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Testimone di Geova rifiuta le cure
Infatti la mia è un'estremizzazione, però la domanda è seria: si può considerare libero di decidere questo ragazzo? Dopo 19 anni passati ad ascoltare una serie ininterrotta di stronzate sui prescelti di Dio, sui 144.000, sulla Bibbia et similia, da parte di adulti che considera affidabili e seri, la sua mente e il suo giudizio si possono considerare liberi? Io penso proprio di no. Se fossi il medico chiamerei subito il giudice.Su questo non mi trovi d'accordo. La libertà di scelta in campo terapeutico vale per Eluana Englaro come per il testimone di Geova che rifiuta la trasfusione.
Da medico chiamerei il giudice solo in due occasioni: se il condizionamente della setta fosse tale da non permettere al paziente di rendersi conto della fatale conseguenza della sua scelta; se lo psichiatra accertasse che il paziente ha turbe mentali.
Poi sia chiaro, per me una persona adulta(ma libera) può scegliere di morire come le pare, c'è chi si cura il cancro con l'omeopatia, chi non vuole essere tenuto in vita da una macchina e chi rifiuta le trasfusioni. La vita è della persona, è libera di scegliere chi ascoltare e di chi fidarsi.
Per me se non ha patologie psichiatriche è in grado di decidere e la sua scelta -anche se non condivisibile- va rispettata. Il giudice lo chiamerei solo per pararmi il fondoschiena.
Non rispettare la libertà di scelta del paziente -seppur col fine di salvare una vita- solo perchè non condividiamo i dogmi che ispirano il rifiuto della terapia ci porrebbe sullo stesso piano dei colleghi che in passato si sono opposti alle scelte coraggiose di persone come Welby.
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Lo stesso esempio si può fare delle persone (purtroppo ce ne sono....) che malate di cancro curabile (o almeno con alta probabilità di guarigione ) si rifiutano di affidarsi alla chirurgia, chemio e radio tradizionali (dettate da anni e anni di dura ricerca con metodo scientifico) e scelgono (plasmati da false tendenze "naturalistiche") una terapia erboristica-omeopatica-olistica-alternativa… condannandosi a una morte quasi certa.
Un oncologo non può minacciare con la forza un malato di cancro a fare la chemioterapia se non la vuole fare!
Lo so, è triste per un medico avere di fronte un morto che si sarebbe potuto evitare con le cure tradizionali, ma noi siamo tenuti a rispettare sempre la libera volontà del paziente (sano di mente), anche la più drammatica.
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Beh si è sbagliato imporre le proprie idee ai pazienti, è sbagliato farlo con chiunque in realtà che sia un paziente o no, però mi fa terribilmente inc*****e il pensiero che ci siano persone che tutti i giorni si aggrappano alla vita con le unghie lottando fino all'ultimo secondo contro malattie che lasciano poche speranze, e magari nel letto di fianco trovi uno che la vita la vuole buttare nel cesso perché in un versetto della Bibbia è scritto che se provi a curarti vai all'inferno...però avete ragione voi, è il paziente che decide cosa fare della propria vita e quale terapia seguire, non il medico.Per me se non ha patologie psichiatriche è in grado di decidere e la sua scelta -anche se non condivisibile- va rispettata. Il giudice lo chiamerei solo per pararmi il fondoschiena.
Non rispettare la libertà di scelta del paziente -seppur col fine di salvare una vita- solo perchè non condividiamo i dogmi che ispirano il rifiuto della terapia ci porrebbe sullo stesso piano dei colleghi che in passato si sono opposti alle scelte coraggiose di persone come Welby.
Mortui Vivos Docent
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Tutto copre,
tutto crede,
tutto spera,
tutto sopporta.
L'amore non avrà mai fine". (Paolo di Tarso)
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Non un intervento a cui il paziente ha negato (per iscritto e davanti a testimoni meglio) il proprio consenso informato. Una volta che il paziente è a conoscenza precisamente delle conseguenze delle sue decisioni (...informato...) sta a lui decidere se volere il trattamento o no. La maggior parte dell'etica di fine vita si basa proprio su questo...
alla fine morirà per una credenza religiosa. Una cosa che non so se accetterei da medico, un domani. Davvero non saprei. E se si pensasse ad una legge che in modo coatto imponesse di agire, si calpesterebbero i suoi diritti. Religione e Medicina non vanno mai d'accordo. Dove finisce una inizia l'altra. Ma in sala operatoria secondo me non dovrebbe mai entrare.
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