Vorrei ma non posso [img]

Siamo con te!!!Ti sono vicina..e ti capisco..

Sinapsi, la morte di un genitore, per noi figli, non può passare senza lasciare segno di sè.Tutti (soprattutto chi non ci è mai passato) dicono le solite frasi di circostanza, che è una cosa che ti fortifica, blablabla... Le avrai sentite anche tu.Invece, non è detto che sia così. E\' una ferita difficile da gestire, che più che fortificare fa danno. Dove e in che entità, dipende dalla suscettibilità di ognuno di noi, ma da qualche parte scoppia. C\'è chi si droga, chi non riesce più a fare nulla, chi sviluppa attacchi di panico, chi disturbi del comportamento alimentare. E poi tirarsene fuori è una fatica che si aggiunge al già duro compito di metabolizzare la perdita del genitore.Io ti posso dare solo un consiglio: se senti che da sola non ce la fai, cerca aiuto. La psicoterapia non è solo per i pazzi. Cercare di fare i duri in momenti come questi, e leccarsi le ferite da soli continuando a stagnare nella propria convinzione di potercela fare da soli, ritarderà solo il momento il cui sentirai di aver ripreso in mano la tua vita.Cercare aiuto di altri in questi casi non è un segno di debolezza, ma di forza, di determinazione. E\' il primo passo per smuovere una situazione arenata, in cui si tende a sprofondare sempre di più.In bocca al lupo, di cuore.

sono d\'accordo con winnie. se non ce la si fa da soli, appoggiarsi a qualcuno è davvero un segno di forza. sottolinea la vera volontà di cercare di andare avanti e recuperare le redini della vita che abbiamo momentaneamente perduto. la perdita di un genitore è un trauma che non posso nemmeno immaginare. mi dispiace e in bocca al lupo.

mi associo a quanto detto prima

WinniePruh ha espresso, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, la seguente opinione:

Cercare di fare i duri in momenti come questi, e leccarsi le ferite da soli continuando a stagnare nella propria convinzione di potercela fare da soli, ritarderà solo il momento il cui sentirai di aver ripreso in mano la tua vita.Cercare aiuto di altri in questi casi non è un segno di debolezza, ma di forza, di determinazione. E\' il primo passo per smuovere una situazione arenata, in cui si tende a sprofondare sempre di più.

Winnie lo ha espresso con splendide parole, io cercherò, per quel che mi è possibile, di ribadire il concetto in modo da farti riflettere al massimo.Nessuno purtroppo può ridarti tuo padre, così come nessuno potrà mai ridarti il tempo \"non vissuto\" se ti ostini a perpetuare questa situazione insostenibile: fatti curare da uno specialista. Anche se può non sembrarlo, è la cosa più coraggiosa da fare. Da sola potresti metterci una vita oppure non riuscirci affatto. E questo è un rischio che non puoi e non DEVI permetterti.Da futuro medico quale sei sai benissimo che le ferite VANNO CURATE NEL MIGLIORE DEI MODI.Ti abbraccio forte.