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La morte..
"Eri tra la gente nella capitale,
so che mi guardavi con malignita',
son scappato in mezzo ai grilli e alle cicale,
son scappato via ma ti ritrovo qua!"
"Sbagli, t'inganni, ti sbagli soldato
io non ti guardavo con malignita',
era solamente uno sguardo stupito,
cosa ci facevi l'altro ieri la'?
T'aspettavo qui per oggi a Samarcanda,
eri lontanissimo due giorni fa,
ho temuto che per ascoltar la banda
non facessi in tempo ad arrivare qua. "
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Abbiamo davvero paura della morte o di quello che viene dopo? E' questo che è sfuggito ad Epicuro secondo me e per questo dicevo che si tratta di frasette di occasione, ovviamente senza nessuna intenzione malevola. Epicuro mi piace come filosofo, ma il suo quadrifarmaco, almeno su di me, non ha grande effettoQuesto era vero ai tempi di Epicuro...oggi non è più così, infatti la gestione del dolore cronico(che è tutt'altro che sopportabile, vedasi i suicidi causati dalla nevralgia del trigemino) è uno dei grandi problemi della clinica odierna.Epicuro nel quadrifarmaco presenta il rimedio anche per il dolore. Se è lieve è sopportabile, se è acuto è breve o porta alla morte.
è un modo molto lucido di vedere le cose, invece.Tuttavia sono frasette da occasione!
l'uomo è l'unico animale che ad un certo punto della propria esistenza si rende conto di essere mortale, sa che un giorno non esisterà più. A questo punto ha due strade:Come può rasserenarmi il fatto che la morte c'è quando io non ci sarò?
a)accettarlo
b)non accettarlo e inventarsi un metodo per sfuggire alla paura che la sua condizione gli provoca(senza offesa per nessuno ma le religioni sono un chiaro tentativo di esorcizzare la paure della morte; infatti tutte promettono una "nuova vita", che inizierà dopo quella terrena, e sarà eterna e perfetta.)
Se uno accetta la propria condizione di essere limitato nel tempo, di avere una fine, la morte smette di fare paura immediatamente. Quando ci sarà lei non ci saremo noi, come fai ad avere paura di una cosa che non incontrerai mai? Si può avere paura di ciò che ci condurrà alla morte, non della morte in sé.
Condivido il discorso sulle religioni.
"Non è poi così lontana samarcanda, corri cavallo, corri di là..." Purtroppo dal cavallo bisogna scendere prima o poi. Bellissima la storia comunque!
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questo mi causa ancora oggi attacchi di panico quando ci penso, e non ho trovato ancora il modo di risolverlo
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Epicuro nel quadrifarmaco presenta il rimedio anche per il dolore. Se è lieve è sopportabile, se è acuto è breve o porta alla morte. Tuttavia sono frasette da occasione! Come può rasserenarmi il fatto che la morte c'è quando io non ci sarò? è proprio questo il punto che mi fa paura: il dover necessariamente non essere, perdere il mio corpo, e forse la mia mente. Di me non resterebbe nulla, se non il ricordo... Non è per nulla piacevoleno, del dolore derivante da una malattia si però. La morte in sé non ti riguarda se ci pensi...quando lei c'è, tu già non ci sei più.avete mai paura di morire?
si, se poteva essere evitata e io non ci fossi riuscito farei molta fatica ad accettarlo.Avete paura, da medici di non essere in grado di sopportare la morte di un paziente?
sono d'accordo! pensavo di essere immune a qst paura fino a qualche mese fa.. mi faceva più paura perdere qualcuno a cui volevo bene, ma ora che qst purtroppo è successo il concetto di morte mi risulta più chiaro e mi sembra più difficile da accettare.. mi sembra più reale di quanto non lo fosse prima,ecco..
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appunto, è quando ne si prende realmente coscienza che si hanno due strade(e questa presa di coscienza avviene nei giovani quando la morte si prende qualcuno che gli sta molto a cuore, prima semplicemente non pensavano che potesse riguardare loro stessi, in prima persona) come dicevo:mi sembra più reale di quanto non lo fosse prima,ecco..
a)accettarlo
b)non accettarlo
quando avevo 10 anni è morta mia sorella, solo quel giorno ho compreso appieno che potevo morire pure io, e l'ho accettato con gli anni. Ci vuole un po' di tempo ma alla fine lo si accetta...oppure si diventa credenti. D'altra parte il cervello umano è una macchina di una potenza straordinaria, tanto da riuscire ad ingannare sé stesso.
tenersi pronti per cosa?"vegliare e tenersi pronti"
ti pare poco il ricordo? i poeti antichi dicevano di essere più grandi degli stessi eroi di cui cantavano, perché loro erano in grado di donare l'immortalità alle loro gesta, che altrimenti, per quanto grandi, sarebbero svanite nel tempo. Esisterebbe oggi Achille senza Omero? No.Di me non resterebbe nulla, se non il ricordo... Non è per nulla piacevole
Vivi la tua vita cercando di lasciare il mondo un po' meglio di come l'hai trovato e non avere paura.
Mortui Vivos Docent
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