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Testimone di Geova rifiuta le cure

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13 Anni 6 Mesi fa #211678 da lucadoc
[size=12pt]Rifiuta le cure per il suo credo
Appello per salvargli la vita
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Un 19enne di San Marino, affetto da leucemia, è ricoverato al Sant'Orsola di Bologna. Respinge la trasfusione perché nel testo sacro dei testimoni di Geova è scritto che solo così entrerà nel regno degli eletti. La denuncia di un gruppo di genitori: "I famigliari hanno creato un cordone impenetrabile, aiutateci"

Gli hanno diagnosticato la leucemia ma lui rifiuta la trasfusione perché è un testimone di Geova. Un ragazzo di 19 anni della Repubblica di san Marino è ricoverato all'ospedale Sant'Orsola, ma un gruppo di genitori firma un appello per tentare di salvargli la vita.
Secondo il credo dei testimoni di Geova, i fedeli non possono ricevere sangue altrui. Per questo il ragazzo nega la trasfusione che potrebbe permettergli di continuare a vivere. "I famigliari - è scritto nell'appello, di cui sono portavoce Massimo Rosti e Liliana Righi - insieme ai rappresentanti del regno, hanno formato un cordone impenetrabile che non permette ai parenti di altro credo o atei di poter parlare con il ragazzo, per poterlo convincere a ricevere la trasfusione per esigenze mediche".
La religione si intreccia alla salute e alla medicina, e al momento spinge il giovane a rifiutare le cure, perchè, come è scritto nel testo sacro, solo così "entrerà fra i 144mila eletti del regno". ''Agli 'amicì del regno, che in questo momento gli sono vicini, che si rendano conto - prosegue l'appello - che il mondo degli eletti può attendere, che qualcuno faccia intercedere queste persone per tentare di salvarlo, perché comunque la guarigione da questa malattia non è sempre certa! Ma è giusto provarci fino in fondo''.


bologna.repubblica.it/cronaca/2010/10/15...gli_la_vita-8099132/

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13 Anni 6 Mesi fa #211680 da benedetta993
...lucrezio (autore del de rerum natura) riteneva che la religione fosse qualcosa che incombe sull'uomo, qualcosa che lo opprime e lo limita...e questa vicenda ne è un esempio...come si può rinunciare alla vita per un "credo" che non si basa sulla veridicità dei fatti ma sulla fede (credere senza provare in prima persona)!!! lo trovo, oltre che assurdo, molto ma molto triste...siamo nel 2010 e dovremmo avere una mentalità più aperta, più scientifica e meno impregnata dalle storielle sui 144mila eletti del regno...ed è triste che per queste storielle un ragazzo rinunci a vivere!

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13 Anni 6 Mesi fa #211681 da Adalo
Dal quotidiano La Stampa del 18 gennaio 2005

Rifiuta la trasfusione Salvata da un giudice
La donna, Testimone di Geova, si era opposta per motivi religiosi


Un imprevisto in sala operatoria nella clinica Villa Maria Pia ripropone il delicato tema del rapporto tra etica professionale e libertà personale. Il medico: «Ho chiesto l’ok alla Procura, è stato un atto di coscienza»

Viva e, nonostante tutto, in rapida guarigione. Eppure questa donna di 45 anni che adesso giace su un lettino di Villa Maria Pia, casa di cura sulla collina Torinese, l’altra notte ha rischiato di morire per colpa di una emorragia interna, imprevedibile complicazione post-operatoria di un intervento di asportazione dell’utero. Testimone di Geova e convinta sostenitrice, per credo religioso, del rifiuto delle trasfusioni di sangue, è stata salvata da un magistrato. Che ha parlato con il chirurgo, e lo ha autorizzato a trasfondere il sangue, nonostante la donna avesse chiesto di evitare ogni tipo di manipolazione. «Ho agito secondo coscienza» dice il medico, che chiede l’anonimato. Replicano, in modo pacato, i Testimoni di Geova: «La sua era una scelta consapevole, dettata dalla fede religiosa, e nessuno può imporgliela. Ma dobbiamo ricordarci che i medici sono sottoposti ai vincoli e agli obblighi della legge». La storia di questo intervento chirurgico è breve e allo stesso tempo drammatica. Federica entra in ospedale qualche giorno fa. Sceglie Villa Maria Pia perché, da sempre, la struttura «collabora» con i Testimoni di Geova. Rispetta in modo totale le convinzioni personali. Insomma, offre il massimo delle garanzie quando si tratta di interventi senza trasfusione. L’operazione a cui viene sottoposta è complessa, ma sembra si risolva tutto per il meglio. A sera inoltrata, però, subentra un'emorragia interna. C’è la necessità di riportare la donna in sala operatoria. L’emoglobina è scesa a livelli minimi. Federica rischia di morire se non le viene immesso subito altro sangue in vena. Il chirurgo parla con i parenti. È un dialogo franco e gentile. Loro, però, sono fermi nel rifiuto: «Dottore, faccia tutto il possibile ma non quello». Lui insiste: Federica è grave, molto grave. La morte potrebbe sopraggiungere da un momento all’altro. Lei non può decidere, è in coma, ma i parenti devono sapere tutto. Loro gli parlano delle convinzioni religiose della donna. Di quell’obbligo scritto sui testi sacri, di astenersi dal sangue: «Agisca secondo coscienza, dottore, confidiamo in lei».
È allora che il medico chiama il 113. Una volante sale a villa Maria Pia. Accerta che, davvero, la situazione è critica e che ormai non si sono altre strade. Dalla centrale operativa un poliziotto si mette in contatto con il magistrato di turno, Carlo Pellicano. Che non ha la minima esitazione ed ordina la trasfusione. Il medico informa i familiari, fa rientro in sala operatoria, conclude l’intervento e ritorna dai parenti di Federica, a spiegare la sua decisione e le motivazioni che lo hanno spinto ad agire così. «Siamo un centro di riferimento per i Testimoni di Geova e rispettiamo al massimo la loro volontà. Ma i medici, in certi momenti, hanno obblighi ai quali non possono venire meno. Siamo vincolati al giuramento di Ippocrate: è nostro compito e dovere salvare la vita alle persone» spiega il medico. E aggiunge: «Negli anni si sono sviluppate tecniche operatorie che consentono interventi in assenza di trasfusione. Si utilizzano accorgimenti particolari ed è ormai patrimonio del sapere comune che una persona può vivere anche valori molto bassi di emoglobina». Ma, una volta su un milione, c’è una necessità diversa, una complicazione: «E per risolverla si deve anche ricorrere ad un atto che può apparire di forza. Ad una presa di posizione che non si vorrebbe mai adottare...». Com’è accaduto l’altra notte, per salvare la vita a Federica.


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13 Anni 6 Mesi fa - 13 Anni 6 Mesi fa #211684 da lucadoc

Siamo vincolati al giuramento di Ippocrate: è nostro compito e dovere salvare la vita alle persone


Noi siamo tenuti a rispettare la libera volontà del paziente, ma quello che mi chiedo io è se si può considerare libero il pensiero di un ragazzo di 19 anni che è cresciuto in un ambiente del genere; noi dobbiamo rispettare la volontà del paziente o i condizionamenti mentali imposti da una setta di folli? Poi la storia dei 144.000 è spaventosa, non vuole la trasfusione perché lui è uno dei prescelti di Dio? Sarò estremo ma lo stato dovrebbe intervenire con forza in questi casi. Non si può morire a 19 anni per una stronzata del genere e nessun Dio, se esistesse, vorrebbe mai un tale abominio.

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Ultima Modifica 13 Anni 6 Mesi fa da .

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13 Anni 6 Mesi fa #211733 da albe89

Siamo vincolati al giuramento di Ippocrate: è nostro compito e dovere salvare la vita alle persone

Sarò estremo ma lo stato dovrebbe intervenire con forza in questi casi. Non si può morire a 19 anni per una stronzata del genere e nessun Dio, se esistesse, vorrebbe mai un tale abominio.


Su questo non mi trovi d'accordo. La libertà di scelta in campo terapeutico vale per Eluana Englaro come per il testimone di Geova che rifiuta la trasfusione.
Da medico chiamerei il giudice solo in due occasioni: se il condizionamente della setta fosse tale da non permettere al paziente di rendersi conto della fatale conseguenza della sua scelta; se lo psichiatra accertasse che il paziente ha turbe mentali.

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13 Anni 6 Mesi fa - 13 Anni 6 Mesi fa #211734 da lucadoc

Su questo non mi trovi d'accordo. La libertà di scelta in campo terapeutico vale per Eluana Englaro come per il testimone di Geova che rifiuta la trasfusione.
Da medico chiamerei il giudice solo in due occasioni: se il condizionamente della setta fosse tale da non permettere al paziente di rendersi conto della fatale conseguenza della sua scelta; se lo psichiatra accertasse che il paziente ha turbe mentali.

Infatti la mia è un'estremizzazione, però la domanda è seria: si può considerare libero di decidere questo ragazzo? Dopo 19 anni passati ad ascoltare una serie ininterrotta di stronzate sui prescelti di Dio, sui 144.000, sulla Bibbia et similia, da parte di adulti che considera affidabili e seri, la sua mente e il suo giudizio si possono considerare liberi? Io penso proprio di no. Se fossi il medico chiamerei subito il giudice.
Poi sia chiaro, per me una persona adulta(ma libera) può scegliere di morire come le pare, c'è chi si cura il cancro con l'omeopatia, chi non vuole essere tenuto in vita da una macchina e chi rifiuta le trasfusioni. La vita è della persona, è libera di scegliere chi ascoltare e di chi fidarsi.

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Ultima Modifica 13 Anni 6 Mesi fa da .

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