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perchè ho scelto medicina?
- vale90elav
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spero di essere d'aiuto anche con la mia esperienza personale.
"Per fare il nostro lavoro dobbiamo credere che la sconfitta non è un'alternativa. Che non importa quanto malati siano i nostri pazienti... c'è speranza per loro". (grey's anatomy)
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mii quante risposte!!!
Io non ti saprei spiegare perchè ho scelto medicina senza cadere in parole scontate, potrei dire però che è lei che ha scelto me...sembra molto religiosa la mia affermazione ma non è così!
Non dirò che già a due anni curavo le bambole, ne che a sette anni sfogliavo i libri di anatomia, perchè non è vero! sfogliavo i libri d arte dato che a casa mia c è questo nell aria....no io da piccola volevo fare la parrucchiera, la baby sitter, la cameriera, e per un periodo anche la suora. (questi sono gli effetti della scuola!)
Crescendo poi ho cambiato idea mille volte, e anche se guardavo con ammirazione i medici che incontravo e pensavo "vorrei diventare come loro", ho sempre creduto di non avere le capacità per farlo (complice la mia poca autostima), inoltre poi si viene bombardati da frasi tipo: per fare il medico devi essere abituata a studiare molto, ci vuole il cervello quadrato, è lunga e dura, ecc ecc...ora non dico che medicina non è dura, però parole del genere non incoraggiano la realizzazione di un sogno, ma fanno pensare che quel sogno dovrà rimanere tale perchè non si hanno le capacità!
Il tarlo però era già dentro di me, per questo dico che è lei che ha scelto me, io ci ho solo pensato un attimo e la voglia dentro di me e l interesse per questo lavoro sono cresciuti da soli in maniera sproporzionata, sapere e capire i meccanismi del nostro corpo mi affascina, in più la voglia concreta di aiutare le persone fare qualcosa davvero per alleviare le loro sofferenze, aiutarli a guarire, è una cosa che non ha paragoni..
Quando ho scelto di voler fare medicina non l ho detto a nessuno, ho mascherato tutte le domande strane sotto scienze infermieristiche, avevo paura che qualcuno mi dicesse che non ne avevo le capacità, che ero pazza solo al pensiero di passare il test...in più mia zia ( infermiera) tentava di convincermi che scienze infermieristiche era rapido e indolore...ma a me la rapidità non mi ha mai convinto..
Un giorno poi sono andata in ospedale, al famoso policlinico di Napoli che ora cade a pezzi, dovevo fare un intervento, ero in sala operatoria ad aspettare e attorno a me c erano due chirurghi, e diversi specializzandi che ridevano e scherzavano con me, uno dei chirurghi mi teneva una mano sul viso e mi toccava il naso (gli piaceva!), mi chiese: " cosa vuoi fare da grande?" ed io "bè a settembre provò i test di medicina, ma tanto non entro, magari faccio scienze infermieristiche.." e lui:" noooo, ma che infermieristiche, tu devi fare medicina, ormai tutti si riversano lì perchè non vogliono farsi il culo sui libri per 6 anni più la specialistica e prendersi molte porte sul naso, insomma si accontentano di sapere poco in breve tempo e lavorare più velocemente....poi vuoi mettere le soddisfazioni che abbiamo ogni giorno nel nostro lavoro?!" io allora iniziai a scaricare tutte le mie paure tipo: ma io non passo sono sicura, e poi non sono brava in matematica, e poi sono sempre stata portata nelle materie umanstiche, e poi non ho mai studiato tantissimo, e poi non ne ho le capacità...insomma un sacco di e poi...lui mi disse, anzi loro mi dissero, prova ce la puoi fare, se ci credi e ti impegni ci riesci, non siamo una classe di eletti siamo persone che hanno studiato tanto e tutti i giorni impariamo qualcosa di nuovo, e anche se è dura ogni giorno verrai ripagato dei tuoi sforzi...
è stato il primo e l ultimo medico che mi ha detto una cosa del genere, da quel giorno ho detto basta alle mie stupide paure e ho iniziato a crederci!
Poi alla domanda cosa farai dopo l università ho iniziato a rispondere tento medicina, e non vi dico la faccia delle persone, le risate dietro le spalle, le battutine acide, e l invidia, ho sentito cose tipo aha ha ha quella lì vuole fare il medico ahahahah...
Nemmeno il mio ragazzo mi ha capito, pensava fosse una cosa detta così, dopo aver visto dottor house, le uniche persone che hanno creduto in me sono stai i miei genitori e due amici...
So che non è proprio il motivo per cui ho scelto medicina, ma questo è quello che mi è successo, magari vi sembrerà un pò esagerato, ma è la verità...
Ed ho scritto davvero tantissimo!! mi dispiace....
sei una grande....... poi si sa di gente così n'è pieno il mondo!! continua per la tua strada, il tuo è lo spirito giusto!!
eMMeGi
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- lusyalondra
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sei una grande....... poi si sa di gente così n'è pieno il mondo!! continua per la tua strada, il tuo è lo spirito giusto!!
[/quote]
ma chi io?? ma veramente? :blush:
eh lo so, ma tanto la gente ormai parlerà sempre a vanvera...
grazie!
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Tanti sono i rifiuti , le imposizioni,le costrizioni e le rinunce che la vita spesso ci impone e che ci tocca accettare, perciò perchè essere io stessa a impormi un rimpianto?La prima cosa da fare è essere il primo alleato di noi stessi e non remare contro le proprie passioni.
E’ paradossale, ma la parte più difficile del tutto a volte, non è seguire il sogno , ma trovarlo. Non tutti lo trovano, non sempre lo sentono,non sempre capiscono ciò per cui sarebbero pronti a sacrificare se stessi , forse perché non cercano nel posto giusto.
C’è chi cerca la strada più corta,chi quella più facile, chi quella più remunerativa,chi cerca di emulare un mito, chi di assecondare i genitori, chi cerca la strada per primeggiare in un’elite , chi va a scandagliare ogni volta il modo migliore per difendere sempre il proprio interesse , chi va per esclusione… insomma ognuno cerca dove pensa di trovare , ma non sempre trova la cosa giusta,non sempre trova la risposta alla grande domanda: “cosa vorresti essere?”L’unico modo per scoprire il sogno è cercarlo nell’anima e non ci sono anime o cuori senza sogno.
Ecco perché il difficile non è seguirlo ma trovarlo,perché trovarlo significa decidersi e accettare di mettersi a nudo e rendersi disposti a rischiare tutto , la propria carne, le proprie risorse le proprie debolezze ,pur di mettersi in gioco e accettare la sfida.
Non volevo rimpianti e questa strada era il modo per sentirmi utile e forse …… sentirsi utili e già un modo per iniziare ad esserlo veramente per qualcun altro .Mi riempie l’anima l’idea che quel sofferto e pesante bagaglio che sto mettendo insieme possa essere un aiuto per permettere ad altri di continuare la loro corsa quando saranno stanchi o il loro corpo non avrà più la forza per farlo.
Mi affascinava il corpo umano e i meccanismi che lo tengono in vita,i suoi limiti e le sue enormi potenzialità , la delicatezza con cui si può ammalare,ma allo stesso tempo mi lascia anche inerme la brutalità con cui a volte si corrompe ,si sgrana la sua eleganza e ci tormenta , abbrutendo l’uomo, privandolo di libertà, di autonomia, di possibilità,trasformando noi stessi nella nostra prigione .
Mi affascina la continua rigenerazione che dopo un danno , come dopo una sconfitta,ricomincia instancabilmente , sempre, come fanno le onde che ogni volta dopo essersi rotte sugli scogli rinascono ancora e ancora.
Mi incuriosisce come un qualcosa di così sofisticato e semplice al tempo stesso, sia anche così estremamente delicato nel corrompersi.
Mi stupisce l’enorme capacità di apprendimento con cui i circuiti neuronali imparano a recuperare un danno e a vicariare coraggiosamente a una perdita,mi incuriosisce come , se pur estremamente diversi in salute poi nella malattia ci assomigliamo sorprendentemente tutti … insomma credo che questa capacità di destare interesse verso qualunque cosa e innescare l' instancabile desiderio di conoscere, sia l’essenza del sogno e della passione.
Non è una domanda scontata , forse andrebbe posta anche a chi da tanti anni ormai pratica la professione,perchè molto spesso, forse troppo, alcuni , dopo molti anni di carriera, si dimenticano o perdono la motivazione, la passione , la spinta ..... o forse non l' hanno mai trovata.
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Sempre parole molto belle e molto vere, Faro.Perché la vita è una sola e non volevo avere rimpianti.
Tanti sono i rifiuti , le imposizioni,le costrizioni e le rinunce che la vita spesso ci impone e che ci tocca accettare, perciò perchè essere io stessa a impormi un rimpianto?La prima cosa da fare è essere il primo alleato di noi stessi e non remare contro le proprie passioni.
E’ paradossale, ma la parte più difficile del tutto a volte, non è seguire il sogno , ma trovarlo. Non tutti lo trovano, non sempre lo sentono,non sempre capiscono ciò per cui sarebbero pronti a sacrificare se stessi , forse perché non cercano nel posto giusto.
C’è chi cerca la strada più corta,chi quella più facile, chi quella più remunerativa,chi cerca di emulare un mito, chi di assecondare i genitori, chi cerca la strada per primeggiare in un’elite , chi va a scandagliare ogni volta il modo migliore per difendere sempre il proprio interesse , chi va per esclusione… insomma ognuno cerca dove pensa di trovare , ma non sempre trova la cosa giusta,non sempre trova la risposta alla grande domanda: “cosa vorresti essere?”L’unico modo per scoprire il sogno è cercarlo nell’anima e non ci sono anime o cuori senza sogno.
Ecco perché il difficile non è seguirlo ma trovarlo,perché trovarlo significa decidersi e accettare di mettersi a nudo e rendersi disposti a rischiare tutto , la propria carne, le proprie risorse le proprie debolezze ,pur di mettersi in gioco e accettare la sfida.
Non volevo rimpianti e questa strada era il modo per sentirmi utile e forse …… sentirsi utili e già un modo per iniziare ad esserlo veramente per qualcun altro .Mi riempie l’anima l’idea che quel sofferto e pesante bagaglio che sto mettendo insieme possa essere un aiuto per permettere ad altri di continuare la loro corsa quando saranno stanchi o il loro corpo non avrà più la forza per farlo.
Mi affascinava il corpo umano e i meccanismi che lo tengono in vita,i suoi limiti e le sue enormi potenzialità , la delicatezza con cui si può ammalare,ma allo stesso tempo mi lascia anche inerme la brutalità con cui a volte si corrompe ,si sgrana la sua eleganza e ci tormenta , abbrutendo l’uomo, privandolo di libertà, di autonomia, di possibilità,trasformando noi stessi nella nostra prigione .
Mi affascina la continua rigenerazione che dopo un danno , come dopo una sconfitta,ricomincia instancabilmente , sempre, come fanno le onde che ogni volta dopo essersi rotte sugli scogli rinascono ancora e ancora.
Mi incuriosisce come un qualcosa di così sofisticato e semplice al tempo stesso, sia anche così estremamente delicato nel corrompersi.
Mi stupisce l’enorme capacità di apprendimento con cui i circuiti neuronali imparano a recuperare un danno e a vicariare coraggiosamente a una perdita,mi incuriosisce come , se pur estremamente diversi in salute poi nella malattia ci assomigliamo sorprendentemente tutti … insomma credo che questa capacità di destare interesse verso qualunque cosa e innescare l' instancabile desiderio di conoscere, sia l’essenza del sogno e della passione.
Non è una domanda scontata , forse andrebbe posta anche a chi da tanti anni ormai pratica la professione,perchè molto spesso, forse troppo, alcuni , dopo molti anni di carriera, si dimenticano o perdono la motivazione, la passione , la spinta ..... o forse non l' hanno mai trovata.
La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci (Isaac Asimov)
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- lusyalondra
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parole vere che colpiscono dritte al cuore!
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