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Nega antidolorifico perchè obiettore

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15 Anni 8 Mesi fa #153994 da
\"Niente antidolorifico, sono obiettore\"Niguarda, assistenza negata a una donna durante un aborto terapeutico di Laura Asnaghi MILANO - Succede all´ospedale di Niguarda, uno dei colossi della sanità lombarda, dove Cl ha conquistato i vertici dell´ente. Un medico anestesista si è rifiutato di somministrare un antidolorifico a una giovane donna ricoverata per un aborto terapeutico. \"Mi spiace, sono un obiettore di coscienza, non posso farlo\" ha risposto alla donna, una giovane ucraina di 30 anni, in preda a dolori fortissimi, causati dai primi interventi per l´induzione dell´aborto terapeutico. L´antidolorifico in questione non era una semplice pillola che qualsiasi medico avrebbe potuto dare alla donna: si trattava di un forte anestetico, la somministrazione compete appunto a un anestesista. \"Questo è´ un fatto gravissimo\" dice la Cgil di Milano che ha raccolto la denuncia presentata dal marito. L´uomo, un italiano che ha chiesto di mantenere l´anonimato, è rimasto molto scosso e amareggiato per quello che è successo a sua moglie l´8 luglio scorso, in ostetricia, al Niguarda. Il giorno dopo, mentre lei era ancora ricoverata, è andato al sindacato a denunciare il medico obiettore che \"si è rifiutato di alleviare il dolore di mia moglie\". Secondo la Cgil, il caso milanese si configura come \"omissione di assistenza\" e si sollecita l´ospedale ad aprire una inchiesta nei confronti del medico.«È assurdo parlare di scandalo, la Cgil esagera - replica Pasquale Cannatelli, il direttore generale del Niguarda, ciellino doc - adesso verificheremo come sono andate le cose». Ma in reparto Maurizio Bini, il primario, noto medico non obiettore, non ha problemi a dichiarare che secondo lui \"il medico avrebbe dovuto assistere la donna\".Ma non l´ha fatto e così Bini nei giorni scorsi ha riunito i suoi medici, 19 in tutto, di cui solo 5 praticano gli aborti (830 in un anno). «Ci siamo confrontati - dice - per capire se è possibile che un medico obiettore possa rifiutare un antidolorifico a una donna sottoposta ad aborto terapeutico alla 21esima settimana. Io sono dell´idea che non lo possa fare. Però, di fronte a pareri discordanti, abbiamo deciso di porre la questione al comitato etico dell´ospedale». Bini, comunque, non si è limitato ad aprire un dibattito. Quando ha saputo che la donna stava male e in corsia si era scatenata la bufera per l´obiezione fatta dal medico anestesista, al letto della paziente è arrivato lui. «Prima l´ho curata e poi mi sono scusato con lei - spiega - il marito era così infuriato che la voleva portare in un altro ospedale. Ma si è calmato quando ha visto che dopo un´iniezione di morfina sua moglie stava meglio. Certo, non era compito mio fare quella iniezione, ma i medici abortisti nel mio reparto sono così pochi che spesso mi capita di rimboccarmi le maniche e fare da solo».La vicenda del Niguarda riapre lo scontro sull´aborto e, in particolare, sull´uso che i medici possono fare dell´obiezione di coscienza. Ma Fulvia Colombini che ha denunciato l´episodio milanese, insieme a Marzia Oggiano della Cgil Funzione pubblica, chiede \"che l´Ordine dei medici si pronunci sul tema dell´obiezione di coscienza che non può essere invocata in questo caso, perché alleviare il dolore è un preciso dovere del medici\". La Cgil chiama in causa anche la Regione: \"Si definisca un codice etico di comportamento che tuteli i medici e le donne sul fronte della 194\". E se la risposta sarà il silenzio, si minacciano proteste in piazza. milano.repubblica.it/dettaglio/Niente-an...no-obiettore/1489664 In una situazione come questa secondo voi l\'anestesista ha fatto bene? Era un suo diritto negare la morfina alla paziente? Perchè con questa decisione sembra quasi che il medico volesse punire la paziente perchè stava abortendo. Altra cosa che mi chiedo...ma perchè fra i ginecologi ce ne sono così tanti che fanno parte di questo movimento ecclesiastico chiamato comunione e liberazione? Se hanno tutti questi problemi religiosi non era meglio per loro scegliere un\'altra specializzazione in cui questi non c\'erano? Oppure è proprio perchè sono contrari a queste pratiche che vanno a fare i ginecologi, in modo da essere obiettori e impedire il più possibile l\'aborto?

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15 Anni 8 Mesi fa #153999 da trekka
Legalmente penso proprio non sia corretto. Eticamente men che meno ma questa è una mia opinione!Se un obiettore di coscienza obietta la 194 si parla solo ed esclusivamente di interventi o farmaci abortivi, non di altro a discrezione del singolo di volta in volta. O si fa chiarezza o prima o poi perderemo del tutto la già labile fiducia dei pazienti. :dry:Riguardo alla seconda domanda ti rimando ai numerosi topic sull\'argomento...del resto la laicità dello stato italiano è sempre più dubbia in tutti i campi.

E' facile sapere contro cosa si combatte. Più difficile è sapere in cosa davvero si crede.

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15 Anni 8 Mesi fa #154014 da
Non è mia intenzione emettere verdetti inappellabili e condannare qualcuno , nè tantomeno sentenziare su altri per di più senza conoscere esattamente i fatti, ma la vicenda in questione così per come è stata riportata alla cronaca, dipinge davvero una condizione inaccettabile. Non mi sembra umano lasciare soffrire qualcuno per non venire meno a quei principi che paradossalmente dovrebbero per l’appunto erigersi proprio sulla pietà verso il prossimo . Ripeto , non è mia intenzione condannare nessuno o fare polemiche, ma quando si è impegnati a prestare un servizio in qualità di professionisti bisogna farlo nel migliore dei modi e sempre nell’interesse del malato. Abbandonare il paziente per di più in preda a dolori , per non sentirsi condannati dal proprio credo, significa allo stesso tempo condannare quel paziente alla sofferenza del non averlo soccorso .Lo trovo inaccettabile.Che io sia credente o meno questo non deve interferire col servizio che devo prestare,credente o meno non posso abbandonare il mio paziente rifiutandogli assistenza, sul posto di lavoro si può continuare ad essere credenti ma senza imporre il proprio credo tramite omissioni e senza che questo nuocia o interferisca con l\'ammalato.Non voglio addentrarmi nei meandri di religione e legalità o meno dell’ obiezione , credo però che quando si è chiamati a offrire un servizio, a svolgere una professione il cui scopo è quello di tutelare altri individui ,risolvere o stabilizzare quadri critici, rendere sopportabili i dolori,ma soprattutto non nuocere al paziente, si dovrebbe avere l’umanità,il rispetto e la correttezza di non venire meno a quei doveri che la professione medica impone, primo tra tutti alleviare le sofferenze dei pazienti.Qualora lo stato dei medici obiettori dovesse permanere, bisognerebbe almeno garantire sul posto anche la continua presenza di chi possa fornire quella prestazione per la quale altri si sono( giustamente o ingiustamente che sia) rifiutati. Con questo non si intenda di voler porre l’accento o la colpa su i non obiettori irreperibili anzi,trovo ugualmente inaccettabile chi non era presente ma ancora di più chi era presente e ha comunque abbandonato quella donna a soffrire nel letto quelle sofferenze.Va bene il libero arbitrio, lasciamo che ognuno scelga il suo credo, ma allo stesso tempo dal momento in cui si prende in mano la vita di altri cerchiamo anche di responsabilizzarci non solo di quello che facciamo ma anche di ciò che non facciamo, cercando di accompagnare il paziente e tenendo fede al dovere che come medico inevitabilmente e giustamente abbiamo di non arrecargli danno in alcun modo ,materiale o religioso che sia.

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15 Anni 8 Mesi fa #154025 da DrHP

Legalmente penso proprio non sia corretto. Eticamente men che meno ma questa è una mia opinione!

Eticamente non è solo tua opinione, se ancora il codice deontologico ha un valore (artt. 7, 17, 19).Il problema comunque si risolverebbe facilmente.La tua coscienza ti impone di non somministrare morfina a una paziente, benissimo: si convoca un collega che non ha tale vincolo di coscienza e lo si paga per la prestazione. 200 euro. Decurtati dallo stipendio dell\'obiettore di coscienza. Così vediamo quanto è profonda questa così millantata coscienza. Ho la netta sensazione che azzereremmo o quasi le obiezioni di coscienza.

Mai darsi per vinti! Mai arrendersi!
comandante Peter Quincy Taggart
Galaxy Quest, 1999

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15 Anni 8 Mesi fa #154029 da LudeMa
Stiamo scadendo davvero nel ridicolo a causa di questi dottorini finti moralisti che sostengono la \"cultura del dolore\", perchè \"bisogna saper donare anche il proprio dolore a Dio\", frasi che mi ricordano tanto le fustigazioni col cilicio...C\'è da chiedersi quale giuramento abbiano prestato, preferiscono accantonare ogni umanità di fronte alle prospettive di carriera...Mi piacerebbe che questo post comparisse pure nella sezione \"Cosa è CL\", in modo che alcuni possano farsi una idea.

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15 Anni 8 Mesi fa #154033 da trekka
DrHP ha espresso, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, la seguente opinione:

Legalmente penso proprio non sia corretto. Eticamente men che meno ma questa è una mia opinione!

Eticamente non è solo tua opinione, se ancora il codice deontologico ha un valore (artt. 7, 17, 19).Il problema comunque si risolverebbe facilmente.La tua coscienza ti impone di non somministrare morfina a una paziente, benissimo: si convoca un collega che non ha tale vincolo di coscienza e lo si paga per la prestazione. 200 euro. Decurtati dallo stipendio dell\'obiettore di coscienza. Così vediamo quanto è profonda questa così millantata coscienza. Ho la netta sensazione che azzereremmo o quasi le obiezioni di coscienza.

Non ho osato citare il codice perchè non conoscevo con esattezza gli articoli, ma ne ero certa. Del resto assistere un paziente è il dovere primario del medico, nonchè l\'applicarsi nell\'interesse del paziente.Sarebbe un ottimo modo per eliminare il bigottismo e anche per minare alcuni sistemi di baronato.Ma ho la netta sensazione che in Italia non sarà mai reso possibile. Per ovvie ragioni.Oltretutto non capisco proprio come sia stato possibile permettere una cosa del genere in una struttura pubblica ed essere anche pseudo giustificati dalla direzione generale.

E' facile sapere contro cosa si combatte. Più difficile è sapere in cosa davvero si crede.

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