sentiranno lesi i propri sentimenti politici pregandoli di comprendere che non ? un attacco al loro pensiero ma un\'espressione del mio e con questo mi riservo il diritto di non tornare mai pi? sull\'argomento.Eran giorni di sangue,eran giorni senza fine,per le orde slave, l?ultimo confine,eran gli ultimi fuochi, di un?infinita guerra,e quei barbari feroci, volevan quella terra,uomini e donne, venivan massacrati,loro sola colpa, italiani essere nati,vecchi e bambini, gettati negli abissi,spinti gi? nel vuoto, dai gendarmi rossi.Foibe nella roccia, e di roccia era anche il cuore,di un maresciallo boia, di tanta gente senza nome,venivano sospinti, con furore e odio,vittime prescelte, per un vero genocidio,e dopo 50 anni, han finto di scoprire,ci? che sempre si ? saputo, continuano a mentire,ma non avran mai pace, quelle nude ossa,finch? esister? l?immonda bestia rossa.E? passato tanto tempo, ma il mio cuore gioisce ancora,quando Signora morte, suon? la sua ultima ora,per quel maresciallo, assassino di innocenti,per quel boia immondo, aguzzino di tanti,e non posso pi? scordare, e il mio cuore piange ancora,al ricordo di un presidente, che a baciato la sua bara,presidente di quell?Italia, che ha voluto dimenticare,chi fu massacrato, perch? italiano volle restare!Maresciallo assassino!Maresciallo assassino! Tito boia! Tito boia! Tito boia! Tito boia!

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17 Anni 3 Mesi fa #33952 da emergency
ONORE a coloro i quali sono stati costretti a fuggire per la paura delle persecuzioni, ONORE a coloro i quali la fuga non ? servita, ONORE a coloro i quali sono stati dimenticati dalla storia...ONORE AI CADUTI.....

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17 Anni 3 Mesi fa #33963 da
meno male che c\'? jakeheke che apre sempre dei post con un enorme senso civico...complimenti!! anche perche delle foibe e dei loro caduti si sa sempre poco........per ricordare vorrei postare qualche poesia:SE QUESTO ? UN UOMO (P. Levi)?Voi che vivete sicuriNelle vostre tiepide case,Voi che trovate tornando a seraIl cibo caldo e visi amici:Considerate se questo ? un uomoChe lavora nel fangoChe non conosce paceChe lotta per mezzo paneChe muore per un s? o per un no.Considerate se questa ? una donna,Senza capelli e senza nomeSenza pi? forza di ricordareVuoti gli occhi e freddo il gremboCome una rana d?inverno. Meditate che questo ? stato:Vi comando queste parole.Scolpitele nel vostro cuoreStando in casa andando per via,Coricandovi alzandovi;Ripetetele ai vostri figli.O vi si sfaccia la casa,La malattia vi impedisca,I vostri nati torcano il viso da voiIL MIO PAESE E L\'ITALIA (S. Quasimodo)Pi? i giorni s\'allontanano dispersi e pi? ritornano nel cuore dei poeti. L? i campi di Polonia, la piana d? Kutno con le colline di cadaveri che bruciano in nuvole di nafta, l? i reticolati per la quarantena d\'Israele, il sangue tra i rifiuti, l\'esantema torrido, le catene di poveri gi? morti da gran tempo e fulminati sulle fosse aperte dalle loro mani, l? Buchenwald, la mite selva di faggi, i suoi forni maledetti; l? Stalingrado, e Minsk sugli acquitrini e la neve putrefatta. I poeti non dimenticano. Oh la folla dei vili, dei vinti, dei perdonati dalla misericordia! Tutto si travolge, ma i morti non si vendono. Il mio paese ? l\'Italia, o nemico pi? straniero, e io canto il suo popolo, e anche il pianto coperto dal rumore del suo mare, il limpido lutto delle madri, canto la sua vita.UOMO DEL MIO TEMPO. (S. Quasimodo)Sei ancora quello della pietra e della fionda,uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,con le ali maligne, le meridiane di morte,t?ho visto ? dentro il carro di fuoco, alle forche,alle ruote di tortura. T?ho visto: eri tu,con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,come sempre, come uccisero i padri, come ucciserogli animali che ti videro per la prima volta.E questo sangue odora come nel giornoQuando il fratello disse all?altro fratello:?Andiamo ai campi?. E quell?eco fredda, tenace,? giunta fino a te, dentro la tua giornata.Dimenticate, o figli, le nuvole di sangueSalite dalla terra, dimenticate i padri:le loro tombe affondano nella cenere,gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.SAN MARTINO DEL CARSO (ungaretti)Di queste case non ? rimasto che qualche brandello di muroDi tanti che mi corrispondevanonon ? rimastoneppure tantoMa nel cuore nessuna croce manca ? il mio cuore il paese pi? straziatoALLE FRONDE DEI SALICI (s. Quasimodo)E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti ammazzati nelle piazze sull\'erba dura di ghiaccio, al lamento d\'agnello dei fanciulli, all\'urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo? Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento.

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17 Anni 3 Mesi fa #33969 da
io ho sempre pensato che molte terre debbano essere restituite all\'italia, come istria e corsica... per? ormai...

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