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In futuro saremo visitati dai cani?

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15 Anni 8 Mesi fa #153072 da
L\'incredibile storia dei cani che fiutano il cancro. Uno studio condotto in California mostra che l\'olfatto degli animali, nel rivelare un tumore allo stadio iniziale, può essere più preciso di un esame di laboratorio. fonte: Il Venerdì di RepubblicaLa prima è stata Trudi, un dalmata che ha salvato la vita alla sua padrona scoprendo un melanoma di cui nessuno si era accorto. Erano mesi che si ostinava ad annusare quel piccolo neo sulla gamba, solo quello, anche attraverso i vestiti. Alla fine Gill Lacey, la sua padrona, si è convinta, l\'ha fatto controllare e ne ha scoperto la natura maligna. Il tumore, in fase precoce, è stato asportato, e non ci sono state conseguenze, come ha confermato la stessa Trudi, cessando di fiutare quel punto della gamba.Era il 1989 e la descrizione di questo episodio sulla rivista inglese Lancet, fatta dal dermatologo londinese che ha curato Gill, ha dato il via a una serie di segnalazioni analoghe. Nel 2001, per esempio, è stato il turno di un labrador che ce l\'aveva con un eczema che affliggeva il suo padrone da 18 anni e che aveva iniziato a trasformarsi in un tumore cutaneo. I nuovi casi hanno fatto scartare l\'ipotesi, avanzata in un primo momento a proposito di Gill, che potesse trattarsi solo di una fortunata coincidenza.Poi è arrivata la conferma scientifica: per scoprire una neoplasia in fase precoce può essere d\'aiuto il fiuto dei cani, da diecimila a centomila volte più potente di quello degli umani e in grado di riconoscere un composto chimico diluito in proporzioni di uno a un trilione. L\'ultimo studio, in ordine di tempo, sarà pubblicato in marzo sulla rivista Integrative Cancer Therapies, ed è stato condotto in California, dai ricercatori della Pine Street di San Anselmo guidati da Michael McCulloch, in collaborazione con alcuni ricercatori polacchi e con l\'Institute for genetics and animal breeding statunitense. Cinque cani sono stati addestrati, per tre settimane, a distinguere campioni di fiato emesso da persone sane o da malati di cancro (al polmone o al seno) e a sedersi solo di fronte a quello di questi ultimi. Quindi si è passati alla fase sperimentale: gli animali sono stati posti a confronto con 55 campioni di aria espirata da malati di tumore polmonare, 31 fiale di donne con tumore al seno e con 83 provette con aria emessa da volontari sani. I malati non avevano ancora assunto farmaci antitumorali, che avrebbero potuto conferire al fiato odori specifici, e nessuno degli sperimentatori sapeva quale fiala il cane stava annusando. Le prove sono state ripetute nove volte, e alla fine il risultato è stato sorprendente: i cani hanno reagito correttamente nel 90% dei casi, e questo valore è rimasto tale anche dopo che i dati sono stati corretti in base al sesso, all\'età, all\'abitudine al fumo e così via.Ma che cos\'è che fiutano esattamente gli animali? Neppure gli strumenti più sofisticati sono in grado di individuare ogni componente di campioni biologici complessi come l\'urina o il fiato, ma è noto che le cellule tumorali contengono concentrazioni particolarmente elevate di sostanze organiche come gli idrocarburi, aromatici e non, o i composti azotati che, proprio perché in proporzioni diverse rispetto a quelle presenti nei campioni di persone sane, possono essere riconosciute dallo straordinario olfatto canino. \"Una volta che il metodo sarà ulteriormente confermato e standardizzato\" ha commentato McCulloch \"potrebbe essere impiegato per aiutare a ridurre i margini di incertezza nel caso che gli esami sperimentali non diano un responso chiaro, specie se la malattia è in fase molto iniziale\".I risultati della ricerca californiana confermano e rinforzano quelli del primo studio del genere, effettuato dai ricercatori dell\'Ospedale di Amershan, in Gran Bretagna, in collaborazione con un\'organizzazione che educa i cani per i sordi, e pubblicato nel 2004 sul British Medical Journal. In questo caso, sei cani di razze diverse erano stati in grado, dopo un addestramento durato sette mesi, di distinguere l\'urina proveniente da 36 malati di tumore della vescica da quella di 108 volontari che avevano varie malattie non tumorali o che erano sani. In realtà, ci hanno azzeccato \"solo\"\"nel 41% dei casi, un valore assai inferiore al 90% dell\'altra ricerca, ma comunque molto superiore a quello che si otterrebbe se il risultato non fosse dovuto al fiuto ma al caso, e cioè il 14% del totale.L\'esperimento ha fornito un\'ulteriore, importante conferma: tutti gli animali hanno riconosciuto più volte come appartenente a un malato l\'urina di un volontario che i medici avevano classificato tra i sani. Sottoposto a esami approfonditi, l\'uomo ha scoperto di avere un tumore renale in fase precoce. In futuro saremo dunque visitati dai cani? Non è detto: \"In realtà capire che cosa sentono esattamente i cani ci aiuterà a migliorare anche i nostri strumenti\" spiega David Neal, chirurgo oncologo dell\'Università di Cambridge, in Gran Bretagna. Ecco perché sono già partite nuove sperimentazioni, per esempio una che coinvolge malati di tumore alla prostata. Dovrebbe essere conclusa entro la fine dell\'anno, ma i ricercatori di Cambridge già definiscono i risultati preliminari molto incoraggianti. www.aimac.it/notizie/visualizza.php?id_articolo=6376

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15 Anni 8 Mesi fa #153076 da dottorè84
mamma mia che storia i cani:) :)

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15 Anni 8 Mesi fa #153098 da reojem
sembra incredibile..:ohmy:

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15 Anni 8 Mesi fa #154386 da maver

In futuro saremo dunque visitati dai cani?

ma forse già da adesso... deve essere per questo che alle volte si sente dire \"quel dottore è proprio un cane\" :laugh: Comunque visto che qui si parla di cani metto un altro loro utilizzo...Il dottore è un cane e fa miracolidi Monica Raschi tratto da Il Resto del Carlino Il progetto, unico in Emilia Romagna, attuato all\'ospedale di Rimini. Possono non solo strappare un sorriso ai ragazzi che soffrono di disturbi della personalità, della condotta o dell\'umore ma, addirittura, abbattere il muro dell\'isolamento e dell\'apatia dentro al quale si sono rinchiusi. Sono i cani dell\'associazione Atma (Attività e terapie mediante l\'animale) che lavorano nel Servizio di psicopatologia dell\'adolescenza dell\'ospedale di Rimini. Un\'esperienza unica in tutta la Regione, quella messa in piedi da un paio di mesi all\'Infermi, e una delle pochissime presenti sul territorio nazionale. Attualmente seguono la terapia con i cani una decina di ragazzi, di età compresa fra i 14 e i 18 anni. Gli animali che, due volte alla settimana per un totale di tre ore, stanno insieme ai giovani sono: Brenda (razza labrador), Tess (cocker) Kesy (border collie) e Briciola (volpino di Pomerania). Tess e Briciola, tra l\'altro, sono due cani presi di canili riminesi. Naturalmente sono cani di buon carattere che vengono addestrati dagli operatori di Atma a stabilire una relazione con le persone, come spiega il presidente dell\'associazione, Quirino Palmese e in questi due mesi medici e psicologi del Servizio hanno già potuto osservare un cambiamento negli atteggiamenti di questi ragazzi. \"Quando c\'è il cane lo stato ombroso dei giovani sparisce - spiegano Paola Calcagnini e Monica Leonardi di Atma -. Diventano più gioiosi, si sdraiano per terra e giocano con l\'animale perché è un essere che non li giudica, con il quale si sentono a proprio agio. In questo modo la patologia si sposta su qualcosa di piacevole - vanno avanti - e inizia una comunicazione\". \"Il cane è un favorente affettivo - sottolinea Renato Moschen, direttore del Servizio - e questa è una struttura unica in tutta l1Emilia Romagna, tanto che viene individuata come punto di riferimento per tutta l\'area vasta\". A tal fine rafforza il discorso l\'assessore Stefano Vitali il quale dichiara \"che visto che nella Regione il problema della psicopatologia degli adolescenti è scoperta e viste le nostre strutture, oltre a questi importanti progetti come la pet therapy, Rimini potrebbe diventarne il centro di riferimento\". Un invito raccolto subito dal direttore sanitario dell\'Infermi, Paolo Masperi che ha spiegato come si stia lavorando proprio in questa direzione e di come \"arrivino già richieste di consulenza anche da altre strutture\".La consapevolezza del valore terapeutico dell\'animale risale all\'antichità, già ai tempi di Greci e Romani. Oggi la pet therapy è configurata come una cooterapia con una validità clinica e scientifica riconosciuta dal ministero della Salute.

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