Ansie e paure di fare il medico

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15 Anni 8 Mesi fa #52108 da Diagnosidifferenziale

salve a tutti..vorrei chiedervi una cosa: voi come fate a pensare di fare questo lavoro, sapendo di avere una grossa grossissima responsabilita\' sulla vita dei pazienti? non vi sentite angosciati? presi dall\'ansia? non avete paura che tutta la vostra vita non sar? mai tranquilla perch? avrete sempre sulle spalle un peso enorme che non vi permettera di vivere serenamente? fatemi sapere sinceramente cosa vi viene in mente dopo aver letto questo post.. grazie mille!!! ciaocenerentola edit: Titolo modificato, usate titoli che descrivano la discussione, sono vietati per regolamento titoli ambigui.

L\'ansia non sussiste semplicemente perch? mi guardo attorno e vedo come si comportano molti colleghi.Se tu vedessi in loro delle capacit? nettamente superiori alle tue allora potresti pensare di essere inadeguato o dannoso per il paziente.In realt? se uno ha studiato e continua a studiare con la voglia di migliorarsi non deve temere di fare danno.Le possibilit? di errore esistono tutti i giorni bisogna cercare di ridurle al minimo facendo ci? che va fatto. Se ti arriva in pS uno che ha dolore toracico e lo rivolti come un calzino e poi lo dimetti e ti ridorna in pS con un infarto massivo il giorno dopo ? chiaro che ci rimani male ma il giorno prima hai fatto tutto quello che era indicato fare (un altro discorso e sse sei stato/a sufficiente, superficiale). E cio non deve condizionarti per il futuro, la medicina non ? una scienza esatta per cui devi mettere in conto di poter sbagliare, non perch? tu sia piu scarso/a di altri (se ti sei impegnato al massimo delle possibilit?) ma perch? le cose possono avere un decorso imprevedibile.Detto questo personalmente sono abbastanza tranquillo e vivo abbastanza serenamente essere troppo angosciati significa trasmettere cio al paziente, che notoriamente deve essere tranquillizzato.

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2 Mesi 3 Settimane fa - 2 Mesi 3 Settimane fa #318598 da Cioppetto
Sono anni infatti che lo studio teorico come base a volte su argomenti non prettamente clinici ha lasciato molta ansia e timore nel non sapere affrontare situazioni cliniche non approcciando a casi clinici, che di rado rispettano la mera teoria elencativa. Se un paziente ha fumato tutta la vita, non ha mangiato sano, non ha fatto attività fisica e muore di infarto precocemente perché deve essere "responsabilità" di un altro individuo, fallace in quanto essere umano, in ogni caso? C'è per questo il business nato dietro assicurazioni e promozione di cause contro i sanitari, i quali possono stilare le migliori linee guide per ovviare all'unico evento certo ed inevitabile dell'esistenza: la sofferenza e la morte, fatti che prima erano anche accettabili alla luce di un ridotto sviluppo tecnico ed igienico sanitario e fatti che ancora avvengono precocemente nei paesi non benestanti, dove il sanitario era una figura rispettata ancora come guardiano della salute e non sotto continuo ricatto, vessato e sfruttato ed impoverito alla lunga (ma qualcuno dovrà pur farlo?). La formazione, l'aggiornamento sono le uniche armi insieme alla coscienza e alla serietà in campo ed all'attenzione nelle piccole cose. Ma l'inevitabile come giustamente è stato scritto è dietro l'angolo e fa parte dell'esistenza. Vivere con la consapevolezza che tutto può finire è un po' l'ansia che può esserci in altri ambiti, il cui rischio viene limitato al minimo da opportune regole di condotta, formative, basandosi sugli studi e metanalisi in continuo aggiornamento. Il problema rimane l'essere umano che fa questa professione che può essere stanco, malato, in burn out. Associare al lavoro umano un sistema decisionale IA, machine learning, che non si stanca e ha una accuratezza maggiore, strumenti e score sempre più precisi e molecolari con cutoff minuziosi di laboratorio, patterns recognition in radiologia, flowcharts operative basate su steps logici if then else, possono diventare la fortezza metodologica per offrire il miglior supporto e cura da un lato ed un sistema inattaccabile da un punto di vista medico legale alla luce dell'attualizzazione operativa. Andando più avanti, riducendo al minimo l'intervento umano, pur preservando l'umanità della professione, da un lato si potrebbe avere un sistema più efficiente ed efficace, dall'altro si disperderebbero meno risorse in litigiosità, spesso dovute allo shock iniziale dell'inaspettato, che chi ha vissuto sulla propria pelle conosce bene. Si cerca di dare un perché alle cose, alla malattia, alla diagnosi, alla morte. Si cerca a volte un motivo a volte un colpevole e spesso non c'è, se non l'insieme di fattori genetici, vissuti, predisposizioni ed esposizioni che hanno portato una persona ad arrivare a quel momento finale. In altri casi si dovrebbe evitare la possibilità, basandosi sul rapporto rischio beneficio, dell'insorgere del dubbio "si sarebbe potuto fare" "si doveva fare", cosa che un buon lavoro di team, un ambiente di lavoro pro attivo e collaborativo e non delegativo/deresponsabilizzante. Ogni macchina funziona se ogni ingranaggio al suo interno è ben mantenuto e lavora in sintonia con il resto, dove il motore principale è la spinta umana alla preservazione della salute e del benessere dell'individuo e della collettività. Purtroppo però questo rimane in parte solo teoria. Ma già vedendo il supporto del pattern finder in radiologia come supporto al clinico radiologo o nuove peculiarità di supporto potrebbero fare ben sperare in un rinnovamento metodologico della professione, possibilmente ripulita da tutte quelle amenità umane come il mobbing, lo straving, il baronismo, il clientelismo ed altri fattori che non riguardino il fine ultimo della missione medica e sanitaria, con un augurio di trasformare la "paura" in sana "spinta" al miglioramento e non alla "medicina difensiva"
Ultima Modifica 2 Mesi 3 Settimane fa da Cioppetto.

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