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Media e voto di laurea
- daisy puce
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- Madam Poppy Pomfrey
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Similmente ho perso la speranza di vedere il giorno in cui i medici verranno premiati per l'impegno che mettono nel lavoro e per i risultati che ottengono sul campo, piuttosto che sulla base della media dei voti di teoria e delle affiliazioni politiche, ma ehi, questo è il bello della sanità pubblica, che pure l'OMS dice che è una figata, olè.
Amen.
Forse occorre rivedere il nostro concetto di premio...e auto-valutarci nel modo più possibilmente obiettivo, essendo soddisfatti di noi stessi quando facciamo qualcosa di buono e auto-criticandoci in caso contrario. Il sistema di auto-giudizio dovrebbe essere calibrato esclusivamente su risultati tangibili, ovvero su esattezza di diagnosi e percorso terapeutico, perfino la compliance, in molti casi, può farci valutare parzialmente il nostro operato, almeno per quel che riguarda l'aspetto psicologico, secondo me molto importante. Se iniziamo a credere che il nostro valore di medici dipenda dal giudizio del capo-reparto o del professore di turno siamo finiti...addirittura, io penso che certe iniezioni di eccessiva fiducia (e certe protezioni) possano essere in alcuni casi fuorvianti, se non francamente deleteri...
Nello studio è la stessa identica cosa, il risultato tangibile non è il voto, ma l'aver capito il concetto. Io ricordo benissimo un esame di biochimica che non mi sforzai di capire, vista la mia allergia alla chimica...fui interrogata e l'esame andò bene. Ma il voto che ricevetti non corrispondeva minimamente alla mia preparazione. Forse devo esserne felice o vantarmene? Fu un colpo di culo....che comunque mi mise al tappeto all'esame successivo in cui ricapitò la biochimica....e fui costretta ad andarla a capire una volta per tutte. :rolleyes: Anche perchè di solito quando io non capisco una cosa, mi sgamano subito. Il prof di biochimica era distratto, pensava alla pensione alle porte (diede voti alti a tutti, infatti). :rolleyes:
PS: Comunque confermo, ci sono anche i cretinetti....ce n'era uno terrificante, lo chiamavamo "LeccaDario" tanto leccava il posteriore dei prof.....si presentava dicendo il voto dell'ultimo esame prima del proprio nome. Terrificante.
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- Madam Poppy Pomfrey
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- DavideSmed
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Questa "breve" digressione per dire che sto cercando in questi primi anni davvero di dare il massimo, sempre, in ogni minimo esame, da quello più pesante al meno pesante. Eppure, c'è sempre qualcosa che mi fa rendere meno di quello che dovrei. Credo di essere davvero preparata quando mi presento agli esami, ma finisce per esserci sempre un intoppo, il più delle volte una maledetta domanda scritta (per lo più da noi sono stati esami scritti, almeno fino ad ora), quella lettera o numero su una molecola o enzima del sistema immunitario o dei neuroni che ti fa sbagliare. E piccoli errori di questo tipo si accumulano, ci si mette la sfiga contro, ci si mette la sfortuna a conventrare nel tuo compito proprio quello che finisce per fare la differenza. sono attenta ai dettagli, sono attenta alle piccolezze, nonostante i programmi immensi di medicina a volte non lo consentano, sono attenta a non imparare per il solo gusto di farlo, cerco di capire le cose, e lo faccio, o per lo meno questo credo parlando con altre persone e discutendo degli argomenti dell'esame, confrontando le cose che si sanno con altri. Mi sento di capire le cose, di ricordare le cose a distanza di mesi dall'esame, a differenza di quanto sostengono in molti, mi sento di essere preparata e di poter sostenere un buon esame, che mi dia soddisfazione per gli sforzi fatti. Eppure, c'è sempre qualcosa che va in modo inaspettato.
Non dovrei parlare considerando i risultati che ho, ma il punto è che a medicina finiscono sempre per creare quella competizione cattiva, aspra, insana, e maledetta che finisce persino per farti dubitare delle tue capacità. Sono contenta dei miei esami e del mio rendimento fino a quando non vedi quello che succede attorno. Sono contenta di quello che ho dato, di quello che mi è rimasto della preparazione e delle conoscenze acsquisite, quando poi guardare che succede attorno ti facrollare le certezze e mettere per qualche secondo in dubbbio che tutto ciò non basti. E poi ti trovi gente che prova l'esame perchè è scritto, che lo prepara in due giorni a partire dai quiz degli anni precedenti, vedi gente per cui fioccano i 30 con una facilità micidiale, e tu, con tutto lo sforzo e la preparazione sei un pelino al di sotto. E questo succede per lo più agli scritti, dal momento che è davvero complicato tentare e riuscire così ad un esame orale. Succede durante gli esami scritti così piacevoli per i prof perchè vengono corretti immediatamente, perchè permettono loro di non dover stare seduti ore ad ascoltare i colloqui orali degli studenti, agli esami scritti così oggettivi come li giudicano tutti.
Ma possono davvero giudicare un futuro medico? possono davvero permettersi di giudicare una persona se sarà o meno un bravo medico, una persona preparata, in grado di aiutare davvero la gente? Che mi si valuti un esame di chimica o immunologia in quel modo forse poco conta. Ma andando più in là? cosa succede andando più in là?
perchè non si tratta più dei dubbi sul proprio conto, sull'autostima o sulle soddisfazioni personali, si tratta di essere preparati per gli altri, perchè il nostro mestiere è basato prima su quello. Non si tratta di prendere 30 o 27, si tratta di ben altro, e che un esame sia scritto ma soprattutto strutturato in un certo modo, soprattutto in grado di far copiare la gente, spinge certe persone ad andar lì, provarlo, copiarlo, e non sapere una cippa di niente di quello che si sta facendo. E ho avuto una discussione anche abbastanza accesa sulla questione proprio qualche giorno fa con un mio compagno di classe. Il suo commento: "io sono sincero, finchè gli esami saranno scritti e fatti così io vengo a provarli e cerco di copiare."
Beh, a me viene solo lo schifo in una situazione del genere. Non so voi......
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Nello studio è la stessa identica cosa, il risultato tangibile non è il voto, ma l'aver capito il concetto. Io ricordo benissimo un esame di biochimica che non mi sforzai di capire, vista la mia allergia alla chimica...fui interrogata e l'esame andò bene. Ma il voto che ricevetti non corrispondeva minimamente alla mia preparazione. Forse devo esserne felice o vantarmene? Fu un colpo di culo....che comunque mi mise al tappeto all'esame successivo in cui ricapitò la biochimica....e fui costretta ad andarla a capire una volta per tutte. :rolleyes: Anche perchè di solito quando io non capisco una cosa, mi sgamano subito. Il prof di biochimica era distratto, pensava alla pensione alle porte (diede voti alti a tutti, infatti). :rolleyes:
esatto, esatto, esatto!!!! proprio quello che volevo dire!! il problema è che non lo capiranno mai tutti ma soprattutto chi non lo capisce continua a non studiare per lo scopo per cui siamo a medicina, ma per il voto, e chi ci rimette secondo voi??????
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