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Antidoto per la Succinilcolina?

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14 Anni 3 Mesi fa #198038 da Mana
Qualcuno ( Morfeo? XD ) sa se esiste e qual'è un antidoto per la paralisi da succinilcolina?

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14 Anni 3 Mesi fa #198045 da HelterSkelter
Risposta da HelterSkelter al topic Re:Antidoto per la Succinilcolina?
excursus clinico:

la succinilcolina viene indicata in caso di necessità di rapida intubazione come curaro di scelta per la breve emivita e la metabolizzazione ad opera delle pseudocolinesterasi!

praticamente non c'è nulla di più sbagliato: un gravissimo effetto collaterale della succinilcolina è la liberazione di K+!
il paziente che necessita di IOT è sicuramente in ipossia da cui deriva un'acidosi metabolica da lattato (e quindi una ulteriore liberazione di K+ dalle cellule in scambio con H+)
sommando l'iperkaliemia dovuta alla succinilcolina a quella determinata dall'acidosi, si possono avere gravi effetti sul miocardio
> arresto cardiaco!

molto meglio utilizzare, in caso vi troviate ad intubare un paziente in emergenza, un curaro NON depolarizzante a rapida azione e breve emivita come mivacurium o rocuronium!

aggiungeteci che la succinilcolina può determinare l'insorgenza di ipertermia maligna in pazienti con mutazione del canale del ca++ rianodina-dipendente....
succinilcolina = farmaco da EVITARE!
L' assenza o mutazione della pseudocolinesterasi porta alla cosiddetta deficienza pseudocolinesterasica, una condizione silente che manifesta effetti solo quando nelle persone affette sono somministrate a livello muscolare, di solito durante interventi chirurgici, rilassanti come la succinilcolina o il mivacurium. La mancata azione dell'enzima rende il paziente più sensibile ai rilassanti tanto da portare a paralisi prolungata dei muscoli dell'apparato respiratorio, rendendo necessaria la ventilazione artificiale. Alte concentrazioni di pseudocolinesterasi nel plasma sono state associate nel 95% dei casi a infarto miocardico.
La butirrilcolinesterasi può essere usata come agente profilattico contro i gas nervini e altri veleni organofosfati
La pralidoxima (protopam 2map) è un riattivatore della colinesterasi insieme ad atropina potrebbe essere un antidoto valido, purtroppo non ho trovato altro.

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14 Anni 3 Mesi fa #198051 da Mana
mmm...
1) la succinilcolina non è un curaro...
2) la pralidossima si usa per gli esteri organofosforici ( malathion, sarin, ec. che sono irreversibili altrimenti ), perchè "sblocca" la acetilcolinesterasi.. quindi non credo serva.

la succinilcolina è idrolizzata dalla BuChE... per antidoto servirebbe qualcosa che potenzi questa o ri-polarizzi la membrana... esiste?

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14 Anni 3 Mesi fa - 14 Anni 3 Mesi fa #198052 da HelterSkelter
Risposta da HelterSkelter al topic Re:Antidoto per la Succinilcolina?
1) Farmaco appartenente alla categoria dei curarici, è un farmaco che influenza la funzione muscolare scheletrica, viene usato come anestetico. Il rilasciamento e la contrazione muscolare sono regolati da diversi meccanismi neurologici a livello della placca neuromuscolare. All’arrivo di un impulso nervoso sulla terminazione nervosa motoria segue la liberazione di acetilcolina, che raggiunge i suoi recettori colinergici specifici a livello della placca motrice. L’interazione provoca una serie di modificazioni che conducono alla contrazione muscolare. Il blocco della normale funzione della placca motrice può avvenire tramite diversi meccanismi. La s. si sostituisce all’acetilcolina e ne impedisce l’azione. Questo farmaco ha una brevissima emivita, quando somministrato per via endovenosa, la sua azione inizia molto velocemente determinando paralisi flaccida dei muscoli.

Sostanze capaci di bloccare la trasmissione neuromuscolare a livello della muscolatura scheletrica. I c. agiscono sulla giunzione neuromuscolare interferendo con la trasmissione colinergica  bloccando gli impulsi nervosi condotti attraverso i neuroni motori spinali e necessari ai movimenti volontari, provocano una paralisi della muscolatura scheletrica. Hanno azione curarica alcune sostanze naturali contenute in varie specie di piante del genere Strychnos e Chondrodendron e alcune sostanze di origine sintetica (derivati dell’ammonio quaternario, anche se la presenza di tale struttura non sembra indispensabile per l’azione curarica), che hanno elevata affinità con i recettori colinergici di tipo nicotinico situati in corrispondenza della placca motrice della muscolatura striata. In base al meccanismo di azione si distinguono due gruppi di sostanze ad azione curarica. [glow=red,2,300]Il primo gruppo è costituito dai c. di tipo competitivo, che agiscono come antagonisti della acetilcolina a livello dei recettori postsinaptici della placca motrice. Essi impediscono all’acetilcolina liberata dalle terminazioni nervose presinaptiche di indurre a livello della membrana postsinaptica la depolarizzazione necessaria alla formazione del potenziale di placca e quindi del potenziale di azione. Il risultato è il blocco della diffusione dell’eccitazione e dei successivi eventi che portano alla contrazione della fibra muscolare striata. [/glow][glow=red,2,300]Il secondo gruppo è costituito dai c. di tipo depolarizzante. Essi agiscono sempre sui recettori colinergici ma con un meccanismo del tutto opposto  determinano infatti un blocco della trasmissione neuromuscolare attraverso una persistente depolarizzazione della membrana postsinaptica. L’effetto depolarizzante è simile a quello indotto dall’acetilcolina, ma ha una durata maggiore. Con questi farmaci la paralisi neuromuscolare è preceduta da una breve eccitazione. A differenza di quanto accade per l’acetilcolina che viene rapidamente inattivata, essi, impedendo una rapida ripolarizzazione della membrana postsinaptica, impediscono il ripristino delle normali condizioni di eccitabilità. Tra i curarici di tipo competitivo, detti anche pachicurari, vi sono la d-tubocurarina, la gallamina e il pancuronio. Tra i c. depolarizzanti, detti anche leptocurari, vi sono la succinilcolina e il decametonio[/glow]. Esistono anche c. ad azione mista. L’effetto dei c. si manifesta dapprima con una debolezza muscolare, cui segue una paralisi che interessa progressivamente tutta la muscolatura scheletrica a cominciare dai piccoli muscoli dotati di movimenti rapidi (mano, occhi), seguiti dai muscoli del collo, del tronco e degli arti. Vengono interessati per ultimi i muscoli respiratori. La paralisi neuromuscolare indotta dai c. è completamente reversibile.La selettività di azione sui diversi distretti muscolari in funzione della dose è molto limitata, anche se sembra maggiore per i c. di tipo depolarizzante. L’effetto curarico infatti termina inevitabilmente con una paralisi respiratoria. Per ottenere un rilasciamento muscolare sufficiente salvaguardando la funzione respiratoria, occorre quindi ricorrere alla respirazione artificiale. L’impiego principale dei c. è in anestesia allo scopo di ottenere un rilasciamento completo della muscolatura scheletrica nel corso di interventi che richiedono rilevanti manipolazioni chirurgiche.


è un curaro...un leptocuraro!

Ad oggi si classificano due categorie di farmaci bloccanti neuromuscolari: i depolarizzanti e i non depolarizzanti. La trasmissione dello stimolo al muscolo infatti vede l'arrivo dell'impulso nervoso alla terminazione colinergica, che quindi permette l'ingresso del calcio nella terminazione e il conseguente rilascio di acetilcolina, che agisce sui recettori nicotinici presenti sulla placca motrice del muscolo, permettendo la contrazione. Tutti i bloccanti neuromuscolari sono strutturalmente simili all'acetilcolina, o ne contengono la struttura.


Le α tossine sono sostanze antagoniste della ACh e si trovano nel curaro e nel veleno del cobra. Una sostanza antagonista ha un'elevata affinità per il recettore, ma non scatena l'effetto che scatena il normale ligando e quindi occupando il sito di attacco blocca l'azione del mediatore. Negli animali in cui si iniettano α tossine la morte sopraggiunge per paralisi respiratoria. La presenza di recettori per mediatori che hanno agonisti e antagonisti rende la giunzione sinaptica influenzabile da farmaci. Dopo che ACh si lega al recettore e svolge la sua funzione dev’essere subito eliminata, poiché gli eventi a livello della giunzione sinaptica si susseguono ad intervalli di tempo rapidissimi. Dopo che ACh si lega al recettore è scissa da ACh-esterasi in acetato e colina, quest’ultima ritorna nell'assone.

Nell'assone la colinacetilasi sintetizza ACh a partire sia da colina riciclata che da quella neosintetizzata. L'enzima acetilcolinesterasi (abbrev. AChE), presente nello spazio sinaptico, degrada ACh nei due metaboliti inattivi colina e acido acetico. L'effetto devastante di molecole come i gas nervini sono legati alla loro attività inibitoria nei confronti di AChE, che genera la stimolazione continua di muscoli, ghiandole e SNC. Un buon numero di insetticidi svolgono la loro attività sulla variante di AChE presente negli insetti. Farmaci che riducono l'attività di AChE (in misura molto minore) sono in ogni caso molto usati per la cura di malattie causate da una ridotta presenza di ACh, come la malattia di Alzheimer.

La tossina del botulino agisce sopprimendo il rilascio di ACh nella sinapsi; il veleno della vedova nera ha l'effetto opposto.


Esistono due grandi classi di recettori per l'ACh (abbrev. AChR): i recettori nicotinici e quelli muscarinici. Il loro nome è legato alle molecole originariamente utilizzate per la loro caratterizzazione.

I recettori nicotinici sono di tipo ionotropo, permeabili agli ioni sodio, potassio e cloro. Sono stimolati dalla nicotina e inibiti dal curaro Tutti gli AChR periferici sono di tipo nicotinico (tra di essi quelli delle placche neuromuscolari e del muscolo cardiaco). Sono presenti AChR anche nel SNC, ma in quantità notevolmente minore.

I recettori muscarinici sono di tipo metabotropico. Sono stimolati dalla muscarina e bloccati, ad esempio, dall'atropina, il veleno estratto dalla pianta di belladonna.

Il blocco, l'interferenza e la mimesi dell'azione di ACh hanno numerosi usi in medicina. L'atropina, che inibisce i recettori muscarinici, genera, tra l'altro, dilatazione della pupilla. Tale caratteristica ha avuto grande fortuna dal punto di vista estetico in numerose culture europee dei secoli passati. Oggi, ACh è spesso utilizzata in interventi per cataratta perché in grado di provocare rapido restringimento della pupilla, mentre l'atropina qualora si necessiti di una pupilla più dilatata. ACh, in particolare, viene somministrata per via interoculare, dal momento che la AChE presente presso la cornea la degraderebbe prima di indurre l'effetto desiderato.

In sostituzione di ACh si usano, talvolta, farmaci acetilcolinomimetici, analoghi strutturali dell'acetilcolina. Nel creare delle strutture simili all'acetilcolina, si sono fatti numerosi esperimenti. E tutti evidenziavano che, nelle sostanze che funzionavano, vi erano dei requisiti ricorrenti senza i quali le molecole non esercitavano più il loro effetto. Si arrivò quindi a determinare dei punti fissi, come la regola di Ing, dove si faceva notare che tra l'Azoto e il gruppo metilico più lontano non dovevano esserci più di 5 atomi di distanza, se no la molecola perde di efficacia.

Molecole in grado di inibire AChE (ad esempio neostigmina e fisostigmina) e di mantenere così un alto livello di ACh nello spazio sinaptico


I farmaci possono modificare la trsmissione colinergica per azione diretta sui recettori colinergici postsinaptici agendo come agonisti o antagonisti, o influenzando la liberazione o la distruzione del'ACh endogena. Questi farmaci sono suddivisi sulla base del loro sito d'azione:

Farmaci che agiscono sui recettori muscarinici:
agonisti muscarinici;
antagonisti muscarinici.
Farmaci che agiscono a livello gangliare:
stimolanti gangliari;
bloccanti gangliari.
Farmaci che bloccano la trasmissione neuromuscolare:
bloccanti non depolarizzanti;
bloccanti depolarizzanti;
inibitori della sintesi o del rilascio dell'ACh.
Farmaci che potenziano la trasmsissione colinergica:
inibitori delle colinesterasi;
stimolanti del rilascio dell'ACh.

farmaci che potenziano la trasmissione colinergica

I farmaciche potenziano la trasmissione colinergica agiscono o inibendo la colinesterasi o aumentando la liberazione dell'Ach.

Sono noti due distinti tipi di colinesterasi, l'acetilcolinesterasi (AChE) e la butirrilcolinesterasi (BChE). Entrambe sono costituite da subunità catalitiche globulari, che costituiscono lo forme solubili presenti a livello plasmatico e nel fluido cerebrospinale. In altri siti, le subunità catalitiche sono legate ai glicolipidi o a gruppi simili al collagene, attraverso i quali esse sono ancorate alla membrana cellulare o alla membrana basale. L'AChE è legata alla membrana basale nello spazio sinaptico delle sinapsi colinergiche, dove la sua funzione consiste nell'idrolizzare il trasmettitore liberato. La forma solubile dell'acetilcolinesterasi è presente all'interno delle terminazioni colinergiche, dove sembra avere un ruolo nella regolazione della concentrazione di acetilcolina libera, e dalle quali può essere rilasciata.

L'azione molto breve dell'acetilcolina somministrata per via endovenosa deriva dalla sua rapida idrolisi a livello plasmatico. Normalmente, l'attività dell'AChE e della BChE mantiene l'ACh plasmatica a livelli molto bassi e pertanto l'ACh (a differenza della  noradrenalina) deve essere considerata rigorosamente un neurotrasmettitore e non un ormone.

Farmaci anticolinesterasici (3gruppi)

Neostigmina
Utilizzata per via i.v. per antagonizzare il blocco neuromuscolare competitivo. Somministrata per via orale nel trattamento della miastenia grave


Gli inibitori della colinesterasi agiscono sia a livello centrale sia a livello perifero.

Effetti sulle sinapsi colinergiche autonome: tali effetti riflettono essenzialmente l'aumento dell'attività colinergica in corrispondenza delle sinapsi postgngliari parasimpatiche (aumentata secrezione salivare, lacrimale, bronchiale e gastrointestinale; aumentata attività peristaltica; broncocostrizione; bradicardia e ipotensione; miosi; blocco dell'accomodazione nella visione da vicino; caduta della pressione intraoculare).
Effetti sulla giunzione neuromuscolare: la risposta contrattile di un muscolo stimolato attraverso il proprio nervo motorio viene aumentata dagli anticolinesterasici. Questo effetto è associato a una attività elettrica ripetitiva della fibramuscolare e a un prolungamento dell'epp. Normalmente, l'ACh viene idrolizzata così rapidamente che ogni stimolo dà inizio soltanto a un potenziale d'azione nella fibra muscolare. Quando la colinesterasi viene inibita, un singolo potenziale di placca dura più a lungo e produce una breve serie di potenziali nella fibra muscolare: questo risulta in una tensione maggiore.
Effetti sul sistema nervoso centrale: i composti terziari, come la fisostigmina, e i composti organofosforici non polari attraversano liberamente la barriera emato-encefalica ed esercitano i loro effetti sul cervello. Il risultato è un'eccitazione iniziale, che può determinare anche convulsioni, seguita da una fase di depressione, che può essere accompagnata da incoscienza e inibizione della respirazione.


Durante il trattamento con Succinilcolina, specie in soggetti con ridotta attività delle colinesterasi plasmatiche, possono insorgere bradicardia e scialorrea che si possono controllare con somministrazione di Atropina


:suicide:
non ho trovato altro....



Ultima Modifica 14 Anni 3 Mesi fa da .

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14 Anni 3 Mesi fa #198063 da Mana
Ma come gli è venuto in mente di chiamarli leptocurari? Cioè.. col curaro ( tubocurarina ), che deriva dalla pianta, non c'entra nulla ( sia come meccanismo, sia chimicamente )! Vabbè... poco importa XD :P

L'Atropina serve per inibire gli effetti muscarinomimetici, a livello neuromuscolare non dovrebbe fare nulla, no?

Fisostigmina, Neostigmina, ec. peggiorano solo la situazione, perchè al blocco depolarizzante, aggiungono altra acetilcolina, oltre la succinilcolina, depolarizzando ulteriormente la membrana.

Ci vorrebbe qualcosa che spiazza la succinilcolina dal recettore nicotinico, o qualcosa che la degradi ( o aiuti le colinesterasi ), o qualcosa che chiuda i recettori nicotinici legati alla succinilcolina. >_>

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14 Anni 3 Mesi fa - 14 Anni 3 Mesi fa #198071 da HelterSkelter
Risposta da HelterSkelter al topic Re:Antidoto per la Succinilcolina?
cito il barash-cullen
pag 325  classification of pharmacodynamic drug interactions table 22.1

antagonist drug interactions:

deliberate
administration of neostigmine,naloxone,flumazenil

unitended
SCh and a nondepolarizing muscle relaxant
Epidural opioid administer after establishing a block with chloroprocaine


:scenic:

quindi se si tratta di un non depolarizzante
con la neostigmina
*inibisci l'acetilcolinesterasi
ti aumentano i livelli di acetilcolina
che spiazza il rilassante non depolarizzante
ed il paziente si riprende.....

mi spiego meglio

l'acetilcolina depolarizza il recettore -> parte un segnale e poi la cellula si ripolarizza
*la succinilcolina depolarizza la cellula -> parte un segnale poi la cellula NON si ripolarizza perchè il canale resta bloccato in apertura

*SUCCINILCOLINA: bloccante depolarizzante
*prima si hanno sintomi similAch
*dovuti al fatto che il canale si apre e si ha depolarizzazione cellulare
*poi il canale RESTA BLOCCATO aperto
*quindi si ha paralisi in depolarizzazione



abbiamo detto quindi, rilassante NON-depolarizzante => Neostigmina

invece se Depolarizzante (Succinilcolina)=> plasma +Pseudocolinesterasi+atropina



Le colinesterasi sono enzimi che idrolizzano vari esteri della colina. La colinesterasi sierica è detta pseudocolinesterasi per distinguerla dalla acetilcolinesterasi, detta anche colinesterasi vera, contenuta nei globuli rossi, nelle strutture nervose, nei muscoli e nella placenta. La pseudocolinesterasi è presente in elevata quantità nel sangue, nel fegato e nelle cellule gliali del sistema nervoso. La pseudocolinesterasi è in grado di idrolizzare, rispetto alla acetilcolinesterasi, una gamma più ampia di esteri della colina. La pseudocolinesterasi, al contrario della acetilcolinesterasi, inattiva in pochi secondi, idrolizzandola, la succinilcolina, miorilassante che viene somministrato dagli anestesisti per ottenere una rapida paralisi e facilitare le manovre di intubazione tracheale del paziente da operare. Alcuni soggetti omozigoti per una variante allelica nel gene della pseudocolinesterasi non sono in grado di inattivare la succinilcolina e quindi, se trattati con tale sostanza, andrebbero incontro a paralisi persistente con apnea. Questi soggetti sono da considerare quindi a rischio e possono essere identificati valutando l'effetto della dibucaina sull'attività pseudocolinesterasica. Infatti tale attività nei soggetti normali è inibita dalla dibucaina, mentre nei soggetti con variante allelica è normale.
Ultima Modifica 14 Anni 3 Mesi fa da .

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