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La morte..
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appunto, è quando ne si prende realmente coscienza che si hanno due strade(e questa presa di coscienza avviene nei giovani quando la morte si prende qualcuno che gli sta molto a cuore, prima semplicemente non pensavano che potesse riguardare loro stessi, in prima persona) come dicevo:mi sembra più reale di quanto non lo fosse prima,ecco..
a)accettarlo
b)non accettarlo
quando avevo 10 anni è morta mia sorella, solo quel giorno ho compreso appieno che potevo morire pure io, e l'ho accettato con gli anni. Ci vuole un po' di tempo ma alla fine lo si accetta...oppure si diventa credenti. D'altra parte il cervello umano è una macchina di una potenza straordinaria, tanto da riuscire ad ingannare sé stesso.
grazie per l'aiuto! scusami se sono un pò indiscreta nel chiedertelo.. tu credi in Dio?
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Ci è dato sapere quanto tempo abbiamo trascorso, ma non quanto tempo ci resta. Bisogna "vegliare e tenersi pronti". Quando muore una persona a noi vicina non possiamo che soffrire intensamente. Gesù pianse per la morte di Lazzaro. E' un esempio importante, anche per un non credente. Nessuno è impassibile alla morte altrui. Le mie sincere condoglianze Serena.
ti ringrazio..
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"vegliare e tenersi pronti"
Per la morte. Può sopraggiungere in ogni momento.tenersi pronti per cosa?
Di me non resterebbe nulla, se non il ricordo... Non è per nulla piacevole
Essere ricordato da qualcuno, e non per sempre, non è poco solo finché vivi. Magari tu verrai ricordato per la tua gloria poetica, o per quella di qualcun altro. Ma è davvero rilevante dopo la morte? Puoi morire più felice, sicuramente, ma l'ignoto dopo la morte? O peggio: il nulla?[/quote]ti pare poco il ricordo? i poeti antichi dicevano di essere più grandi degli stessi eroi di cui cantavano, perché loro erano in grado di donare l'immortalità alle loro gesta, che altrimenti, per quanto grandi, sarebbero svanite nel tempo. Esisterebbe oggi Achille senza Omero? No.
Vivi la tua vita cercando di lasciare il mondo un po' meglio di come l'hai trovato e non avere paura.
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no non credo in Dio, non in quello comunemente inteso almeno. Ma non ho pretesa di sapere la verità, forse mi sbaglio o forse no. Diciamo che non la ritengo una materia indagabile dall'umano intelletto, per cui mi definirei agnostico.grazie per l'aiuto! scusami se sono un pò indiscreta nel chiedertelo.. tu credi in Dio?
memento mori dicevano i trappisti...Per la morte. Può sopraggiungere in ogni momento.
l'unico modo che ha un essere umano per divenire immortale è attraverso il suo ricordo. Dopo la morte non c'è l'ignoto, c'è la decomposizione dei tessuti. Nel momento in cui le tue sinapsi smettono di trasdurre gli impulsi e i tuoi assoni non hanno ATP sufficiente a far funzionare le pompe protoniche non hai motivo di preoccuparti perché non ci sei già più. Cioè vediamo di intenderci: io concepisco la vita come un equilibrio fragilissimo di reazioni biochimiche coordinate tra loro, se tale equilibrio si altera troppo la vita si interrompe. Se tu invece per vita intendi la presenza di un qualcosa di trascendentale, tipo "anima", allora il discorso cambia del tutto. In ogni caso tu puoi preoccuparti prima di tutto questo, ma la preoccupazione deriva dal fatto di non voler accettare che un giorno non ci sarai più. Ma come detto sopra, o lo accetti o non lo accetti. Non ti so dire come si possa fare ad accettare, ognuno avrà un suo modo immagino. Molti non lo accettano mai e ci sono vari e interessantissimi metodi prodotti nel corso dei millenni per esorcizzare il terrore che crea questo rifiuto della propria condizione.Ma è davvero rilevante dopo la morte? Puoi morire più felice, sicuramente, ma l'ignoto dopo la morte? O peggio: il nulla?
Mortui Vivos Docent
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Faremo un salto dentro al buio, non avremo pace, perchè nel centro dell'ignoto c'è una luce.. Se un cuore nasce marinaio, non potrai averlo, perchè non basta un altro cuore per tenerlo!
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