Consiglia questo sito su Facebook:

Il testo del giorno

Di più
13 Anni 11 Mesi fa #202535 da emanuele82
Risposta da emanuele82 al topic Re:Il testo del giorno
Resterà di te, la nostra direzione
Resterà di te, l'aver diviso
Resterà di te, il bene dopo il male
il bene dopo il male
Resterà di te, la notte dopo l'incidente
Resterà di te, il tuo pigiama che era mio
Resterà di te, il sesso bene fatto
profumo niente solo essenza

Resterà di te, il lavoro mi piace
benedetto lavoro mi piace
il mio tempo in aumento
il lamento sentito si è spento
ho fatto tanto fiato
Non hai macchia di me
Resterà di te, il mio indirzzo vuoto
ci sono sempre poco
ho libri da finire
amici da chiamare che non sento da una vita
che non sanno che è finita
che non ti hanno mai inquadrata
Non hai macchia in me

Il soldato lo sente,
il soldato lo ammette e lo piange
per nessuna ragione il soldato mostra emozione
la guerra piega il capo
l'onore del soldato
Non hai macchia in me

Resterà di te, l'odore pressapoco
il gioco della fronte
il gatto prima odiato
la schiena la mattina
la testa mai serena
serena mai serena
Non hai macchia in me

Mia madre dice che il tempo prepara l'evento
ma dentro questo ottimismo irreale non c'è...
...presente...presente...presente
Resterà di te, il mio indirzzo vuoto
ci sono sempre poco
ho libri da finire
amici da chiamare che non sento da una vita
che non sanno che è finita
che non ti hanno mai inquadrata
Non hai macchia in me

BIAGIO ANTONACCI- RESTERA' DI TE

PS: HELTER SKELTER, CAMBIA PARAGONE, L'ASSOCIAZIONE DI QUESTI DUE E' TROPPO VECCHIA ORMAI...SE C'E' LUI E' COLPA DELLA SINISTRA CHE FA SCHIFO...QUINDI MEGLIO SCEGLIERE IL MALE MINORE...E LA CHIUDO QUA CHE NON E' IL TOPIC GIUSTO QUESTO.

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

  • HelterSkelter
  • Visitatori
  • Visitatori
13 Anni 11 Mesi fa #202544 da HelterSkelter
Risposta da HelterSkelter al topic Re:Il testo del giorno
beh....Emanuele, se leggi la data, vedrai che corrisponde a quando il signorino ha lui stesso fatto il paragone con il grande dittatore.....io mi sono solo limitata a donargli adeguata base musicale e relativo testo...permaloso.... 8-X


provvedo con un testo senza fini "politici"

√  :scenic: ©√∫˜µ…≤†
You are one of god's mistakes.
You crying, tragic waste of skin.
I'm well aware of how it aches.
And you still won't let me in.
Now I'm breaking down your door,
To try and save your swollen face.
Though I don't like you anymore
You lying, trying waste of space.

My oh my.
A song to say goodbye.
A song to say goodbye
A song to say goodbye,
A song to say,
Before our innocence was lost
You were always one of those blessed lucky sevens,
And the voice that made me cry.
My oh my.

You were Mother Nature's son.
Someone to whom I could relate.
Your needle and your damage done,
Remains a sordid twist of fate,
Now I'm trying to wake you up,
To pull you from the liquid sky.
Cause if I don't we'll both end up with just your songs that say goodbye.

My oh my.
A song to say goodbye,
A song to say goodbye,
A song to say,
Before our innocence was lost, you were always one of those blessed lucky sevens,
And a voice that made me cry.
It's a song to say goodbye


Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

Di più
13 Anni 9 Mesi fa #204902 da ARAGORN KING OF GONDOR
Katatonia - The Longest Year:


In the nights of old I always wished
In the longest year that had me down
And I would freeze if you ever asked me
That was my way

Confront the guilt and try to overcome
Do not go away
I'm not there yet

I can see fire
When I fall behind (fall behind)
When I give up
My thoughts redefined
How cold is the flame
Of our uncompromising future
How cold is the sun

The city lights fading still
The coming sky so white
And I'm the dark of this our new day
This is my way

Find the one
This weight will hold me down
How cold is the sun

I can see fire
When I fall behind (fall behind)
When I give up
My thoughts redefined
How cold is the flame
Of our uncompromising future
How cold is the sun

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

Di più
13 Anni 9 Mesi fa #205034 da Freedom
Risposta da Freedom al topic Re:Il testo del giorno
Tabaccheria
Code:
Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso voler essere niente. A parte questo, ho dentro me tutti i sogni del mondo. Finestre della mia stanza, della stanza di uno dei milioni al mondo che nessuno sa chi è (e se sapessero chi è, cosa saprebbero?), vi affacciate sul mistero di una via costantemente attraversata da gente, su una via inaccessibile a tutti i pensieri, reale, impossibilmente reale, certa, sconosciutamente certa, con il mistero delle cose sotto le pietre e gli esseri, con la morte che porta umidità nelle pareti e capelli bianchi negli uomini, con il Destino che guida la carretta di tutto sulla via del nulla. Oggi sono sconfitto, come se conoscessi la verità. Oggi sono lucido, come se stessi per morire, e non avessi altra fratellanza con le cose che un commiato, e questa casa e questo lato della via diventassero la fila di vagoni di un treno, e una partenza fischiata da dentro la mia testa, e una scossa dei miei nervi e uno scricchiolio di ossa nell'avvio. Oggi sono perplesso come chi ha pensato, trovato e dimenticato. Oggi sono diviso tra la lealtà che devo alla Tabaccheria dall'altra parte della strada, come cosa reale dal di fuori, e alla sensazione che tutto è sogno, come cosa reale dal di dentro. Sono fallito in tutto. Ma visto che non avevo nessun proposito, forse tutto è stato niente. Dall'insegnamento che mi hanno impartito, sono sceso attraverso la finestra sul retro della casa. Sono andato in campagna pieno di grandi propositi. Ma là ho incontrato solo erba e alberi, e quando c'era, la gente era uguale all'altra. Mi scosto dalla finestra, siedo su una poltrona. A che devo pensare? Che so di cosa sarò, io che non so cosa sono? Essere quel che penso? Ma penso di essere tante cose! E in tanti pensano di essere la stessa cosa che non possono essercene così tanti! Genio? In questo momento centomila cervelli si concepiscono in sogno geni come me, e la storia non ne rivelerà, chissà?, nemmeno uno, non ci sarà altro che letame di tante conquiste future. No, non credo in me. In tutti i manicomi ci sono pazzi deliranti con tante certezze! lo, che non possiedo nessuna certezza, sono più sano o meno sano? No, neppure in me... in quante mansarde e non-mansarde del mondo non staranno sognando a quest'ora geni-per-se-stessi? Quante aspirazioni alte, nobili e lucide -, sì, veramente alte, nobili e lucide -, e forse realizzabili, non verranno mai alla luce del sole reale nè troveranno ascolto? Il mondo è di chi nasce per conquistarlo e non di chi sogna di poterlo conquistare, anche se ha ragione. Ho sognato di più di quanto Napoleone abbia realizzato. Ho stretto al petto ipotetico più umanità di Cristo. Ho creato in segreto filosofie che nessun Kant ha scritto. Ma sono, e forse sarò sempre, quello della mansarda, anche se non ci abito; sarò sempre quello che non è nato per questo; sarò sempre soltanto quello che possedeva delle qualità; sarò sempre quello che ha atteso che gli aprissero la porta davanti a una parete senza porta, e ha cantato la canzone dell'Infinito in un pollaio, e sentito la voce di Dio in un pozzo chiuso. Credere in me? No, nè in niente. Che la Natura sparga sulla mia testa scottante il suo sole, la sua pioggia, il vento che trova i miei capelli, e il resto venga pure se verrà o dovrà venire, altrimenti non venga. Schiavi cardiaci delle stelle, abbiamo conquistato tutto il mondo prima di alzarci dal letto; ma ci siamo svegliati ed esso è opaco, ci siamo alzati ed esso è estraneo, siamo usciti di casa ed esso è la terra intera, più il sistema solare, la Via Lattea e l'Indefinito. (Mangia cioccolatini, piccina; mangia cioccolatini! Guarda che non c'è al mondo altra metafisica che i cioccolatini. Guarda che tutte le religioni non insegnano altro che la pasticceria. Mangia, bambina sporca, mangia! Potessi io mangiare cioccolatini con la stessa concretezza con cui li mangi tu! Ma io penso e, togliendo la carta argentata, che poi è di stagnola, butto tutto per terra, come ho buttato la vita. Ma almeno rimane dell'amarezza di ciò che mai sarà la calligrafia rapida di questi versi, portico crollato sull'Impossibile. Ma almeno consacro a me stesso un disprezzo privo di lacrime, nobile almeno nell'ampio gesto con cui scaravento i panni sporchi che io sono, senza lista, nel corso delle cose, e resto in casa senza camicia. (Tu, che consoli, che non esisti e perciò consoli, Dea greca, concepita come una statua viva, o patrizia romana, impossibilmente nobile e nefasta, o principessa di trovatori, gentilissima e colorita, o marchesa del Settecento, scollata e distante, o celebre cocotte dell'epoca dei nostri padri, o non so che di moderno - non capisco bene cosa -, tutto questo, qualsiasi cosa tu sia, se può ispirare che ispiri! Il mio cuore è un secchio svuotato. Come quelli che invocano spiriti invoco me stesso ma non trovo niente. Mi avvicino alla finestra e vedo la strada con assoluta nitidezza. Vedo le botteghe, vedo i marciapiedi, vedo le vetture passare, vedo gli esseri vivi vestiti che s'incrociano, vedo i cani che anche loro esistono, e tutto questo mi pesa come una condanna all'esilio, e tutto questo è straniero, come ogni cosa. Ho vissuto, studiato, amato, e persino creduto, e oggi non c'è mendicante che io non invidi solo perchè non è me. Di ciascuno guardo i cenci e le piaghe e la menzogna, e penso: magari non ho mai vissuto, nè studiato, nè amato, nè creduto (perchè si può creare la realtà di tutto questo senza fare nulla di tutto questo); magari sei solo esistito, come una lucertola cui tagliano la coda e che è irrequietamente coda al di qua della lucertola. Ho fatto di me ciò che non ho saputo, e ciò che avrei potuto fare di me non l'ho fatto. Il domino che ho indossato era sbagliato. Mi hanno riconosciuto subito per quello che non ero e non ho smentito, e mi sono perso. Quando ho voluto togliermi la maschera, era incollata alla faccia. Quando l'ho tolta e mi sono guardato allo specchio, ero già invecchiato. Ero ubriaco, non sapevo più indossare il domino che non mi ero tolto. Ho gettato la maschera e dormito nel guardaroba come un cane tollerato dall'amministrazione perchè inoffensivo e scrivo questa storia per dimostrare di essere sublime. Essenza musicale dei miei versi inutili, magari potessi incontrarmi come una cosa fatta da me, e non stessi sempre di fronte alla Tabaccheria qui di fronte, calpestando la coscienza di esistere, come un tappeto in cui un ubriaco inciampa o uno stoino rubato dagli zingari che non valeva niente. Ma il padrone della Tabaccheria s'è affacciato sulla porta e vi è rimasto. Lo guardo con il fastidio della testa piegata male e con il disagio dell'anima che sta intuendo. Lui morirà ed io morirò. Lui lascerà l'insegna, io lascerò dei versi. A un certo momento morirà anche l'insegna, e anche i versi. Dopo un po' morirà la strada dove fu stata l'insegna, E la lingua in cui furono scritti i versi. Morirà poi il pianeta che gira in cui tutto ciò accadde. In altri satelliti di altri sistemi qualcosa di simile alla gente continuerà a fare cose simili a versi vivendo sotto cose simili a insegne, sempre una cosa di fronte all'altra, sempre una cosa inutile quanto l'altra, sempre l'impossibile, stupido come il reale, sempre il mistero del profondo certo come il sonno del mistero della superficie, sempre questo o sempre qualche altra cosa o nè una cosa nè l'altra. Ma un uomo è entrato nella Tabaccheria (per comprare tabacco?), e la realtà plausibile improvvisamente mi crolla addosso. Mi rialzo energico, convinto, umano, con l'intenzione di scrivere questi versi per dire il contrario. Accendo una sigaretta mentre penso di scriverli e assaporo nella sigaretta la liberazione da ogni pensiero. Seguo il fumo come se avesse una propria rotta, e mi godo, in un momento sensitivo e competente la liberazione da tutte le speculazioni e la consapevolezza che la metafisica è una conseguenza dell'essere indisposti. Poi mi allungo sulla sedia e continuo a fumare. Finche il Destino me lo concederà, continuerò a fumare. (Se sposassi la figlia della mia lavandaia magari sarei felice.) Considerato questo, mi alzo dalla sedia. Vado alla finestra. L'uomo è uscito dalla Tabaccheria (infilando il resto nella tasca dei pantaloni?). Ah, lo conosco: è Esteves senza metafisica. (Il padrone della Tabaccheria s'è affacciato all'entrata.) Come per un istinto divino Esteves s'è voltato e mi ha visto. Mi ha salutato con un cenno, gli ho gridato Arrivederci Esteves!, e l'universo mi si è ricostruito senza ideale ne speranza, e il padrone della Tabaccheria ha sorriso.
Fernando Pessoa

"Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Fallisci ancora. Fallisci meglio."

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

Di più
13 Anni 8 Mesi fa #208872 da Rory89
Risposta da Rory89 al topic Re:Il testo del giorno
Per voi....una canzone che mi ha accompagnata durante la preparazione del test e che ascolto ogni qual volta sono un pò giù di corda per ricordami la strada che ho fatto per arrivare dove sono...


Artista: Miley Cyrus
Titolo Originale: The Climb
Titolo Tradotto: La Salita

Riesco quasi a vederlo
quel sogno che sto facendo ma
c'è una voce dentro la mia testa
che dice "non lo raggiungerai mai"
ogni passo che sto facendo
ogni mossa che faccio si sente
persa senza alcuna direzione
la mia fede vacilla
ma devo continuare a provare
devo continuare a tenere la testa alta

ci sarà sempre un'altra montagna
vorrò sempre farla muovere
sarà sempre un'impresa difficile
a volte sarò costretta a perdere
non importa quanto velocemente ci arriverò
non importa cosa mi sta aspettando
dall'altra parte c'è la salita

gli sforzi che sto affrontando
i rischi che mi sto assumendo
a volte potrebbero abbattermi ma
no, non mi sto spezzando
posso non accorgermene adesso
ma questi sono i momenti
che ricorderò di più
dovrò solo continuare ad andare avanti
e dovrò essere forte
solo continuare a spingere, ma

ci sarà sempre un'altra montagna
vorrò sempre farla muovere
sarà sempre un'impresa difficile
a volte sarò costretta a perdere
non importa quanto velocemente ci arriverò
non importa cosa mi sta aspettando
dall'altra parte c'è la salita

ci sarà sempre un'altra montagna
vorrò sempre farla muovere
sarà sempre un'impresa difficile
a volte sarò costretta a perdere
non importa quanto velocemente ci arriverò
non importa cosa mi sta aspettando
dall'altra parte c'è la salita

continuare a muovermi,
continuare a salire,
a mantenere la fede, tesoro.

Tutto è, tutto è, tutto è una salita
mantieni la fede, mantieni la tua fede.

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

Di più
13 Anni 8 Mesi fa #209857 da giuseppe201
Risposta da giuseppe201 al topic Re:Il testo del giorno
Dal Simposio di Platone, sulla "supremazia" dei medici :):

"Erissimaco - gli fa Alcibiade -, grande figlio di un padre grande e saggio, io ti saluto."

"Ti saluto anch'io - dice Erissimaco -. E adesso cosa dobbiamo fare?"

"Siamo tutti ai tuoi ordini perché un medico, da solo, vale molti uomini. Obbediremo dunque ai tuoi desideri."

ἰητρὸς γὰρ ἀνὴρ πολλῶν ἀντάξιος ἄλλων

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

Moderatori: vitaleDocSamgracy
Tempo creazione pagina: 0.628 secondi
Powered by Forum Kunena
EU e-Privacy Directive
Cookie Policy