medicina e Dio

Credente e praticante. Ma di sicuro non credo grazie a quei gruppi parrocchiali che ti fanno vivere la religione come una lunga serie di cose che non devi fare e poi spera di farti felice con qualcuno dei loro canti idioti. Per sedici anni volevano costringermi a credere, per sedici anni non ho creduto. Ho iniziato a credere quando ho incontrato persone che mi hanno fatto vedere la razionalità del credere in Dio, il fatto che era la cosa che più mi corrispondeva, che soddisfava il mio desiderio d\'infinito..Per me dio non sta nelle cose da non fare, non sta nel buonismo nè nell\'ipocrisia; Dio sta nella Bellezza di una montagna, sta nel sorriso di una persona.. è quella forza che ti permette di vivere veramente e di essere totalmente felice.. ma rimanendo te stesso..C\'è una grandissima differenza tra \"vado a messa perchè devo, altrimenti sono cattivo, altrimenti faccio un peccato, altrimenti il prete si arrabbia\" e \"vado a messa perchè è una cosa che serve A ME, mi rende felice, è una cosa che scelgo IO di fare\" Riguardo a Dio e alla medicina. A parer mio credere seriamente in Dio è solo un grande aiuto a stare nel reale, quindi anche nel lavoro che fai. Ma non come gommone di salvataggio, semplicemente come forza per andare avanti nel migliore dei modi.

la penso come emildandy,che ha afferrato il senso della affermazione di galimberti:il punto di vista cristiano,fino a PROVA contraria è tanto valido quando quello non cristiano,viceversa,il punto di vista di chi non crede è tanto valido,fino a PROVA contraria di quello di chi crede.sono sistemi FALLIBILI.solo che a nessun cristiano ho mai sentito dire una cosa così.pensate,anche solo per un attimo, che potreste esser voi, ad esser dalla parte \"sbagliata\" (perdonatemi il termine,sono di fretta,ci siamo intesi spero)..spero di aver reso l\'idea.

scusami ma se un ateo dicesse \"è probabile che dio esista\" non sarebbe più ateo per definizione, e viceversa, la fallibilità, o meglio, la falsificabilità, applichiamola alle congetture scientifiche (come ci ha insegnato il buon Popper) e lasciamola da parte nelle discussioni teologiche, è un metodo che evidentemente non può funzionare no?

L\'\"a\" privativo di \"ateo\" presuppone gia` che un Dio esista...

Troppo spesso si vede la \"questione di Dio\" come qualcosa di fondamentale, con cui chiunque si debba confrontare. Sì, ma solo perchè siamo costretti dalla cultura in cui viviamo ad affrontare il problema!

Come al solito, +10 punti ad Emildandy.

Ateo non presuppone che un dio esista, ma indica soltanto che la filosofia di pensiero che detta legge (e vocabolario) è convinta che dio esista

il_todd ha scritto:

Ateo non presuppone che un dio esista, ma indica soltanto che la filosofia di pensiero che detta legge (e vocabolario) è convinta che dio esista

esatto...ed è comunque una definizione negativa. Più che dire ciò che una persona è, dice ciò che una persona non è. Non è esaustiva e non può rappresentare il modo di pensare di un gruppo di persone; riferisce solo ciò che quelle persone NON sono. www.the-brights.net/