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psichiatria o non?malati o non?

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16 Anni 2 Settimane fa #132113 da Poison
Ho sentito al tg di quell\'uomo che ha tenuto segregata la figlia per 24 anni nella cantina di casa propria ed ha concepito con lei 7 figli.Vorrei sapere se quegli individui che sono propensi per istinto a compiere atti non definibili \"normali\" dalla società, come stupri, violenze, sono oggetto di studio della psichiatria in quanto \"malati\". e di che tipo di malattia si tratta, dato che non sono presenti anomalie biochimiche funzionali, forse \"malattie del comportamento\"?? Inoltre se tali individui vengono definiti malati, quali sono i criteri MEdici, e non etico/morali, per definirli tali?Qual è il confine tra malattia e \"normalità\"?ciao

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16 Anni 2 Settimane fa #132144 da Emildandy
Eh eh caro(cara?) Poison, bella domanda! E\' uno dei miei dilemmi filosofici preferiti.Direi che ci possono essere tre risposte, una medica/psichiatrica, una giuridica, e una etica.La risposta medica/psichiatrica è che ci sono molti disturbi che possono \"giustificare\" comportamenti aberranti, il problema (anche giuridico e etico) è mettersi d\'accordo sul significato di \"giustificare\".Il più noto è probabilmente il disturbo anti-sociale di personalità, che poi è quello che veniva chiamato sociopatia e che assomiglia (anche se non è la stessa cosa) al concetto di \"psicopatico\". Vedi: it.wikipedia.org/wiki/Disturbo_antisocia..._personalit%C3%A0Poi mi viene in mente il disturbo esplosivo intermittente ( www.psicocitta.it/disturbi-psicologici/d...vo-intermittente.php ),ma anche la possibilità di uno psicotico grave (ad esempio con allucinazioni sonore) che sia indotto a commettere azioni criminose dalla sua malattia.E comunque nota bene che tutte le perversioni legate ai reati sessuali (pedofilia, incesto, stupro) sono considerate malattie psichiatriche e chiamate \"parafilie\".In un certo senso, tutti i criminali che non siano condizionati da stimoli ambientali sono \"malati\", cioè deviano dalla normalità, in termini medici, fin dalla micromicrocriminalità; un neuropsichiatra infantile potrebbe dire che il ragazzino che fa il bullo con i compagni o vende droga ha un disturbo di iperattività o un disturbo oppositivo ecc. ecc., figuriamoci per un personaggio come quello del caso austriaco.Da un punto di vista giuridico il discorso è un po\' diverso. Come sai, esiste l\'infermità mentale che esclude la responsabilità penale. Però l\'infermità mentale ce la può avere lo schizofrenico a cui le voci hanno detto di uccidere qualcuno (evenienza molto rara, in realtà gli schizofrenici sono molto raramente violenti e pochissimi tra i casi di cronaca nera più noti riguardano malattie del genere, notabilmente David Berwowitz a cui è ispirato il film di Lee \"Summer Of Sam\"), non il \"sociopatico\", altrimenti buona parte dei peggiori criminali non sarebbe perseguibile!Da un punto di vista morale: se trovi una risposta dimmela. E\' colpevole una persona di essere psichicamente deviante, e non provare rimorso o inibizioni? Se è nato così o lo è diventato da piccolo, qual è la sua colpa?Ma se vogliamo: cos\'è la colpa, in genere?Bè spero di averti risposto almeno sulla parte medica.

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16 Anni 2 Settimane fa #132167 da Poison
Beh, anzitutto dobbiamo dire che stiamo parlando di “colpa” in ambito morale, e non giuridico, laddove significa l’aver infranto una legge.Per definire la “colpa morale”, bisogna prima definire la morale. Ed una definizione di quest’ultima non può esistere a meno che non sia tautologica. Potremmo dire che la morale è quell’”istituzione filosofica”, quella legge, che definisce quali siano i comportamenti giusti e quali non lo siano. Ma come possiamo discernere gli elementi di questi due insiemi? Potremmo ancora dire che i comportamenti giusti sono definiti dalla natura umana, ma cos’è questa “natura dell’uomo”, ammesso che esista??Il ragionamento mi spinge al di là di definizioni assolute, complice ahimè il relativismo.Pertanto mi riesce impossibile dare una definizione di “morale” pertanto anche di “colpa morale”, in quanto quest’ultima derivi direttamente dal significato della prima.Filosofie da profani a parte, ti ringrazio per la risposta.Potremmo quindi riassumere dicendo che parte di ciò che in ambito morale è definito come “perversione”, è assunto in linguaggio medico-psichiatrico col termine “parafilie”. Tuttavia questa definizione è prettamente dettata da termini ancora morali o, se vogliamo, statistici (la normalità è ciò che la maggior parte della gente fa/pensa)! Fingo di sapere che cosa sia la morale e mi chiedo: quali sono i criteri per definire un individuo affetto da una parafilia? È possibile vedere queste situazioni dal punto di vista unicamente scientifico?Fingo di credere che esista una vera normalità e ti domando: esistono cure che permettano ai malati di tornare normali?Forse delle rieducazioni? E se si, stiamo varcando la porta della psicologia oppure della psichiatria?Grazie,ciaoPs. Cmq caro poison andava bene…il fatto è che il nome l’ho scelto in fretta senza pensarci troppo(era la canzone che stavo ascoltando) e effettivamente è ambiguo :D

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16 Anni 2 Settimane fa #132336 da Dr.Fede
Si riscontra in questi individui una riduzione della soglia di attivazione dei recettori per neurotrasmettitori di tipo eccitatorio/attivatorio. Le vie devono essere attivate con sensazioni più forti, la ricerca quindi è intrinseca ad una loro carenza di tipo biologico-chimico.

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