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Finto medico

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14 Anni 7 Mesi fa #194089 da DrHP
Finto medico è stato creato da DrHP
Dal Corriere della Sera:
milano.corriere.it/milano/notizie/cronac...-1601823405077.shtml
Pediatra per 19 anni senza laurea
Era dirigente all’ospedale di Rho. I pazienti: bravo e competente
All’Università aveva dato appena sei esami. Il direttore sanitario: «Scoperto quasi per caso»
RHO (Milano) — Un pe­diatra bravissimo. Un’infini­tà di bambini guariti e «guar­di, una competenza che non le dico»: non c’è un genitore che lo neghi. Se non era in corsia stava in ambulatorio, se non in ambulatorio era a parlare di pediatria in qual­che convegno. Peccato solo che non fosse un pediatra. Anzi, in verità neanche un medico. All’ospedale di Rho, il paesone appena fuori Mila­no dove lavorava da 19 anni, a un certo punto stava persi­no per diventare primario. Ma all’università di Padova, dove il suo curriculum lo da­va laureato, aveva dato sol­tanto solo sei esami.

Storie così si sentono più o meno ogni paio d'anni. Mi colpisce sempre il rilievo costante dell'apprezzamento dei pazienti e dei colleghi, il che, a ben pensarci, apre degli interrogativi interessanti.

Il primo è inevitabilmente relativo alla struttura della facoltà. Mi domando, ma se uno può fiondarsi in reparto senza preparazione e farsi apprezzare da colleghi (e vabbè) e pazienti (e qui è già meno facile, specie nel clima attuale), ha davvero senso passare sei anni nelle aule? Non varrebbe la pena fiondarsi in ospedale dal day 1?

Il secondo è relativo all'impunità di una generazione. Voglio dire, li hai fregati ok, hai un posto e uno stipendio ok, il lavoro ti piace (altrimenti non ottieni risultati e comunque un rischio del genere non continui a correrlo). Dai 3 esami all'anno e laureati, no? Quanto ci metterai a passare le cliniche, con anni di esperienza di corsia?
Invece questi tirano avanti dritti per la loro strada, convinti che niente e nessuno possa toccare i loro diritti acquisiti (ovvero rubati alle generazioni che seguono).
Sul curriculum del mio capo campeggia: laurea in medicina 1973, specialità 1976. Tre anni. Noi oggi aspettiamo un anno il concorso e poi ci toccano 5-6 anni di purgatorio. E' una cosa che semplicemente non sta né in cielo né in terra.

Avanti con le vostre opinioni.

Mai darsi per vinti! Mai arrendersi!
comandante Peter Quincy Taggart
Galaxy Quest, 1999

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14 Anni 7 Mesi fa - 14 Anni 7 Mesi fa #194090 da BeatriceRappaccini
Risposta da BeatriceRappaccini al topic Re:Finto medico
Che opinione si può dare? Oo Nel senso, è un fatto, non una presa di posizione....ma cercherò di rispondere.

Quando a cena (tipo mezz&#39;ora fa) l&#39;ho sentito al tg, ridendo e scherzando dicevo a mia madre "beh, volendo potrei dirlo anche alla docente all&#39;esame per scamparla: <<guardi che la laurea in fondo non serve...!!>>".
Il sentimento di fronte a questa notizia? Ambivalente. Da una parte di ammirazione, perchè deve essersi impegnato davvero tanto ad ottenere una tale fama di professionista competente pur non essendo un medico, e ironicamente mi vengono in mente quella sfilza di medici che tali sono per una carta, ma che nella pratica di tutti i giorni sono dei macellai privi di calore umano verso i propri pazienti; dall&#39;altra di disturbo, perchè quando si è dentro il percorso per diventare medici si capisce davvero la fatica di anni che ci vuole per poter indossare quel camice...mi sono chiesta se davvero serva soffrire e stare sui libri per 6 anni più altri 5/6 di specialistica prima di potersi chiamare Medico (l&#39;ho metto volutamente con la M maiuscola). Detto in parole spicce: considerando quanti esaurimenti nervosi si hanno per preparare anatomia, fisiologia et similia, vedere uno che arriva lì bello e per 19 anni lavora in ospedale tra l&#39;apprezzamento di tutti senza aver smosso un dito (più o meno insomma, 6 esami li ha fatti dai, concediamolo) mi irrita abbastanza, per non dire peggio, e mi lascia un pò confusa.
Per il resto, non saprei che dire...se non che non capisco come possa uno qualunque entrare in ospedale tranquillo tranquillo per esercitare senza un briciolo di controlli sul suo excursus professionale, a maggior ragione in un campo in cui si ha in mano la vita delle persone ogni giorno.

...Hide hide you secrets well for in your darkest hour you should dwell...

"Imparare non significa sapere. Ci sono gli eruditi e i dotti; i primi li fa la memoria, i secondi la filosofia." (da Il conte di Montecristo, cit.)
Ultima Modifica 14 Anni 7 Mesi fa da .

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14 Anni 7 Mesi fa #194114 da Cyanide
Risposta da Cyanide al topic Re:Finto medico
La mia domanda istintiva è: se si è così tanto impegnato per avere le conoscenze tali da praticare la professione di pediatra ed essere addirittura STIMATO (perchè non solo era pediatra, veniva anche ampiamente stimato!), cosa gli costava dare questi esami e diventare effettivamente un pediatra?

Poi, il fatto che un uomo, con solo sei esami dati a medicina, ma a volte anche meno, riesca beatamente a spacciarsi per medico, mi dà da pensare su due cose in particolare.
Prima di tutto, la scelta delle università di far entrare gli studenti sul "campo" solo dopo anni di studio sui libri. Mi pare evidente che, nella quotidianità, uno diventa medico più grazie alla pratica che ha fatto, che grazie alla quantità di nozioni immagazzinate.

ironicamente mi vengono in mente quella sfilza di medici che tali sono per una carta, ma che nella pratica di tutti i giorni sono dei macellai privi di calore umano verso i propri pazienti

Esattamente. E mi pare che ne parlavamo appunto in un altro topic. Quindi, se è così lampante l&#39;importanza di fare pratica vera, oltre che di passare la propria vita sui libri, perchè maggior parte delle università continuano a scegliere di mettere la pratica per gli studenti solo "tardi"? Perchè non buttarli subito in corsia, sin dal primo anno? Falsissima la concezione che sia perchè non ci sono le competenze sufficienti. Le competenze si acquisiscono proprio con la pratica, ancor più che con i libri. E i casi come questo, seppur assolutamente estremi, ne sono la prova.
Ciò non toglie che comunque, per essere competenti, studiare è fondamentale. Ma ritengo che le due cose dovrebbero semplicemente andare di pari passo sin dall&#39;inizio, per una formazione migliore e più completa.

Secondo aspetto, com&#39;è possibile che un uomo venga: assunto come medico, lavori per quasi 20 anni come tale, venga quasi fatto primario, senza che a nessuno passi per la testa di controllare che egli effettivamente lo sia? Questa cosa è sbalorditiva. In questo caso è andata bene a tutti, l&#39;uomo in questione era bravo e competente. Ma se fosse capitato una specie di Nick Riviera (cit. I Simpson it.wikipedia.org/wiki/Nick_Riviera )? Insomma, si parla di persone che hanno sulle loro spalle la vita altrui, mi lascia basita che non venga fatto neanche uno straccio di controllo a riguardo, vista la loro responsabilità non indifferente.

La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci (Isaac Asimov)

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14 Anni 7 Mesi fa #194115 da Theli
Risposta da Theli al topic Re:Finto medico

Esattamente. E mi pare che ne parlavamo appunto in un altro topic. Quindi, se è così lampante l&#39;importanza di fare pratica vera, oltre che di passare la propria vita sui libri, perchè maggior parte delle università continuano a scegliere di mettere la pratica per gli studenti solo "tardi"? Perchè non buttarli subito in corsia, sin dal primo anno? Falsissima la concezione che sia perchè non ci sono le competenze sufficienti. Le competenze si acquisiscono proprio con la pratica, ancor più che con i libri. E i casi come questo, seppur assolutamente estremi, ne sono la prova.


Conoscendo (anche se non molto) come possono essere le strutture universitarie e ospedaliere, mi riesce un po&#39; difficile pensare tutti gli studenti del primo anno in corsia. Anche se sarebbe molto utile per far capire la "realtà" agli studenti e per verificare (e dare agli studenti la possibilità di confrontarsi) le attitudini "vere" (e non quelle che si pensa di avere).

"In ogni caso, veniamo dal nulla e andiamo nel nulla, e non c&#039;è nulla di cui preoccuparsi" (Peter Wessel Zapffe)

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14 Anni 7 Mesi fa #194118 da Leizer
Risposta da Leizer al topic Re:Finto medico
Secondo me il primo anno in corsia è molto inutile se non per imparare ad avere un rapporto col paziente e magari imparare qualche procedura medica di base. Se poi devi iniziare a capire qualcosa del paziente che hai davanti senza un po&#39; di fisiopatologia e semeiotica non vai da nessuna parte, ti sembrerebbe di stare in un posto in cui tutti parlano una lingua diversa. Almeno i miei primi tirocini erano così e li ho fatti a metà del terzo....

Eppur si muove

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14 Anni 7 Mesi fa #194121 da Cyanide
Risposta da Cyanide al topic Re:Finto medico

Secondo me il primo anno in corsia è molto inutile se non per imparare ad avere un rapporto col paziente e magari imparare qualche procedura medica di base. Se poi devi iniziare a capire qualcosa del paziente che hai davanti senza un po&#39; di fisiopatologia e semeiotica non vai da nessuna parte, ti sembrerebbe di stare in un posto in cui tutti parlano una lingua diversa. Almeno i miei primi tirocini erano così e li ho fatti a metà del terzo....

L&#39;utilità è appunto quella di fare un po&#39; di pratica con il paziente. Non servirebbero di certo mesi di tirocini, ma basterebbero dei turni da una settimana ciascuno. Nelle grosse università comprendo che comunque possa essere un problema. Nella mia università si fanno sin dal primo anno dei tirocini infermieristici (quest&#39;anno sono stati facoltativi). Il senso è quello di avere un primo approccio con la vita ospedaliera, imparare delle cose di base, conoscere la vita da infermiere (e non solo la vita da medico), ma anche ad avere una visione umana del paziente e ancora non scientifica, appunto perchè non ne hai le conoscenze.
Io personalmente l&#39;ho trovata un&#39;esperienza veramente utile e ho imparato molte cose, a dispetto di quello che si può pensare. Sarà perchè ho trovato persone (soprattutto giovani) disponibilissime a spiegarmi quello che facevano e ad insegnarmi e farmi fare qualcosa. Non nego di essere stata notevolmente fortunata.

Mettere un pochino di pratica sin dai primi anni non è così utopistico né così inutile e insensato, difatti alcune università si stanno muovendo proprio in questa direzione.

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