Violare l'etica medica

Parto da come è finita sull\'altro topic \"Denunciare gli immigrati clandestini\" aprendone uno come proponeva JD88 (quindi non ti arrabbiare, non ti ho fregato l\'idea ti ho solo battuto sul tempo per necessità ), perchè il mio intervento di là sarebbe stato molto OT.

Tempo fa su Forum c\'era il caso di una donna che portava in tribunale la sua ginecologa perchè aveva violato il segreto professionale dicendo al marito che aspettava un bimbo, mentre la donna in questione non voleva dirlo perchè pensava di abortire...piccola precisazione: la ginecologa era anche sua suocera.
Una domanda mi è sorta spontanea...è vero che una donna gestisce il proprio corpo, ma i figli si fanno in due...non è ingiusto? Ovvio che ci sono casi e casi, ma se sei sposata non vedo perchè non devi rendere partecipe tuo marito di questo evento.
(Spero sia un esempio valido:side: , a me ha colpito molto, soprattutto per la situazione di bilico in cui si è trovata la ginecologa)

quindi non ti arrabbiare, non ti ho fregato l\'idea ti ho solo battuto sul tempo per necessità

ma che arrabbiare,mi fa piacere!:laugh: io invece avevo in mente un caso in particolare:http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/cronaca/psichiatra-denuncia/psichiatra-denuncia/psichiatra-denuncia.htmle già che ci siamo:http://portale.fnomceo.it/Jcmsfnomceo/cmsfile/attach_3819.pdfvoi cosa avreste fatto?poi dico la mia..p.s:è possibile mettere un titolo meno \"pomposo\":P ?

BeatriceRappaccini ha scritto:

Parto da come è finita sull\'altro topic \"Denunciare gli immigrati clandestini\" aprendone uno come proponeva JD88 (quindi non ti arrabbiare, non ti ho fregato l\'idea ti ho solo battuto sul tempo per necessità ), perchè il mio intervento di là sarebbe stato molto OT.Tempo fa su Forum c\'era il caso di una donna che portava in tribunale la sua ginecologa perchè aveva violato il segreto professionale dicendo al marito che aspettava un bimbo, mentre la donna in questione non voleva dirlo perchè pensava di abortire...piccola precisazione: la ginecologa era anche sua suocera. Una domanda mi è sorta spontanea...è vero che una donna gestisce il proprio corpo, ma i figli si fanno in due...non è ingiusto? Ovvio che ci sono casi e casi, ma se sei sposata non vedo perchè non devi rendere partecipe tuo marito di questo evento. (Spero sia un esempio valido:side: , a me ha colpito molto, soprattutto per la situazione di bilico in cui si è trovata la ginecologa)

Ma chi è che sceglie la suocera come ginecologa? Sembra un incubo da un film di Woody Allen.Detto questo, e fatte salve tutte le possibili considerazioni morali o di semplice buon senso su quella che era evidentemente una famiglia disfunzionale, mi pare che la legge sia nettamente dalla parte della donna incinta.Il diritto alla paternità non è preso in considerazione dalla legislazione italiana (vedi anche qua ). Questa può sembrare un\'ingiustizia (ma d\'altra parte l\'arbitrio della legge determina quasi sempre una parziale ingiustizia quando si tratta di assegnare torto e ragione in una disputa), ma il principio alla base è che la donna (che sostiene materialmente la gravidanza) detiene il potere decisionale sul proprio corpo.Ma anche se così non fosse stato, la suocera avrebbe comunque violato il segreto professionale, e quindi è imputabile secondo l\'articolo 622 del codice penale (lo trovate qua ); tra l\'altro ciò è specificato espressamente dall\'art. 21 della legge 194 che ha legalizzato l\'aborto in Italia.In questo sito una trattazione più approfondita del problema.

Emildandy ha scritto:Ma chi è che sceglie la suocera come ginecologa? Sembra un incubo da un film di Woody Allen.

Sì in effetti non è stata proprio un genio -.-\' Però mi ha dato da pensare, tutto qua. Ci sono delle situazioni in cui non è facile fare SOLO il medico.

dal codice di deontologia medica:Art. 14Accanimento diagnostico - terapeuticoIl medico deve astenersi dall’ostinazione in trattamenti, da cui non si possa fondatamente attendere un beneficio per la salute del malato e/o un miglioramento della qualità della vita.Art. 15Trattamenti che incidono sulla integrità psico - fisicaI trattamenti che comportino una diminuzione della resistenza psico-fisica del malato possono essere attuati, previo accertamento delle necessità terapeutiche, e solo al fine di procurare un concreto beneficio clinico al malato o di alleviarne le sofferenze.Art. 24Libera scelta del medico e del luogo di curaIl medico può consigliare, ma non pretendere, che il cittadino si rivolga a determinati presidi, istituti o luoghi di cura.Art. 32Acquisizione del consensoIl medico non deve intraprendere attività diagnostica e/o terapeutica senza l’acquisizione del consenso informato del paziente.Il consenso, espresso in forma scritta nei casi previsti dalla legge e nei casi in cui per la particolarità delle prestazioni diagnostiche e/o terapeutiche o per le possibili conseguenze delle stesse sulla integrità fisica si renda opportuna una manifestazione inequivoca della volontà della persona, è integrativo e non sostitutivo del processo informativo di cui all\'art. 30.Il procedimento diagnostico e/o il trattamento terapeutico che possano comportare grave rischio per l\'incolumità della persona, devono essere intrapresi solo in caso di estrema necessità e previa informazione sulle possibili conseguenze, cui deve far seguito una opportuna documentazione del consenso.In ogni caso, in presenza di documentato rifiuto di persona capace di intendere e di volere, il medico deve desistere dai conseguenti atti diagnostici e/o curativi, non essendo consentito alcun trattamento medico contro la volontà della persona, ove non ricorrano le condizioni di cui al successivo articolo 34.Art. 33Consenso del legale rappresentanteAllorché si tratti di minore, interdetto o inabilitato il consenso agli interventi diagnostici e terapeutici, nonché al trattamento dei dati sensibili, deve essere espresso dal rappresentante legale.In caso di opposizione da parte del rappresentante legale al trattamento necessario e indifferibile a favore di minori o di incapaci, il medico è tenuto a informare l\'autorità giudiziaria.Art. 37Assistenza al malato inguaribileIn caso di malattie a prognosi sicuramente infausta o pervenute alla fase terminale, il medico deve limitare la sua opera all\'assistenza morale e alla terapia atta a risparmiare inutili sofferenze, fornendo al malato i trattamenti appropriati a tutela, per quanto possibile, della qualità di vita.In caso di compromissione dello stato di coscienza, il medico deve proseguire nella terapia di sostegno vitale finchè ritenuta ragionevolmente utile.Il sostegno vitale dovrà essere mantenuto sino a quando non sia accertata la perdita irreversibile di tutte le funzioni dell\'encefalo.Visto che si parlava di violazione dell\' etica medica,volevo postarlo a chi gridava \"assassini\" e \"è una pena di morte\".ogni riferimento è casuale,ovviamente.

tornando ai due casi citati...- come ginecologa mi sarei stata zitta...- allo psicologo invece farei un applauso! Ha fatto benissimo...e io avre fatto lo stesso