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Legge 133/08: Futuro dell\'Università Italiana

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15 Anni 6 Mesi fa #169072 da LudeMa
Ma di cosa vi lamentate ora che sono al governo...l\'Italia è un paese di pagliacci...gli stessi che protestarono contro la Moratti hanno poi mandato al governo la stessa gente con gli stessi programmi...ora sono tutti in piazza a protestare ma poi quando si tratta di votare preferiscono un pò di fumo negli occhi e votano per il \"decisionista\" che nasconde la monnezza sotto il tappeto...Il fine è sempre lo stesso, parlano di liberalismo ma poi si svende e si distribuisce alle solite quattro famiglie che hanno in mano l\'Italia....hanno fatto così per autostrade e per l\'Alitalia...oggi tocca alla scuola...domani alla sanità...domani ancora alle ferrovie....Ma un pò di decenza...questo è un paese di merda che sta morendo e nessuno se ne accorge...siamo sommersi fino al collo nella crisi e si pensa a fare le classi separate da Sudafrica mentre sulle spalle dei contribuenti si scaricano i debiti delle banche...

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15 Anni 6 Mesi fa #169103 da Emildandy
Non ho letto tutta la discussione ma mi pare si stia mettendo troppa carne al fuoco.Il decreto legge 133 mira semplicemente a ridurre le assunzioni nel contesto universitario, fossilizzando i problemi con l\'unico obiettivo del risparmio. La privatizzazione è adombrata in un articolo striminzito che dice semplicemente: se proprio non ce la fate ad andare avanti, diventate una fondazione privata. Non lo prenderei sul serio.Dal mio punto di vista, è un decreto indifendibile, perchè non si può sperare di riformare l\'università senza soldi e senza riforma.Per discutere seriamente di università bisogna partire da alcune premesse. Questi sono i miei presupposti1) è interesse dello stato che ci sia un\'università ACCESSIBILE a tutti (non ho detto pubblica o privata, ho detto accessibile) perchè è l\'unico modo per garantire mobilità sociale e pari opportunità. Non ci sarebe nulla di male (parlo di ambito universitario) in un sistema complementare pubblico-privato, con lo stato che eroga dei \"buoni-università\" con cui uno può scegliere una struttura privata; in Italia però al momento il patrimonio universitario è fondamentalmente pubblico e bisogna partire da là se si vogliono salvare le cose, senza sperare in \"cordate\" di imprenditori.2) per la ricerca servono fondi pubblici. Anche negli USA circa il 70% della ricerca universitaria è finanziata dal governo federale; oggi come oggi l\'impresa può avere interesse a mettere soldi nella ricerca applicata e anche in alcuni campi di ricerca di base (specie se è incentivata fiscalmente a farlo, come succede nella maggior parte dei paesi civili), ma il grosso della ricerca pura non sopravviverebbe senza l\'interesse dlo stato. Ovviamente, i governi olandese, canadese o statunitense investono meglio i loro soldi che non quello italiano; serve meritocrazia, deburocratizzazione, ecc. ecc.Ma non si può cominciare tagliando i fondi e sperando che intervenga l\'impresa privata (specie in un paese dove l\'impresa non ha la cultura di investire in ricerca!)3) parlando dell\'università come istruzione e non ricerca la realtà è davanti ai nostri occhi: un disastro. Però non tutto è da buttare via. I nostri laureati in fisica, matematica, ingegneria, persino medicina sono accolti con il tappeto rosso all\'estero... non siamo ancora in grado di attirare studenti stranieri (quelli che vengono qua per motivi personali rimangono inorriditi dalla disorganizzazione), ma formiamo laureati competitivi.Il problema è nell\'alto tasso di sotto-occupazione dei laureati. Esistono troppi corsi di studio inutili, e troppi corsi di studio nobili trattati come \"refugium peccatorum\" di chi non sa cosa fare nella vita. Quante persone che fanno storia, filosofia, lettere moderne o psicologia sono effettivamente interessate alla loro materia? Anche per colpa del 3+2, le facoltà umanistiche sono diventate un guazzabuglio improduttivo. Gli studenti più bravi ci mettono il doppio del tempo per laurearsi per preparare in modo decente il numero abnorme di esami necessario per ottenere i crediti, gli altri studiano da dispensine e stampe di power-point.P.S. notare che l\'unico articolo del decreto legislativo 112 tagliato prima di diventare legge 133 è stato quello che posticipava gli aumenti di stipendi dei professori universitari... giusto per dire della volontà del governo e della Gelmini di eliminare i privilegi.E poi: dr H.P. dice che in tempi di vacche magre non si possono mantenere tutti questi \"legulei, letterati, filosofi\" e forse ha anche ragione. Ma com\'è che la protesta è nata tra biologi, agrari, fisici, tutte discipline che danno ritorni anche economici nel medio e lungo termine?H.P., conosci l\'esempio dell\'Irlanda, che da zero è diventata una nazione leader nel campo delle biotecnologie?

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15 Anni 6 Mesi fa #169111 da DrHP
Premesso che su molto di quanto dici sono d\'accordo:

perchè non si può sperare di riformare l\'università senza soldi

Nemmeno si può pretendere di inventarsi del denaro dove non ce n\'è.Qui l\'argomento è spinoso e difficile comprendere per uno studente universitario che nel 95% dei casi non ha mai lavorato in vita sua ed è abituato a pensare al denaro come ad una risorsa astratta. Il denaro è sudore, fatica, lacrime e sangue ma finché non lo vivi sulla tua pelle di questo hai un\'idea del tutto astratta. Appena l\'idea passa da astratta a concreta, il pensiero che vengano pagati stipendi ed erogati finanziamenti a gente che teorizza di gastronomia piuttosto che del sanscrito, fa girare non poco i cosiddetti al contribuente.Un buon esempio è l\'elettorato della lega, che è sicuramente composto in larga misura da buzzurri ignoranti, tuttavia si tratta di buzzurri ignoranti che lavorano. Appaiono rozzi e volgari ai sibaritici studentelli di sociologia, scienze politiche, filosofia o storia e ai loro professori ex-sessantottini, e probabilmente lo sono, ma studentelli e professori dovrebbero soffermarsi un attimo sul pensiero che senza il lavoro di tali buzzurri, loro non potrebbero dedicarsi alle loro nobili dissertazioni, nè verosimilmente far andare le mandibole tre volte al giorno.

non si può cominciare tagliando i fondi e sperando che intervenga l\'impresa privata (specie in un paese dove l\'impresa non ha la cultura di investire in ricerca!)

Il problema, nuovamente, non è di cultura, ma di denaro.Se si permettesse alle aziende di defiscalizzare le donazioni alla ricerca, verosimilmente ci sarebbe denaro anche per progetti non finalizzati ad un ritorno economico a breve-medio termine.

Gli studenti più bravi ci mettono il doppio del tempo per laurearsi per preparare in modo decente il numero abnorme di esami necessario per ottenere i crediti, gli altri studiano da dispensine e stampe di power-point.

No, qui dissento. A nulla vale fare benissimo un lavoro se non lo si completa nei tempi previsti (vedi ferrovie, strade, ponti eccetera o, in medicina, tenere sul tavolo operatorio il paziente tanto a lungo da comprometterne le funzioni vitali). Questo concetto dovrebbe essere esteso all\'università, dovrebbero essere premiati quelli che finiscono nei tempi e puniti quelli che finiscono in ritardo.

H.P., conosci l\'esempio dell\'Irlanda, che da zero è diventata una nazione leader nel campo delle biotecnologie?

L\'Irlanda ha goduto per 20 anni di finanziamenti faraonici dall\'UE in quanto regione depressa. Arrivato il momento di restituire quanto ricevuto, vuole tirarsene fuori.Sulle biotecnologie confesso non so, ma l\'esempio Ryanair è sotto gli occhi di tutti: comodo e facile riempire gli aerei quando il prezzo del biglietto non lo pagano i passeggeri. Appena si chiudono i rubinetti diventa dura.

com\'è che la protesta è nata tra biologi, agrari, fisici, tutte discipline che danno ritorni anche economici nel medio e lungo termine?

Forse perchè siam sempre stati fin troppo presi dalla scienza e non abbiamo mai reclamato quanto ci serve, convinti che l\'uomo della strada avrebbe capito l\'importanza del nostro lavoro.Mi risulta però che le proteste siano partite tra letteratura e scienze politiche.

Mai darsi per vinti! Mai arrendersi!
comandante Peter Quincy Taggart
Galaxy Quest, 1999

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15 Anni 6 Mesi fa #169118 da Emildandy

Nemmeno si può pretendere di inventarsi del denaro dove non ce n\'è.

H.P... il denaro c\'è, hanno appena regalata 150 milioni di euro a fondo perduto al comune di Catania!L\'Italia sarà messa particolarmente male ma la crisi economica è diffusa a tutto il mondo, e non mi sembra che la Germania o gli Stati Uniti vogliano stiano tagliando i fondi alla ricerca.

Appena l\'idea passa da astratta a concreta, il pensiero che vengano pagati stipendi ed erogati finanziamenti a gente che teorizza di gastronomia piuttosto che del sanscrito, fa girare non poco i cosiddetti al contribuente.

Questo è, appunto, un problema spinoso: il finanziamento della cultura. Per secoli l\'intellettuale era un cortigiano, al servizio di un signore (che comunque si finanziava con gabelle e balzelli, dunque già all\'epoca \"pagava Pantalone\"). Nel sistema statale moderno il contribuente ha voce in capitolo e magari si incazza a pensare che le sue tasse sono usate per finanziare gli studi filologici sulla retorica attica tardo-antica (robe che nessuno, senza l\'assegno di dottorato, si sognerebbe mai di leggere, figuriamoci lavorarci sopra). D\'altra parte, a me può non stare giù che i soldi delle mie tasse vadano a pagare le sovvenzioni agricole al Nord-Est o il salvataggio dell\'Alitalia (voluto dalla Lega lombarda).Se chiedi a una persona per strada: vuoi che si tagli la spesa pubblica, dirà sicuramente sì. Però poi magari lavora per la Provincia (ente locale che tutti si propongono di abolire), magari ha il figlio dottorando in antropologia, magari prende una pensione di invalidità per una malattia semi-inventata, ecc. ecc.O decidiamo di applicare le teorie degli anarco-capitalisti tipo Rothbard, o ci rendiamo conto che lo Stato non è semplicemente un amministratore efficiente di servizi minimi ma anche un produttore di cultura e di posti di lavoro, un attore attivo nell\'economia (non dico che sia giusto o sbagliato, semplicemente che è così).

No, qui dissento. A nulla vale fare benissimo un lavoro se non lo si completa nei tempi previsti (vedi ferrovie, strade, ponti eccetera o, in medicina, tenere sul tavolo operatorio il paziente tanto a lungo da comprometterne le funzioni vitali). Questo concetto dovrebbe essere esteso all\'università, dovrebbero essere premiati quelli che finiscono nei tempi e puniti quelli che finiscono in ritardo.

In linea teorica sì. In pratica, se fai una disciplina umanistica, magari ti trovi di fronte a \"Storia medievale\": 3 crediti, e puoi scegliere se leggere quattro dispense in croce e sperare nella clemenza del professore, o leggere quanto meno i libri consigliati e metterci il triplo del tempo necessario per laurearsi in tre anni.

Se si permettesse alle aziende di defiscalizzare le donazioni alla ricerca, verosimilmente ci sarebbe denaro anche per progetti non finalizzati ad un ritorno economico a breve-medio termine.

Sì, l\'ho detto anch\'io dopo. Sarebbe da studiare bene come funzionano (e se ci sono) in Italia questi incentivi.Sull\'Irlanda: www.irlanda.cc/ricerca-e-biotecnologie-n...ro-dell-irlanda.html

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15 Anni 6 Mesi fa #169122 da Sic
HP, poveraccio, confonde la vita con l\'economia. L\'economia deve essere a servizio dell\'essere umano, non il contrario.Probabilmente ha visto troppi film americani e vuole trovare un pò di stima in se stesso nel denaro ma ancora nessuno gli ha riferito che gli amici, le donne, la serenità, la vita, le idee, la creatività non si possono comprare.

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15 Anni 6 Mesi fa #169124 da DrHP

il denaro c\'è, hanno appena regalata 150 milioni di euro a fondo perduto al comune di Catania!

...per non dire di quello regalato alle banche...il problema però è che tutti dicono che il denaro c\'è.Il denaro c\'è dice catania, dice bologna, dice bolzano, dice il professore di filologia, e alla fine sì c\'è ma non c\'è per tutti.

Per secoli l\'intellettuale era un cortigiano, al servizio di un signore (che comunque si finanziava con gabelle e balzelli,

Sì, se non altro il signore mandava degli armigeri a difendere i campi dei mezzadri dai briganti (la difesa dei mezzadri era incidentale, concordo), a me pare che oggi più che altro difenda i briganti (spesso in doppiopetto ehhh).

a me può non stare giù che i soldi delle mie tasse vadano a pagare le sovvenzioni agricole al Nord-Est

Beh parlando di agricoltura si apre un mondo... sovvenzioni e quote prodotto, spesso assegnate ad aziende \"virtuali\" in mano all\'amico di turno... concordo, è uno schifo.Peraltro sono assegnate sovvenzioni agricole a nord-est come sovvenzioni per la pesca a mazara del vallo.Personalmente ritengo che ad essere malata sia l\'idea stessa di sovvenzione, ma quando lo dico mi danno dell\'egoista insensibile peggio di quando non richiamo una donna il mattino dopo, avranno anche ragione... bah.Bah meno male che ho scelto di fare il medico, datemi un misero stipendiuccio, pagherò le tasse e prometto sarò scientifico e coscienzioso coi miei pazienti, il resto lo mantengo a livello di chiacchiera.

gli amici, le donne, la serenità, la vita, le idee, la creatività non si possono comprare

Gli amici non li puoi comprare, ma la compagnia sì.Le vita, le idee, la creatività, certamente non li puoi comprare ma altrettanto certamente senza una certa disponibilità non avrai il tempo per coltivarle.La serenità certamente non la compri ma se sei povero di certo non sei sereno.Tuttavia se pensi che le donne non si possano comprare, ragazzo mio, sei pirla forte.

Mai darsi per vinti! Mai arrendersi!
comandante Peter Quincy Taggart
Galaxy Quest, 1999

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