Consiglia questo sito su Facebook:

Vaticano:la morte cerebrale non è fine della vita

Di più
15 Anni 7 Mesi fa #155372 da Morfeo
www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/pol...i/36144girata.aspNon so,ma ho come la sensazione che ora stanno andando oltre il limite che divide la scienza dalla la dottrina..O forse sono mie allucinazioni.

Black as night, black as coal, I wanna see the sun blotted out from the sky,I wanna see it painted black.

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

Di più
15 Anni 7 Mesi fa #155405 da framaulo
L\'articolo originale dell\'Osservatore Romano è Qui .

Naturalmente, in proposito si è aperta nel mondo scientifico una discussione, in parte raccolta nel volume, curato da Roberto de Mattei, Finis vitae. Is brain death still life? (Rubbettino), i cui contributi - di neurologi, giuristi e filosofi statunitensi ed europei - sono concordi nel dichiarare che la morte cerebrale non è la morte dell\'essere umano.

Da qui a dire \"Non basta la dichiarazione di «morte cerebrale» per decretare la fine di una vita. È quanto scrive l\'«Osservatore Romano» in un editoriale di prima pagina\"... mi sembra che la Stampa voglia stampare un po\' fuori del vaso.PS: grazie a Morfeo per la segnalazione.

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

Di più
15 Anni 7 Mesi fa #155411 da jiibrille
Eggià, come spesso accade dietro il titolone c\'è una spiegazione tutt\'altro che irrazionale, non fermiamoci al livello più superficiale.

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

Di più
15 Anni 7 Mesi fa #155420 da DrWilson
Dietro il titolone c\'è solo la sua spiegazione, inconcepibile e da rispettare quanto si vuole, ma a forza di continuare di questo passo invece che dare messaggi forti finiscono per cadere nel ridicolo, il limite è molto sottile...

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

Di più
15 Anni 7 Mesi fa #155421 da trekka

Facendo il punto sulla questione, Becchi scrive che \"l\'errore, sempre più evidente, è stato quello di aver voluto risolvere un problema etico-giuridico con una presunta definizione scientifica\", mentre il nodo dei trapianti \"non si risolve con una definizione medico-scientifica della morte\", ma attraverso l\'elaborazione di \"criteri eticamente e giuridicamente sostenibili e condivisibili\". La Pontificia Accademia delle Scienze - che negli anni Ottanta si era espressa a favore del rapporto di Harvard - nel 2005 è tornata sul tema con un convegno su \"I segni della morte\". Il quarantesimo anniversario della nuova definizione di morte cerebrale sembra quindi riaprire la discussione, sia dal punto di vista scientifico generale, sia in ambito cattolico, al cui interno l\'accettazione dei criteri di Harvard viene a costituire un tassello decisivo per molte altre questioni bioetiche oggi sul tappeto, e per il quale al tempo stesso costa rimettere in discussione uno dei pochi punti concordati tra laici e cattolici negli ultimi decenni.

ciò che si comincia a mettere in discussione è il nodo sempre più critico di cos\'è vita e cos\'è morte, fino a dove si può arrivare con la medicina e quando invece è accanimento terapeutico?è ovvio che si è optato per una generalizzazione del concetto etico per il semplice fatto che se è possibile il trapianto degli organi, perdonate la crudezza, è perchè a lui non serviranno più. è morto.guardo sinceramente un po\' con diffidenza a chi vuole fare filosofia su basi che invece dovrebbero essere scientifiche. La filosofia è un\'altra cosa. Non ci possiamo continuare a basare sulla filosofia per scegliere le linee guida etico morali di un mondo medico in continua e rapida espansione com\'è quello degli ultimi anni. questo è ciò che penso. si sta esagerando.

E' facile sapere contro cosa si combatte. Più difficile è sapere in cosa davvero si crede.

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

Di più
15 Anni 7 Mesi fa #155425 da jiibrille
trekka ha espresso, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, la seguente opinione:

Facendo il punto sulla questione, Becchi scrive che \"l\'errore, sempre più evidente, è stato quello di aver voluto risolvere un problema etico-giuridico con una presunta definizione scientifica\", mentre il nodo dei trapianti \"non si risolve con una definizione medico-scientifica della morte\", ma attraverso l\'elaborazione di \"criteri eticamente e giuridicamente sostenibili e condivisibili\". La Pontificia Accademia delle Scienze - che negli anni Ottanta si era espressa a favore del rapporto di Harvard - nel 2005 è tornata sul tema con un convegno su \"I segni della morte\". Il quarantesimo anniversario della nuova definizione di morte cerebrale sembra quindi riaprire la discussione, sia dal punto di vista scientifico generale, sia in ambito cattolico, al cui interno l\'accettazione dei criteri di Harvard viene a costituire un tassello decisivo per molte altre questioni bioetiche oggi sul tappeto, e per il quale al tempo stesso costa rimettere in discussione uno dei pochi punti concordati tra laici e cattolici negli ultimi decenni.

ciò che si comincia a mettere in discussione è il nodo sempre più critico di cos\'è vita e cos\'è morte, fino a dove si può arrivare con la medicina e quando invece è accanimento terapeutico?

E fin qui immagino che siano tutti daccordo sul fatto che riguardo un argomento così delicato non si sia ancora giunti ad un punto di vista generalmente accettato, e che pertanto se ne debba parlare e discutere. O sbaglio?

è ovvio che si è optato per una generalizzazione del concetto etico per il semplice fatto che se è possibile il trapianto degli organi, perdonate la crudezza, è perchè a lui non serviranno più. è morto.

Per quanto ciò sia un po\' controverso sono daccordo in linea di principio. Tuttavia se (e dico SE) si dovesse rimettere in gioco il concetto di \'vita\' e di \'morte\' bisognerebbe anche ripensare in maniera diversa al trapianto d\'organi. O sbaglio?

guardo sinceramente un po\' con diffidenza a chi vuole fare filosofia su basi che invece dovrebbero essere scientifiche. La filosofia è un\'altra cosa. Non ci possiamo continuare a basare sulla filosofia per scegliere le linee guida etico morali di un mondo medico in continua e rapida espansione com\'è quello degli ultimi anni. questo è ciò che penso. si sta esagerando.

Appunto. Se non sbaglio nel brano riportato si diceva che:

Il quarantesimo anniversario della nuova definizione di morte cerebrale sembra quindi riaprire la discussione, sia dal punto di vista scientifico generale, sia in ambito cattolico, al cui interno l\'accettazione dei criteri di Harvard viene a costituire un tassello decisivo per molte altre questioni bioetiche oggi sul tappeto, e per il quale al tempo stesso costa rimettere in discussione uno dei pochi punti concordati tra laici e cattolici negli ultimi decenni.

Scusami, devo essermi perso qualcosa: dove, esattamente, si parla di Filosofia?(E anche SE si volesse affidare questa riflessione alla Filosofia, cosa ci sarebbe di sbagliato? Non stiamo generalizzando eccessivamente in preda ad un qualche raptus di profonda avversione verso qualcuno/qualcosa?)

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

Moderatori: Cyanidegaudio
Tempo creazione pagina: 1.093 secondi
Powered by Forum Kunena
EU e-Privacy Directive
Cookie Policy