HIV in Italia spauracchio o sottovalutata?

come sopra, il nostro sitstema immunitario non è perfetto, anzi. se uno lasciasse correre la febbre libera quanto vuole, probabilmente a ogni influenza avremmo conseguenze devastanti.

Contesto quest'affermazione. E' vero che per molte malattie virali (il morbillo, ad esempio, ma anche pare la pandemia spagnola del 1918) e batteriche (penso ad esempio alla peritonite batterica spontanea dei cirrotici) l'attivazione delle cellule infiammatorie fa più danni dell'agente infettivo per se.

Ma noterai che in nessuna di queste malattie è di giovamento un antiinfiammatorio. La tachipirina è peraltro un semplice sintomatico, e non c'è nessuna evidenza medica o fisiopatologica per cui non prendere antipiretici quando si ha una semplice infezione influenzale sarebbe addirittura "devastante". E' verosimile che la febbre sia (a differenza ad esempio dei processi vasculitici del morbillo) un fenomeno fondamentalmente benigno e probabilmente di una certa utilità.

Personalmente quando ho l'influenza il paracetamolo lo prendo solamente se non riesco a dormire per i sintomi della febbre.

In ogni caso, i vaccini sono stati un contributo preziosissimo all'umanità e alla salute pubblica. Lo slogan del "vaccino per" è naturalmente abusato (il vaccino per il fumo, il vaccino per le allergie...), anche per motivi giornalistici; sono tutti interventi comunque che devono passare ancora molte fasi di sperimentazioni.

come sopra, il nostro sitstema immunitario non è perfetto, anzi. se uno lasciasse correre la febbre libera quanto vuole, probabilmente a ogni influenza avremmo conseguenze devastanti.

Contesto quest'affermazione. E' vero che per molte malattie virali (il morbillo, ad esempio, ma anche pare la pandemia spagnola del 1918) e batteriche (penso ad esempio alla peritonite batterica spontanea dei cirrotici) l'attivazione delle cellule infiammatorie fa più danni dell'agente infettivo per se.

Ma noterai che in nessuna di queste malattie è di giovamento un antiinfiammatorio. La tachipirina è peraltro un semplice sintomatico, e non c'è nessuna evidenza medica o fisiopatologica per cui non prendere antipiretici quando si ha una semplice infezione influenzale sarebbe addirittura "devastante". E' verosimile che la febbre sia (a differenza ad esempio dei processi vasculitici del morbillo) un fenomeno fondamentalmente benigno e probabilmente di una certa utilità.

Personalmente quando ho l'influenza il paracetamolo lo prendo solamente se non riesco a dormire per i sintomi della febbre.

e allora siamo più o meno d'accordo.
Per effetti devastanti intendo convulsioni, deliri ecc, frequenti in febbri troppo alte.
Io oltre i 39 gradi per profilassi un mezzo g di paracetamolo lo darei. Poi che sia un sintomatico e che non aiuti la risposta immunitaria, purtroppo è vero,
ma quello che sostenevo è: meglio convivere un pochino più a lungo col patogeno, piuttosto che magari lasciar correre libera una febbre che potrebbe arrivare a essere addirittura più dannosa di un virus influenzale.

gaudio hai ragione, se poi vogliamo dirla tutta la febbre non è che giovi tantissimo alla risposta contro l'agente infettante. Io la considero più come un indicatore che se non dà fastidio è bene conoscere...

Aids, i malati non diminuiscono più. Uno su 4 non sa di essere contagiato:

canali.kataweb.it/salute/2009/11/27/aids...o-non-sa-di-esserlo/

Aids, i malati non diminuiscono più. Uno su 4 non sa di essere contagiato:

canali.kataweb.it/salute/2009/11/27/aids...o-non-sa-di-esserlo/

Purtroppo, secondo me, era prevedibile: il panico iniziale (chiamiamolo così) ha portato ad essere più attenti e consapevoli, con un conseguente calo dei contagi. Il calo dei contagi è stata una notizia rassicurante, si è smesso di parlare tanto di AIDS e questo ha fatto sì che molti abbiano abbassato la guardia, sentendola ormai come una malattia "lontana". E infatti nell'articolo dice:

(...) Tuttavia va detto che nel 2009, il 60% dei nuovi malati di Aids ha scoperto di essere sieropositivo troppo tardi, cioè in concomitanza con la diagnosi di Aids. Ciò significa che c’è una bassa percezione del rischio e che si arriva tardi alle cure. Solo un terzo delle persone con AIDS ha avuto la possibilità di usufruire dei benefici delle terapie antiretrovirali prima di tale diagnosi. In altre parole, mentre in passato le persone stavano più attente, oggi è come se avessero abbassato la guardia.

Purtroppo, secondo me, era prevedibile: il panico iniziale (chiamiamolo così) ha portato ad essere più attenti e consapevoli, con un conseguente calo dei contagi. Il calo dei contagi è stata una notizia rassicurante, si è smesso di parlare tanto di AIDS e questo ha fatto sì che molti abbiano abbassato la guardia, sentendola ormai come una malattia "lontana".

No, non è così, o quantomeno non è solo così.
Sono state l'efficacia delle terapie e la consapevolezza che l'HIV non è automaticamente una condanna a una brutta morte in un tempo relativamente breve a far abbassare la guardia. La gente ha più paura di un brutto tumore che dell'AIDS (a ragione).