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Dall'infanzia al momento fatidico.. da quanto ambite allo studio della medicina?

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12 Anni 7 Mesi fa #232070 da Silvano92

no a parte gli scherzi è vero...non serve un programma televisivo o altre cose..te lo senti punto


Ma fatemi il favore! :sarcastic: Non apprezzo tutti questi futuri (o già) camici bianchi che si sentono chiamati da un entità superiore per proteggere la razza umana! :sarcastic:

Secondo me il bello è che si ricordi che prima di tutto siamo esseri umani che non sono migliori di un idraulico o di un insegnante o di uno spazzino, tutti serviamo alla società e poi...

detto tra noi i medici a volte sono solo dei piccoli macellai che non hanno niente di divino anzi sembrano (per esigenza lavorativa) molto più insensibili al dolore altrui rispetto ad altri!


no ma non parlo di vocazione..ma solo di qualcuno che in un momento si sente di fare quella determinata cosa perchè gli piace punto.
non sto discutendo su vocazioni o messaggi divini capito? :)
era solo un mio parere  :)


Scusami Silvano avevo capito male :)


tranquilla/o tanto stiamo solo scambiando opinioni :)

Descrivere il passato, comprendere il presente, prevedere il futuro: questo è il compito della medicina

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12 Anni 7 Mesi fa #232325 da the_Doc89

nonciclopedia.wikia.com/wiki/Test_di_amm...Chirurgia#Il_mistico

comunque come alternativa alle fiamme bastano un paio di pinze e una buona saldatrice  :sarcastic:


il mistico! Bravissimo E' lui... quanto lo odio  :sarcastic:

comunque io preferisco questo stile


ma anche la saldatrice andrebbe bene (magari li alterniamo, io la benzina la porto  :focus:  )


io porto l'acqua santa in modo tale da liberare i corpi posseduti dal demone della mitomania  >:D >:D >:D vedrai come prenderanno fuoco al contatto con l'acqua (altro che benzina!!!)  :sarcastic: :sarcastic: :sarcastic:

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12 Anni 7 Mesi fa #232337 da jamel00

Non mi dire che si è bevuto il mercurio! 0.(

Comunque Jamel è veramente bello notare di essere, in un certo senso, diversi dagli altri e di aver avuto quasi gli stessi passatempi da piccoli! :yahoo:
Io non riuscivo a costruire quei modellini de Esplorando il Corpo Umano, mi sono innervosito e li ho nascosti nel cassetto! :sarcastic:


ahahahah è vero! ti veniva da piantarli in asso..innervosivano anche me ahahah quanto all'essere un pò diversi non mi disturbava, però di certo poter finalmente parlare di certe cose con qualcuno quando sono entrata a medicina è stato liberatorio!!!! :)

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12 Anni 7 Mesi fa #232353 da Arrigus
Ciao a tutti!
La scelta di fare medicina è nata relativamente tardi, intorno alla 3a o 4a liceo, con la mia maturazione personale. Per gravi motivi familiari ho frequentato i reparti ospedalieri sin dall'età di cinque anni, ed è inutile dire che quel luogo ha rappresentato per me la materializzazione della sofferenza della mia famiglia, e nella mia testa di bambino anche i medici spesso assumevano una connotazione negativa, perchè li associavo all'idea di dolore. Per lo stesso motivo nei periodi tra un male e l'altro ho cercato di allontanarmi dall'ambiente sanitario, tant'è vero che da piccolo mi immaginavo ingegnere. Ma dopo un anno o due quel luogo tornava prepotente nella mia vita, tanto che a 14 anni conoscevo il brotzu meglio di molti medici che ci lavoravano (ascensori, parcheggi entrate e uscite ecc). Poi un giorno (avrò avuto 10 anni) lo "conobbi", IL medico, il neurochirurgo di mia madre, una delle persone più straordinarie che abbia mai incontrato. Nella mia famiglia praticamente veneravamo questo professionista, che ci dava delle speranze quando tutti gli altri finivano le loro frasi con un "mi dispiace". Lo vedevo come un semidio praticamente, ed è per questo che non mi sono mai sognato di poter diventare come lui e cioè bravissimo, dedito in maniera religiosa al suo lavoro, scrupoloso, e incredibilmente umano. E lo era in un modo autoritario, perchè non si metteva sullo stesso piano del paziente, se così vogliamo dire, sedendosi sul suo letto e chiaccherando di banalità. Ma era umano facendo capire al paziente che lui si interessava della sua sofferenza, e che aveva i mezzi per affrontarla.
Anche io, come hanno già detto altri, ho affrontato i miei impegni scolastici per gradi, pensando alle medie quando ero alle elementari e alle superiori quando ero alle medie, vedendole come nuove e impegnative sfide da affrontare. Al liceo, nonostante riuscissi molto bene in tutte le materie, avevo una predilezione per le materie umanistiche, soprattutto storia e filosofia, non fosse altro che tutti i migliori professori insegnavano solo quelle... Questi professori sono stati per me anche un pò maestri di vita, facendo maturare la mia coscienza civile, cioè la consapevolezza che a questo mondo, se vogliamo vivere bene, felici e in una società più giusta, dobbiamo renderci conto di non essere "soli contro tutti" ma di far parte di una comunità in cui prima di reclamare i propri diritti bisogna adempiere ai propri doveri. Un sentimento un pò strano se si pensa all'individualismo imperante (che ahimè domina anche in facoltà). Quindi, trovatomi di fronte alla situazione di scegliere il mio futuro mi sono chiesto quale professione, più di tutte, mi permettesse di realizzare i miei ideali, e da lì mi è tornata in mente l'immagine del Medico, e per la prima volta mi sono chiesto se anche io potessi un giorno essere come lui. Non voglio essere provocatorio, ma a me fanno ridere le persone che dicono di avere la vocazione da 5 anni, quando non sai nemmeno lontanamente come funziona il mondo e che magari non hanno mai messo piede in un ospedale. Che ne sa un bambino di 5 anni di cosa significa guardare una persona negli occhi e dirgli che morirà, o capire il grazie di una persona anziana e sola per aver trascorso insieme 5 minuti della giornata? Secondo me per intraprendere una carriera come quella medica occorrono argomenti molto più concreti della generica passione di cui molti parlano. Perchè questa passione deve spesso scontrarsi con un ambiente schifoso, in cui tutti i medici si sputano e infangano reciprocamente per assicurarsi un cliente/paziente, in cui persone a cui tu hai cercato di dare tutto te stesso ti buttano in un calvario legale perchè ipnotizzati dai soldi ecc.. Perchè se non ci sono basi solide si rischia che la passione finisca in questo tritacarne, lasciandovi nudi, disillusi.
E poi basta con questa ipocrisia dominante. Secondo voi perchè negli ultimi 5 anni c'è stato un boom di iscritti al test? Secondo me non c'è niente di male nel desiderare che il proprio lavoro, fatto con serietà e per cui si sono fatti molti sacrifici abbia un adeguato ritorno economico.

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12 Anni 7 Mesi fa #232365 da Silvano92

Ciao a tutti!
La scelta di fare medicina è nata relativamente tardi, intorno alla 3a o 4a liceo, con la mia maturazione personale. Per gravi motivi familiari ho frequentato i reparti ospedalieri sin dall'età di cinque anni, ed è inutile dire che quel luogo ha rappresentato per me la materializzazione della sofferenza della mia famiglia, e nella mia testa di bambino anche i medici spesso assumevano una connotazione negativa, perchè li associavo all'idea di dolore. Per lo stesso motivo nei periodi tra un male e l'altro ho cercato di allontanarmi dall'ambiente sanitario, tant'è vero che da piccolo mi immaginavo ingegnere. Ma dopo un anno o due quel luogo tornava prepotente nella mia vita, tanto che a 14 anni conoscevo il brotzu meglio di molti medici che ci lavoravano (ascensori, parcheggi entrate e uscite ecc). Poi un giorno (avrò avuto 10 anni) lo "conobbi", IL medico, il neurochirurgo di mia madre, una delle persone più straordinarie che abbia mai incontrato. Nella mia famiglia praticamente veneravamo questo professionista, che ci dava delle speranze quando tutti gli altri finivano le loro frasi con un "mi dispiace". Lo vedevo come un semidio praticamente, ed è per questo che non mi sono mai sognato di poter diventare come lui e cioè bravissimo, dedito in maniera religiosa al suo lavoro, scrupoloso, e incredibilmente umano. E lo era in un modo autoritario, perchè non si metteva sullo stesso piano del paziente, se così vogliamo dire, sedendosi sul suo letto e chiaccherando di banalità. Ma era umano facendo capire al paziente che lui si interessava della sua sofferenza, e che aveva i mezzi per affrontarla.
Anche io, come hanno già detto altri, ho affrontato i miei impegni scolastici per gradi, pensando alle medie quando ero alle elementari e alle superiori quando ero alle medie, vedendole come nuove e impegnative sfide da affrontare. Al liceo, nonostante riuscissi molto bene in tutte le materie, avevo una predilezione per le materie umanistiche, soprattutto storia e filosofia, non fosse altro che tutti i migliori professori insegnavano solo quelle... Questi professori sono stati per me anche un pò maestri di vita, facendo maturare la mia coscienza civile, cioè la consapevolezza che a questo mondo, se vogliamo vivere bene, felici e in una società più giusta, dobbiamo renderci conto di non essere "soli contro tutti" ma di far parte di una comunità in cui prima di reclamare i propri diritti bisogna adempiere ai propri doveri. Un sentimento un pò strano se si pensa all'individualismo imperante (che ahimè domina anche in facoltà). Quindi, trovatomi di fronte alla situazione di scegliere il mio futuro mi sono chiesto quale professione, più di tutte, mi permettesse di realizzare i miei ideali, e da lì mi è tornata in mente l'immagine del Medico, e per la prima volta mi sono chiesto se anche io potessi un giorno essere come lui. Non voglio essere provocatorio, ma a me fanno ridere le persone che dicono di avere la vocazione da 5 anni, quando non sai nemmeno lontanamente come funziona il mondo e che magari non hanno mai messo piede in un ospedale. Che ne sa un bambino di 5 anni di cosa significa guardare una persona negli occhi e dirgli che morirà, o capire il grazie di una persona anziana e sola per aver trascorso insieme 5 minuti della giornata? Secondo me per intraprendere una carriera come quella medica occorrono argomenti molto più concreti della generica passione di cui molti parlano. Perchè questa passione deve spesso scontrarsi con un ambiente schifoso, in cui tutti i medici si sputano e infangano reciprocamente per assicurarsi un cliente/paziente, in cui persone a cui tu hai cercato di dare tutto te stesso ti buttano in un calvario legale perchè ipnotizzati dai soldi ecc.. Perchè se non ci sono basi solide si rischia che la passione finisca in questo tritacarne, lasciandovi nudi, disillusi.
E poi basta con questa ipocrisia dominante. Secondo voi perchè negli ultimi 5 anni c'è stato un boom di iscritti al test? Secondo me non c'è niente di male nel desiderare che il proprio lavoro, fatto con serietà e per cui si sono fatti molti sacrifici abbia un adeguato ritorno economico.

Bellissimo discorso!

Descrivere il passato, comprendere il presente, prevedere il futuro: questo è il compito della medicina

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