Consiglia questo sito su Facebook:

Ma chi ce l'ha fatto fare...??

  • Autore della discussione
  • Visitatori
  • Visitatori
16 Anni 8 Mesi fa #60984 da
Ma chi ce l'ha fatto fare...?? è stato creato da
Per sei anni (come minimo!!) dobbiamo studiare pesantemente e una volta laureati dobbiamo vedere i sorci verdi per entrare nella specializzazione e nella specializzazione si viene pure sfruttati, viste le continue proteste degli specializzandi. Così dopo una giovinezza che se n’è un po’ andata a pu****e, inizi a lavorare e dopo magari te ne vai pure in depressione e ti suicidi!!Cosa può ripagarti di una giovinezza spesa sui in questo modo sui libri? Vedo molti amici che se la godono più di me, non studiano medicina eppure non dubito che troveranno ottimi posti di lavoro dopo la laurea! E oramai i discorsi sulla passione, sul fatto che il medico non sia una professione come le altre, una sorta di missione ecc ecc… non sortiscono più alcun effetto per me! Esistono moltissimi ottimi medici, dei maghi della Medicina, ma terribilmente avidi e cinici, chi mi dice che quelli un tempo non abbiano creduto al valore etico della professione medica così come ora (in fondo) ci credo anche io, non abbiano avuto un’umanità che poi abbiano perduto con il tempo, per il denaro che hanno guadagnato. Posso avere la sicurezza di non diventare mai come loro? No, non credo di avercela e per questo non me la sento di dire che il medico sia una professione diversa dalle altre. Alla fine un medico fa il suo lavoro, c’è chi lo fa bene, chi lo fa meno bene, e non è che il medico è diverso dagli altri perché ha a che fare con la vita della gente, perché pure un ingegnere può averci a che fare, o un biologo (vedi il caso della biologa che per sbaglio ha fatto trapiantare un fegato di un HIV+)o un conducente d’autobus, tutte persone i cui errori possono costare caro e dall’altro lato ci sono quelli che salvano le vite, anche un militare può salvare vite umane, anche un bagnino, un pompiere, un volontario della Croce Rossa. Per il medico è più percepibile magari, ma non è sua prerogativa esclusiva.Oramai per me la visione etica e, se vogliamo, romantica che avevo della professione del medico ha perso completamente il suo colore. Quando uno si accorge di questo cosa gli rimane? Gli stimoli intellettuali del suo lavoro, sperando che non vacillino, ma se pure questi vacillano, cosa succede?Scusate, probabilmente si è capito che si tratta di uno sfogo. Sto attraversano un periodo di riflessione, diciamo di crisi, dubbi e perplessità … Spero di non essere stato l’unico nella sua carriera universitaria ad avercene. :roll:

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

Di più
16 Anni 8 Mesi fa #60986 da Morfeo
non so a che punto sei,ma di cali di "performance",diciamo così,ne avrai parecchi...Al punto dove sono ora,invece riscopro che in fondo gli ideali che mi hanno spinto ad iscrivermi a medicina un pò di anni or sono, sono rinati nella mia odierna professione. Cosa dirti,io considerò il lavoro che faccio come unico,e sai che ti dico,se mi dicessero di tornare indietro (e credimi è stata pesante e ce ne sarà ancora di strada da fare) io lo rifarei,perchè è l\'unico lavoro che sento mio. Non importa le difficoltà che si affrontano, perchè nessuno da che mondo è mondo,ti regala niente. Non vuoi fare il (anzi,ESSERE) medico? Nessuno te lo impone,ci sono strade più facili per far soldi e carriera. La vita è una sola,ed ognuno decide di investirla come vuole. Sinceramente mi fanno un pò pena i colleghi che vanno predicando che il lavoro che fanno è "un lavoraccio",consigliando a chi si accinge ad entrare in università di non fare un errore,perchè sono solo degli stupidi ipocriti. Nessun lavoro (i francesi ed i napoletani,buffamente lo chiamano "travaille" e travaglio,cosa che associa il lavoro alla fatica ed al dolore del parto) è di per se riposante,ma io sono felice di andare a lavorare per quello che ho scelto di essere,perchè la gratificazione di questa professione,specie se fatta bene,è ineguagliabile. Tu associ il medico ad un salvatore,ma credimi,noi non salviamo nessuno ,ricordati cosa disse Ippocrate "il medico è solo una persona che sollazza il malato mentre la natura lo guarisce".Certo,è un lavoro come un altro,ma ti ripeto,nessuno ti obbliga a fare questa scelta. I dubbi e le crisi sono "fisiologiche",se si superano fanno crescere,se si fa schiacciare da loro,la vita ti sconfigge. Ed un medico deve essere preparato ad affrontare le difficoltà e le preoccupazioni in modo sereno ed obbiettivo,perchè senza equilibrio si fanno solo danni.Spero che ciò che ti ho detto ti faccia riflettere o ti aiuti a pensare.In bocca al lupo per tutto.

Black as night, black as coal, I wanna see the sun blotted out from the sky,I wanna see it painted black.

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

Di più
16 Anni 8 Mesi fa #61019 da Diagnosidifferenziale
Ulmo ho capito il senso del tuo discorso, anche se come saprai non condivido di affiancare il medico ad altre professioni, la tua è una semplificazione eccessiva."Fare" il medico non è solo salvare il malato ma fare in modo i risolvere uno stato di disagio psico-fisico che puo essere imporatante come un dolore intenso o meno importante come dare due punti ad una ferita sulla gamba.oppure accomagnare un paziente alla morte senza che vi sia sofferenza.E questo lo fai bene o male tutti i giorni. E\' la costante della tua attività se farai il clinico. Non dico che devi essere un santo dico che devi in ogni occasione fare la cosa che è ragionevolmente piu giusta.Se hai un malato con un problema lo affronti con quest\'ultimo e con i familiari (bisogna sempre "curare" anche questi") dal punto di vista medico-intellettuale (diagnosi di ictus per esempio), esponi le possibili evoluzioni, tratti le complicanze acute, cerchi di rapportati in maniera umana con parenti e il malato (aspeto della coscienza) hai fatto il tuo dovere in scienza e coscienza.Per il discorso dell\'avidità e del cinismo è chiaro che in molti alla fine portrebbe predominare tale aspetto.Uno come me che ha fatto malattie infettive quale avidità potrà mai avere (in genere sono quei medici con una attivita privata e cercano di convogliare tutto in essa, ma non è la mia filosofia) se avessi fatto il cardio-chirurgo forse avrei avuto delle pressioni diverse e lo so che molti speculano sul malato......Cinismo.Alcune scelte che uno fa possono sembrare ciniche ossia di freddo calcolo.Hai un posto letto e "devi" ricoverare 3 malati, se le cose fossero giuste li ricoveri tutti e tre. In realtà vedi che talvota il dovere è un devo di coscienza o di apparente coscienza.Uno dei tre che devi ricoverare è un paziente di 86 anni con demenza multiinfartuale,allettato da 4 anni, che ha la febbre ed ha un focolaio bronco-pneumonico e che l\'unica attività consentita è aprire la bocca per mangiare e bere. Un paziente cosi in genere non lo ricovero in prima battuta.Qualcuno potrebbe dirmi sei un cinico, lo stesso familiare potrebbe dirmi ma ha una polmonite non lo ricovera?Non è un atto di cinismo perchè lo rinvioa a domicilio con una terapia (per esempio levofloxacina e/o iniezioni di rocefin), gli evito l\'allontaneamento da quei pochi riferimenti che puo avere a domicilio, le infezioni nosocomiali per esempio e poi se è in grado di assumere per os non necessita di fleboclisi.Quando ero studente e avessi visto mandare una polmonite a casa avrei pensato:1) Questo non capisce un c...2) Devi essere proprio uno che se ne sbatte per mandare questo vecchietto a casa.Il fatto che tu ti ponga dei dubbi fa ben sperare peggio se non te li ponessi

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

  • Autore della discussione
  • Visitatori
  • Visitatori
16 Anni 8 Mesi fa #61051 da
Risposta da al topic Re: Ma chi ce l'ha fatto fare...??
Probabilmente non trapela chiaramente dal mio post precedente, perché forse non mi sono espresso bene, ma io non sono affatto pentito della scelta che ho fatto, l’interesse era grande quando mi sono iscritto ed ora lo è ancora di più. Col tempo però possono cambiare molte cose, possono affacciarsi nuovi interessi, nuove esigenze, che prima non c’erano proprio e non erano state calcolate. Io mi iscriverò al quinto anno in corso e tutto sommato non sto male con gli esami, la media è buona (più che buona a essere sincero ) non si tratta dunque di un avvilimento dovuto a scarso successo, ma è davvero così difficile tener duro per così tanto tempo. È oramai da un po’ che nutro un profondo desiderio di andare via in una qualche altra nazione e, badate bene, per me sarebbe il massimo poter espatriare per studiare Medicina e desidero fortemente conoscere realtà di studio diverse dalla mia, apprendere altre lingue e altre culture (molto più di quanto forse possa darti un Erasmus ad esempio). Tutto quello che c’è qua lo vedo così piatto, così grigio: quelle che prima chiamavo sicurezze ora sono per me solo vincoli!! Io sento di poter fare tanto, di poter dare tanto e nello stesso modo, voglio poter ricevere tanto umanamente, imparare tanto in tanti modi!! Diamine ho ventitré anni, ora sento di poter fare molte cose al meglio, ma a quanto pare devo aspettare, sono costretto ad aspettare e questa attesa mi distrugge e mi immalinconisce, questa è la mia frustrazione.

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

Di più
16 Anni 8 Mesi fa #63272 da kia_
Ciao Ulmo, credo di capirti abbastanza bene perchè da un pò di tempo mi sento così anche io!Anche io devo iscrivermi al V, con gli esami non sto messa malissimo, la media è ottima...eppure da un pò di mesi questa università è diventata un grosso peso per me, un\'angoscia che in questo momento pesa più della passione e della voglia che ho di andare avanti.Sento il tempo franare sotto di me, e mi sento in un tunnel che ho imboccato già da parecchio ma di cui non vedo assolutamente l\'uscita. Il problema è che ora siamo nel mezzo,non abbiamo nè l\'entusiasmo e l\'ingenuità dell\'inizio nè la soddisfazione della fine...Io purtroppo ad ogni esame che mi tolgo penso già a quanti invece mi mancano,a cosa avrei dovuto fare e invece non ho fatto...e già mi angoscia pensare agli anni fuori-corso che mi serviranno per completare tutto...e la cosa più triste è vedere che attorno a te sono davvero poche le persone che possano capirti, che possano capire come mai pur stando sempre sui libri ci metti mesi per dare un esame, e sei anni non ti bastano...La forza e la passione credo vadano rinnovate giorno per giorno, partendo da piccole cose...e pensando che passo dopo passo vengono percorsi chilometri...

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

Moderatori: gaudiogracyishasj
Tempo creazione pagina: 0.882 secondi
Powered by Forum Kunena
EU e-Privacy Directive
Cookie Policy