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Omeopata toglie l\'insulina, muore a 16 anni.

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13 Anni 8 Mesi fa #208208 da lucadoc
quoto ogni virgola, forse avete già letto questo articolo su come andarono effettivamente quegli esperimenti "condotti" da Benveniste, lo ripropongo comunque perché aiuta a capire ciò che è davvero l'omeopatia. E' un po' lungo ma ne vale la pena.


[size=12pt]L'incredibile caso del dottor Benveniste[/size]

Il 30 giugno 1988 il mondo scientifico fu attraversato da un brivido. L'evidenza e la scienza venivano messe in discussione in un attimo da una ricerca che sembrava rivoluzionare il sapere acquisito fino ad allora ed apriva orizzonti incredibili. Questa vicenda è paradigmatica anche nel contesto "complottista" che vuole le nuove scoperte, soprattutto quelle che rivoluzionano la scienza attuale, boicottate e nascoste da chi la scienza la fa, la studia e la sfrutta. Jaques Benveniste era professore all'Università di Parigi-Sud, di Clamart, direttore dell’Unité 200 dell’Institut National de la Santé e de la Recherche Médicale (INSERM) di Parigi. Un personaggio ai vertici della sanità francese e mondiale. Il 30 giugno 1988 sulla rivista Nature, una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo, apparve un articolo: Human basophil degranulation triggered by a very dilute antiserum against IgE." Gli autori erano, oltre allo stesso Benveniste, degli studiosi di tutta Europa e canadesi, Italia compresa. Ognuno aveva collaborato a parti dello studio ed era stato inserito come autore per una delle sperimentazioni più incredibili della storia della medicina. Si dimostrava che diluizioni estreme di un antisiero (tanto estreme che non dovevano più esistere molecole dell'antisiero, in quella soluzione, in pratica diluizioni omeopatiche) in acqua, producevano lo stesso effetto che l'antisiero ha in condizioni normali, cioè quello di scatenare la degranulazione dei granulociti basofili (una classe di globuli bianchi che interviene nei meccanismi di difesa immunitaria). Una sostanza in diluizione omeopatica aveva un effetto, misurabile. Per la prima volta.
Era la dimostrazione che la memoria dell'acqua esisteva. Era la prova che l'omeopatia, tanto bistrattata, si basava su qualcosa di esistente.
Il siero era diluito oltre 120 volte e smentiva non solo le considerazioni mediche sull'omeopatia ma anche la legge di Avogadro. Più che una rivoluzione quindi.
L'articolo, come prevedibile, scatenò una reazione enorme. Il mondo scientifico era in bilico tra la rabbia del leggere di una vera e propria eresia, che però era scritta, nero su bianco, su Nature, ed il disorientamento causato da queste affermazioni.
Il direttore di Nature fu al centro di dure polemiche e lo stesso i responsabili dell'INSERM che avevano ottenuto fondi statali per condurre una ricerca dalle basi scientifiche nulle.
Lo studio sembrava soddisfare tutti i criteri di rigore e controllo richiesti per una ricerca e soprattutto il gruppo di referees (sono studiosi, in genere molto prestigiosi, che controllano una ricerca prima che questa venga pubblicata, per verificarne correttezze, attendibilità ed applicazione dei criteri di serietà di uno studio scientifico) non aveva messo al bando lo studio, facendolo finire sulle pagine di Nature che, ricordiamo, è come la Bibbia delle riviste scientifiche. Chi pubblica su Nature, può benissimo aspirare ad una carriera fulminante e prestigiosa. Nello studio quindi ci doveva essere un errore per molti scienziati che definivano quella ricerca "delirante".
Il direttore della rivista, John Maddox, tra le feroci proteste, cercò di spiegare che la discussione che sarebbe scaturita da quella ricerca, avrebbe finalmente chiuso la polemica degli omeopati sul presunto boicottaggio da parte della "scienza che conta" delle loro teorie.
Maddox, aveva comunque precisato nell'articolo, che prima di giungere a conclusioni su quella esperienza incredibile (così definita anche da lui), bisognava aspettare le prove definitive, la ripetibilità dei test ed il controllo delle procedure. Venne creata così una commissione di controllo che aveva il compito di verificare le affermazioni fatte e ripetere gli esperimenti, direttamente dall'autore dello studio, ma sotto stretto controllo. A questo punto, oltre che della scienza, erano anche la rivista Nature ed il suo direttore ad averne interesse. Trovare un errore nelle procedure, avrebbe risolto il problema per tutti: la rivista era salva con il suo direttore, gli omeopati ne uscivano puliti e gli scienziati tiravano un sospiro di sollievo. L'unica "vittima" sarebbe stata al limite l'autore dell'errore, qualcuno che aveva redatto lo studio. La commissione fu composta da Maddox stesso, da Walter Stewart, ricercatore esperto di patologia clinica (e tecniche di laboratorio) e molto esperto negli errori e nelle frodi della ricerca medica e da James Randi, un esperto in trucchi e tecniche di illusione. La prima parte dell'ispezione consisteva semplicemente nell'assistere agli esperimenti, direttamente nel laboratorio dell'INSERM, sarebbero poi stati adottati dei metodi di controllo sulle procedure meno convincenti o più importanti per verificarne la correttezza.
Gli esperimenti si susseguirono senza problemi, riuscirono tutti e non mostrarono particolari complicazioni. L'unica cosa che saltò all'occhio di James Randi, fu che i dati venivano copiati su un quaderno dall'assistente di Benveniste, Elizabeth Davenas (era una delle autrici della ricerca), sempre a matita e che poi il quaderno veniva portato dalla donna a casa dove lei provvedeva a ricalcare con la penna i dati ottenuti. Altro particolare, la conta dei basofili degranulati, era affidata a diverse persone, ma solo la Davenas rilevava un risultato positivo, solo lei certificava un effetto dell'acqua "omeopatica". Qualcosa quindi non andava, i controlli sembravano portare più ad un imbroglio che ad un errore involontario...
Fu così che James Randi trovò un modo per evitare la frode intenzionale. Le provette con il siero diluito furono fatte preparare dalla Davenas con delle etichette, così che lei conoscesse (e fosse sicura di conoscere) quali contenevano solo acqua, quali siero diluito e quali siero puro: fu tutto video registrato. Quando la Davenas lasciò il laboratorio, il gruppo dei tre "controllori", sempre videoregistrando, tolse le etichette di identificazione dalle provette e le sostituì con altre siglate con un codice poi scritto in un foglio. Il foglio con i codici giusti fu chiuso in una busta sigillata ed incollato al soffitto del laboratorio. Era un "studio cieco" artigianale. Nessuno tra quelli che conducevano gli esperimenti, avrebbero potuto sapere cosa stavano testando: se acqua semplice, se acqua con il siero ultradiluito (omeopatico, diciamo) o se il siero non diluito e quindi attivo.

Andarono tutti via, ma Randi, compì un'ultima operazione. Segnò a terra la posizione di una scala appoggiata ad una parete del laboratorio, la stessa usata per incollare la busta con i codici sul soffitto, se qualcuno avesse visto la busta, la tentazione di prelevarla, avrebbe potuto prendere il sopravvento.
Il giorno dopo, Randi racconta dell'atteggiamento sereno e rilassato (aveva pure convocato una conferenza stampa) di Benveniste e quello preoccupato della Davenas.

Al momento del controllo dei risultati fu una tragedia: furono prelevati dalla busta nel soffitto i codici e controllate le provette: quelle con il siero diluito (quelle "omeopatiche", per intenderci) non avevano avuto nessun effetto sui granulociti. Niente, nemmeno un piccolo risultato.
Era stata tutta una truffa.
Al primo tentativo di controllo serio, insomma, il castello montato dai ricercatori francesi è crollato miseramente ed in maniera ignobile.
La scala appoggiata alla parete era stata spostata e sulla busta vi erano segni di un tentativo di apertura.
Ufficialmente, le chiavi del laboratorio dell'INSERM le aveva solo Jacques Benveniste.
Fu la caduta dell'imperatore.

Maddox, riabilitò ed anzi accrebbe il prestigio della sua rivista, aveva dimostrato apertura nell'ospitare un articolo scientifico "crudo e duro" come quello di Benveniste ma ne dimostrò con i fatti l'inconsistenza. L'esultanza degli omeopati si spense immediatamente, la scienza invece non esultò più di tanto, quasi nessuno si era esposto giudicando "interessante" lo studio sulla memoria dell'acqua, per il semplice motivo che si basava su teorie e dati assolutamente falsi e senza senso.

"Le conseguenze per la fisica sarebbero state più profonde di quelle che ebbe la scoperta che la terra è sferica. La scienza, così come la conosciamo, avrebbe dovuto essere cancellata e riscritta da capo." (D. T. Reilly, Explanation of Benveniste, Nature, 334, 285, 1988.).

La smentita della correttezza dell'idea di Benveniste comunque, non venne solo da Nature. Diversi ricercatori nel mondo provarono a ripetere quegli esperimenti, sempre con esito negativo, la rivista scientifica (molto più divulgativa di Nature) francese "Science et vie" dopo aver ripetuto l'esperimento diverse volte con esito negativo, pubblicò i propri risultati dandone eco nazionale in uno stato che è sede della più grande ed importante azienda omeopatica.

Il 9 dicembre 1993, Nature pubblicò uno studio che scriveva la parola fine sull'affare Benveniste, dal titolo emblematico, identico a quello di Benveniste ma con un "is not" aggiunto nel titolo:

Human basophil degranulation is not triggered by very dilute antiserum against human IgE.

All'INSERM la situazione precipitò, molti abbandonarono il gruppo di lavoro di Benveniste, alcuni degli autori dello studio ritirarono il loro nome dalla lista di partecipanti alla ricerca,

E cominciarono a scoprirsi i primi, gravi, problemi di conflitto di interessi.
Jacques Benveniste aveva firmato qualche anno prima (attorno al 1983) un contratto di collaborazione, studio e finanziamento, prima con la LHF, un'industria omeopatica e poi con la Boiron, la più grande multinazionale di omeopatici che ha sede proprio in Francia. La sua assistente, la Davenas aveva un contratto all'INSERM finanziato proprio dalla Boiron e qualche anno dopo il suo ingresso nell'istituto, prese il posto di un'altra assistente di Benveniste da poco dimessa.
La Boiron poi acquistò la LHF e diventò l'unica finanziatrice del laboratorio di Benveniste, versando nelle sue casse milioni di franchi francesi.
L'INSERM per cercare di recuperare credibilità, ripetè gli esperimenti inserendo un errore statistico di campionatura, cercando di giustificare con quello la mancanza di risultati e dimostrando almeno la buona fede dell'istituto, ma anche stavolta non vi fu nessun risultato positivo delle soluzioni ultradiluite, nemmeno inserendo degli errori volontariamente.
La dottoressa Davenas, fu licenziata, Jacques Benveniste proseguì fino a scadenza del mandato, quando fu poi allontanato.
Terminò la sua vita studiando e sperimentando la trasmissione del pensiero via radio.
Un crepuscolo triste per una persona che, ai vertici della sanità di una grande nazione europea, avrebbe potuto utilizzare per scopi positivi e benefici, non solo la sua intelligenza, ma anche i finanziamenti pubblici. La sua truffa fu un colpo durissimo per l'industria omeopatica che non è mai riuscita a cancellare questa macchia. Pensare a cosa sarebbe successo se l'imbroglio non fosse venuto a galla è qualcosa di inimmaginabile ma ancora più strano è cercare di capire a cosa può arrivare una persona per la sete di denaro. Quell'affermazione era talmente grande e sorprendente che prima o poi, qualcuno, l'avrebbe smentita, cercando di riprodurla.
Il 3 ottobre 2004 muore Jacques Benveniste e con lui tutto ciò che sembrava aver aperto una nuova era per la medicina e per l'uomo e che alla fine, purtroppo per tutti, era stato solo un gioco di illusionismo, di basso livello.
medbunker.blogspot.com/2009/08/omeopatia...caso-del-dottor.html



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