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UNIVERSITÀ, LA VITTORIA DEI FUORI CORSO

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12 Anni 3 Mesi fa #239255 da ThomasManca
L’Unione Sarda 4 Feb. ‘12

UNIVERSITÀ, LA VITTORIA DEI FUORI CORSO
Il Consiglio di Stato cancella le scelte dell'Ateneo: cade la decadenza dagli studi del 30 aprile

Il Consiglio di Stato ha scritto il capitolo finale della lunga battaglia che ha opposto gli studenti da tempo fuori corso al rettore di Cagliari che, attraverso un apposito decreto, ne aveva disposto la decadenza. La decisione cancella quindi una precedente sentenza del Tar (che aveva rigettato il ricorso degli universitari) e rimette in corsa per il titolo tutti quegli studenti che, entro il prossimo 30 aprile, avrebbero altrimenti visto spegnersi la speranza di essere un giorno laureati.

LA SENTENZA I giudici fondano la riforma della sentenza del Tar sul fatto che il principio di autonomia di cui ciascun Ateneo si serve per stendere il proprio regolamento didattico non può superare o integrare le disposizioni di carattere nazionale previste per l'Università. Di più: il decreto è stato adottato in violazione dei principi di condivisione democratica: «Il meccanismo - sottolinea l'estensore della sentenza - non può prescindere dalla ricerca del consenso della popolazione studentesca». «Il Consiglio di Stato - aggiunge poi l'avvocato Mauro Barberio che insieme ai colleghi Stefano Porcu e Carlo Tack ha rappresentato gli ormai ex “decadenti”, ha anche avvalorato la tesi secondo cui le norme adottate dall'Università non possono essere retroattive e quindi modificare le regole vigenti all'atto dell'iscrizione».

GLI STUDENTI Soddisfazione tra gli studenti che hanno presentato il ricorso. Pierpaolo Batzella, primo firmatario e animatore della pagina Facebook “Nodecadenzastudi”, sottolinea: «È stato finalmente dichiarato illegittimo un decreto che, attraverso lo spauracchio della decadenza, ha ingiustamente costretto molti studenti a cambiare il proprio percorso di studi» e quindi a rinunciare alle proprie aspirazioni. «Ora penseremo solo a completare la carriera conseguendo questa agognata e sofferta laurea, che da oggi avrà per noi ancora più valore». Roberto Mura, rappresentante in Senato accademico per la lista “Uniti e liberi”, aggiunge: «Ci siamo opposti sin dall'inizio a questo provvedimento e in ogni sede abbiamo ribadito la nostra contrarietà. Ora si tratta di garantire che la sentenza venga attuata. Restiamo in ogni caso a disposizione di tutti gli studenti per qualsiasi chiarimento».

IL RETTORE Giovanni Melis non entra nel merito della sentenza del Consiglio di Stato che annulla il suo decreto: «Ad oggi nessuno è stato dichiarato decaduto», sottolinea il rettore, «l'obiettivo del regolamento è sempre stato quello di stimolare gli studenti iscritti fuoricorso da anni a riprendere con regolarità gli studi». Tale obiettivo può dirsi ampiamente raggiunto perché «millecinquecento studenti, potenzialmente decadenti, concluderanno il proprio corso di laurea entro l'anno. Valuteremo il dispositivo della sentenza per comprendere come si possa continuare a garantire un efficiente servizio didattico su corsi che, anche per effetto delle varie riforme ministeriali, non sono più attivi da oltre un decennio».

Manuela Arca
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La Nuova Sardegna 4 Feb. ‘12
VIETATO ROTTAMARE I FUORICORSO

CAGLIARI. Gli studenti in ritardo con gli esami finiti fuoricorso anche da anni non devono perdere il diritto di arrivare alla laurea in quello stesso corso di studi: è il Consiglio di Stato a stabilirlo, accogliendo il ricorso in appello presentato dagli avvocati Mauro Barberio e Stefano Porcu per conto di 202 giovani che in base al regolamento sulle carriere emanato dall’università di Cagliari il 28 maggio 2010 rischiavano di non prendere l’agognata pergamena.

I giudici del Tar avevano dato ragione all’ateneo, riconoscendogli l’autonomia nella scelta delle regole di carriera studentesca e la necessità di non tenere aperti corsi di studi in fase di esaurimento in attesa dei ritardatari.

Ma i giudici amministrativi supremi - la sesta sezione di palazzo Spada, relatore Giulio Castriota Scanderberg, presidente Luigi Maruotti - ieri hanno ribaltato la decisione cancellando in un colpo solo il regolamento impugnato, le delibere di approvazione del Senato accademico e quella del consiglio di amministrazione. A disincentivare le «lungodegenze» universitarie ritorna quindi in funzione la sola norma prevista dall’ordinamento italiano, che stabilisce la decadenza degli studenti che non abbiano sostenuto esami per otto anni consecutivi. Gli altri, poco alla volta, potranno avanzare verso la laurea senza trovarsi di fronte a una porta chiusa.

Ma vediamo quali sono state le posizioni contrapposte finite all’esame dei giudici amministrativi dei due gradi. L’università di Cagliari aveva previsto la decadenza dai corsi di studio per le varie categorie di studenti iscritti in periodi diversi: in un caso avrebbero perso il diritto a concludere il corso se non avessero terminato gli esami entro un numero di anni pari al doppio della durata normale, in un altro entro il 30 aprile 2012 e in un altro ancora nel triplo degli anni previsti.

La ragione dell’ateneo: attuare sino in fondo la riforma, dismettendo i corsi considerati esauriti. Se i giudici del Tar hanno valutato come legittime queste norme perchè ancorate all’autonomia degli atenei, i magistrati d’appello hanno osservato che «detta autonomia non può esorbitare dai principii generali fissati nell’ambito del regolamento attuativo» legando le scelte dell’università di Cagliari - e di tutte le altre - a una «cornice normativa generale». In pillole: il regolamento cui si sono opposti i 202 studenti sardi «non ha una base giuridica nella normativa nazionale» ma al contrario in base alle leggi in vigore «le università devono assicurare la conclusione dei corsi di studio e di rilascio dei relativi titoli secondo gli ordinamenti didattici previgenti agli studenti già iscritti alla data di entrata in vigore dei regolamenti stessi». Come dire che le regole non si possono cambiare quando la partita è già cominciata. Infatti - scrivono i giudici nelle ultime righe della sentenza - le «disposizioni regolamentari impugnate vanno annullate erga omnes ma nelle sole parti che risultano di pregiudizio per i ricorrenti di primo grado».

Sembra di capire che l’Università potrà stabilire regole nuove, in linea con quelle statali, per gli studenti che si iscriveranno da ora in poi.

Sulla sentenza il rettore Giovanni Melis ha osservato che «ad oggi nessuno è stato dichiarato decaduto. L’obiettivo del regolamento è sempre stato quello di stimolare gli studenti iscritti fuori corso da anni a riprendere con regolarità gli studi. Tale obiettivo può dirsi ampiamente raggiunto: ad oggi, infatti, 1.500 studenti, potenzialmente decadenti per effetto delle norme introdotte, concluderanno il proprio corso di laurea entro l’anno. Valuteremo il dispositivo della sentenza - aggiunge il rettore - per comprendere come si possa continuare a garantire un efficiente servizio didattico su corsi che, anche per effetto delle varie riforme ministeriali, non sono più attivi da oltre un decennio». (m.l)

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