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Medicina ed Etica medica.
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La segnalazione è arrivata da un lettore di Corriere.it. «Nulla di male che medici e infermieri si fotografino tra loro — scrive —. Quello che è sconcertante è che in alcune di queste fotografie appaiano anche dei pazienti. Dov'è il rispetto della privacy di queste persone?». Un errore probabilmente commesso in buona fede, ma anche un esempio dell'uso disinvolto che si fa spesso della Rete e dei social network. Le foto, 48 in totale, sembrano infatti una versione casereccia della celebre serie americana Grey’s Anatomy. Se non fosse per quelle due o tre immagini di pazienti ignari e offerti, senza filtri, al pubblico del Web. «Cado dalle nuvole, questo è un fatto inaudito — sbotta Filippo Erice, uno dei medici che appaiono in alcune delle immagini pubblicate (non in quelle con i pazienti) —. Si trattava semplicemente di foto ricordo. Soltanto un imbecille può averle pubblicate su Internet. È come se organizzassi un party all'interno del reparto di terapia intensiva. Qualcosa di gravissimo. Chi entra qua dentro dovrebbe avere un maggiore senso di responsabilità». Certo, un album su Facebook non è così facilmente rintracciabile da chiunque, ma resta in ogni caso la possibilità che quelle foto possano essere viste da tutti. Scaricate e diffuse. Alla faccia del diritto alla riservatezza dei pazienti. Bastava forse che l’infermiera limitasse ai propri amici la possibilità di visualizzare l'album? «Sarebbe stato comunque uno sbaglio — puntualizza il medico —. Io mi sono lasciato fotografare con piacere, ma non avrei mai permesso che le mie immagini finissero in Rete. Volevo soltanto che fossero conservate dalla collega o dal collega. Chi ha deciso di mettere tutto in Rete ha fatto un torto anche a me. Ma soprattutto lo ha fatto ai nostri pazienti. Se fossi uno dei loro familiari, sarei incavolato nero. Questo è un reparto ad altissima intensità di lavoro. Spero soltanto che il responsabile non abbia utilizzato i computer dell’ospedale per i suoi passatempi personali». Magari è stata una leggerezza. «Macché. Nel nostro reparto, all’ingresso, c’è una galleria fotografica che mostra cosa facciamo qua dentro. E in nessuna di queste foto c’è la faccia di un paziente. Quando le persone entrano, trovano solo i volti sorridenti del personale. E nemmeno quelle le metteremmo online». Nel frattempo, la direzione generale dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Udine ha deciso di avviare accertamenti, vietando l'utilizzo di Facebook ai propri dipendenti. Carlo Favaretti, direttore dell'ospedale Santa Maria della Misericordia, ha definito la vicenda «di una gravità assoluta». Poche settimane fa, era stato proprio il Garante della Privacy, Francesco Pizzetti, a lanciare un avvertimento: «Estendendo l’uso della Rete e dei social network come Facebook, attraverso i quali la gente mette sul Web informazioni sui propri comportamenti, cresce il rischio che utilizzando un semplice motore di ricerca in qualunque momento chiunque può venire a conoscere queste informazioni. Internet è una grande opportunità, ma si deve sapere che ciò che viene messo in Rete vivrà di una vita propria sfuggendo al nostro controllo». Finché si tratta di dati e immagini personali, ognuno rischia per sé. Davanti alla salute delle persone, sarebbe meglio tenere chiusa la porta del Web. Germano Antonucci |
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è vero in italia certe cose le vogliamo noi....
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poi se hai la bontà di rileggere qualche vecchio post, vedrai che mi sono sempre preoccupata di problematiche inerenti alla ricerca scientifica in italia, della mancanza di fondi, della mancanza di ricercatori e ricerche valide, delle lobby delle case farmaceutiche, della massoneria baronetta..insomma mi piace spaziare a 360° dove il mio cervello riesce ad arrivare..e soprattutto mi piace ricevere delle risposte, delle critiche intelligenti delle idee a cui io non sono arrivata o non riesco ad arrivare....
non mi piace per nulla la sopercheria, il vittimismo, le invettive, e le etichettature facili e di comodo...
modera i toni, nessuno sta gridando allo scandalo o crocifiggendo fb, io lo uso tranquillamente....utilizzato nella maniera consona è un ottimo strumento anche quello!
come tutto!
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- cenerentola
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Tutti sanno che non si pubblicano foto di gente non consenziente... poi se questa è in ospedale intubata, peggio ancora.
Ma anche degli stessi medici... cioè se quelli non volevano che le mettesse in rete?
Per me è opportuno sempre chiedere!
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DRHOUSE86 moderiamo i toni!
Tutti sanno che non si pubblicano foto di gente non consenziente... poi se questa è in ospedale intubata, peggio ancora.
Ma anche degli stessi medici... cioè se quelli non volevano che le mettesse in rete?
Per me è opportuno sempre chiedere!
E non basta assolutamente solo chiedere..
Secondo quanto prescritto dalla legge, è necessario il consenso scritto di ciascuna persona fotografata per poter pubblicare una foto.
www.fotografi.org/privacy_fotografia.htm
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l'unico commento alla notizia è che tale gaffe poteva essere fatta solamente da un'infermiera, su cui in realtà non ricade ALCUNA responsabilità. L'evento non è per nulla di una gravità assoluta: una gravità assoluta è somministrare neocuraron (miorilassante) invece che neorecormon (eritropoietina). far vedere un paio di malati difficilmente riconoscibili nello sfondo di una foto non è per nulla un fatto di gravità assoluta!!!
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pero' perdonami, vengono pagate ed anche bene, si fanno SOLO 3 anni di corso di studio, solo le piu' scaltre e solerti decidono di portarsi avanti, e sappiamo benissimo come si atteggiano nei vari reparti...tipo (e questo vale anche per i signori maschietti della categoria!)
io sono domeniddio in reparto, tu studentello levati dalle balle!
o mediconzolo ancora specializzando (il che è ancora piu' umiliante).....
perdonami , io non sto studiando 15 anni di medicina, per farmi comandare a bacchetta da una infermiera/e
perchè si fa scopare dal primario!
e Pretendo non i suoi favori sessuali o chissà che altro, ma che sia in grado di prestare bene il suo servizio, servizio che prevede anche uno studio adeguate del comportamento psicologico e deontologico con il paziente, specialmente in ICU!
saranno vecchi babbioni, sara' una notizia di qualche mese fa ma meritano rispetto e umanità! sono PERSONE...
non sono dei topi da laboratorio ma esseri umani!
elisa
ps
poi la pappardera degli sbagli di farmaci ne possiamo parlare in altra sede e quando saro' anche in specialità in grado di risponderti tono su tono...visto che io sto studiando e ho scelto di farlo per tutta la vita e nn di smettere da qui a tre anni!
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Cenerentola io dico solo che se era stata notata una cosa del genere,andava "denunciata" a chi di competenza,e non data il pasto al popolo per sparlare della sanità.Personalmente sono stufo di lavorare in un ambito in cui ogni mio movimento posso dare adito ad un linciaggio mediatico.Presto leggerai su internet notizie del genere "una flebo di fisiologica con scadenza 18/05/09,era ancora in ospedale io giorno 19/05/09".
La domanda è: si può sospendere un professionista sanitario solo perchè vuole condividere con chi la conosce delle foto del reparto ed erroneamente capitano dei volti di pazienti?Ora che i medici si sentano presi di mira e si difendano è una cosa che esula dall'etica professionale e rientra nella privacy ma in ambito privato.Io credo che un'ammonizione verbale sia più che sufficiente.Se poi le famiglie dei malati sentono di aver subito un danno,facciano causa all'interessata.Punto!
PS: l'etica è una parte fondamentale per chi lavora nel nostro campo sicuramente,ma ci sono degli aspetti di questa (QUESTO CASO ESULA) che io non condivido per niente,e ti assicuro che non mi farò scrupolo di "violare",nè ora nè tra 20 anni.Sono altre le cose che devono starci a cuore!
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