Io, addirittura ho chiesto ripetutamente se ero obbligato a tenere un documento sul banco, cosa che mi hanno confermato di dover fare...
Per la quattrocentesima volta:
-per fare il test bisogna, in qualche punto e momento, essere identificati, e il compito in qualche modo deve essere legato all'identità del candidato.
-quel che conta è che chi corregge non sappia di chi è il compito, non che chi vigila durante la prova non conosca l'identità di chi sta sostenendo la prova
-la correzione è automatizzata con lettori ottici
O vogliamo finire come gli infermieri, che vogliono scritto "dottore in infiermeristica" sul cartellino ma per privacy vogliono che non ci sia il nome, ma solo il numero di matricola?
Pragmaticamente:
-chi è davvero raccomandato non fa nemmeno il test. Il suo compito, già compilato con un punteggio sufficientemente alto da farlo rientrare dove vuole rientrare, ma non abbastanza alto da destare sospetti, viene aggiunto a quelli regolarmente svolti dai candidati.
-non si vede quale potrebbe essere l'interesse da parte del personale di controllo (che NON conosce le risposte ai quiz) a modificare (in negativo, poi) dei quiz a caso.
-è possibile che qualche compito (a caso) venga modificato per far rientrare qualche mini-raccomandato dell'ultim'ora. In questo caso, anche se il compito fosse nominale e non anonimo, non cambierebbe nulla.
-avvocati e giudici vivono di contenzioso, anche futile. Logico che si buttino a pesce sulle opportunità di guadagno. Che siano stati accolti dei ricorsi (in prima istanza, passabili di contestazioni e revisioni), non significa nulla.
Sono gradite considerazioni
costruttive (non sono depositario della verità, se potete contestare quanto sopra, fatelo con degli argomenti validi, grazie).
