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Dottore, ha dormito questa notte?

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13 Anni 3 Settimane fa #217538 da lucadoc
[size=10pt]Se il chirurgo ha sonno, meglio saperlo
Il malato dovrebbe essere informato su quanto ha dormito chi lo deve operare[/size]


MILANO - Prima di abbandonarsi al sonno di un’anestesia in una sala operatoria, il paziente ha diritto di sapere se il chirurgo, pronto a mettergli le mani addosso, è sufficientemente riposato. Questa è l’opinione, espressa lo scorso dicembre in un editoriale sul New England Journal of Medicine, da alcuni medici guidati da Micheal Nurok, anestesista e specialista in terapia intensiva dell’Hospital for Special Surgery di New York.
SONNO ARRETRATO - Capita troppo spesso, infatti, che il medico, dopo un’intensa notte di guardia al pronto soccorso, la mattina seguente debba eseguire operazioni programmate in precedenza. La carenza di sonno può influire negativamente sul buon esito dell’intervento, che sia semplice o complesso, poiché un medico sveglio e all’opera da troppo tempo potrebbe non essere sufficientemente vigile e reattivo e le sue capacità psicomotorie potrebbero risentire del mancato riposo. Negli Stati Uniti l’Accreditation Council for Graduate Medical Education, che si occupa di valutare e accreditare i neolaureati in medicina, ha regolato l’attività dei tirocinanti al loro primo anno di lavoro, ponendo un limite di 16 ore di attività continuativa, seguite da almeno 8 ore fuori servizio. Nessuna regolamentazione di questo genere esiste però oltreoceano per gli altri medici. E da noi, dove la legge c’è, raramente viene rispettata.

CONSENSO INFORMATO - La questione sollevata dagli autori dell’editoriale è se il paziente debba essere o no informato delle condizioni di eventuale stanchezza del chirurgo che si accinge ad operarlo. «Molti studi hanno dimostrato che la mancanza di riposo aumenta il rischio di complicazioni durante gli interventi - afferma Nurok -. E vari sondaggi riferiscono che i pazienti preferirebbero sapere se il medico che li cura è reduce da troppe ore di veglia; in questo caso, la maggior parte dei malati, l’80 per cento, preferirebbe farsi operare da qualcun altro». Alcuni istituti americani hanno cominciato ad adottare politiche che evitano l’assegnazione di interventi chirurgici programmati a medici reduci da una notte di guardia, ma nel complesso non è stato fatto abbastanza. «In attesa di una regolamentazione ufficiale - continua Nurok -, il paziente deve essere messo al corrente della situazione, perché possa scegliere se farsi operare, richiedere, se possibile, un altro medico o riprogrammare l’intervento. Nel caso decida per la prima ipotesi, occorre che firmi un nuovo consenso informato». Ridefinire il calendario delle operazioni chirurgiche rappresenta però un disagio fisico e psicologico per il malato e richiede uno sforzo organizzativo e finanziario per l’ospedale. Il paziente potrebbe inoltre optare per un’altra struttura.

RIPOSO E NORMATIVE - «Non sta al paziente decidere - commenta Francesco Tomei, direttore della cattedra di Medicina del lavoro presso l’Università La Sapienza di Roma -. Anche se il diretto interessato acconsentisse, l’intervento non si dovrebbe fare, oppure dovrebbe essere eseguito da un altro chirurgo in migliori condizioni psicofisiche: è l’organizzazione dell’ospedale che deve garantire la massima sicurezza al medico e al paziente». E in Italia le leggi a tutela di entrambi ci sono, e sono all’avanguardia. «Peccato che nella pratica vengano spesso disattese, nelle piccole strutture di provincia come nei grandi ospedali universitari» precisa l’esperto. Un decreto legge europeo del 2003 prevede un periodo di riposo di 11 ore dopo i turni di notte, ma una norma italiana della Finanziaria 2008, con decorrenza gennaio 2009, stabilisce che tali disposizioni «non si applicano al personale del ruolo sanitario del Servizio Sanitario Nazionale». Viene lasciata insomma ai dirigenti sanitari dei vari ospedali la libertà di stabilire la durata dei turni di riposo e dei turni lavorativi che, come spesso accade, vengono prolungati oltre misura per "esigenze di servizio". Poco importa se, come dimostrano alcuni studi, chi ha lavorato una notte intera senza chiudere occhio ha gli stessi riflessi di ha alzato un po' troppo il gomito. Particolare questo non certo trascurabile, tanto più se si tratta di un medico. Un aiuto potrebbe venire dal decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso aprile in cui, tra le malattie professionali per le quali è obbligatoria la denuncia, sono state inserite quelle connesse alle "disfunzioni dell’organizzazione del lavoro": da cui possono dipendere gli esaurimenti dei medici, ma anche i danni sui pazienti.

www.corriere.it/salute/11_aprile_19/chir...f-00144f02aabc.shtml

Mortui Vivos Docent

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13 Anni 3 Settimane fa #217707 da HelterSkelter
Risposta da HelterSkelter al topic Re:Dottore, ha dormito questa notte?
Ottimo articolo Lucadoc.....

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13 Anni 1 Giorno fa #218677 da ronin195
e io allora, che dormo una notte su due? devo forse cambiare mestiere?

Dato che sono un duro non mi aspetto di piacervi. Io sono un duro ma sono giusto. Qui vige l'uguaglianza: non conta un cazz0 nessuno.

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12 Anni 11 Mesi fa #218742 da ari

e io allora, che dormo una notte su due? devo forse cambiare mestiere?

...non tu, ma chi decide turni massacranti a discapito di medici e pazienti... :)

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12 Anni 11 Mesi fa #218750 da Leizer
e prendere atto del fatto che comunque dopo una notte insonne non sei al top, di soluzioni se ne trovano

Eppur si muove

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12 Anni 11 Mesi fa #218753 da ronin195
ragazzi, quando si lavora si lavora e basta. quando la paga fa schifo devi lavorare e devi fare più turni possibile. molti utenti di questo forum non devono (ancora) pensare a mutui, tasse e bollette e allora non danno troppo peso a queste cose.

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