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Il Berlusconismo

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14 Anni 7 Mesi fa #193868 da Cyanide
Risposta da Cyanide al topic Re:Il Berlusconismo

Non posso pubblicizzare nessun tipo di prodotto, tanto meno editoriale, per una questione di correttezza... Per questa ragione non esprimerò niente altro che un mio personale parere di gradimento verso il "Fatto Quotidiano": giornale libero che non si avvale dei finanziamenti dello stato all'editoria e che, al dillà della posizione ideologica che si può o meno assumere, riporta molte questioni del tutto ignorate, per non dire censurate, da ogni altro strumento mediadico (eccetto il web). Se si ama la stampa veramente libera non si può fare a meno di dargli un occhiata....


non sono ancora riuscita a leggerlo , ma da come ne parlano tutti sembra davvero interessante, speriamo che duri....

Io non sono ancora riuscita a comprarlo perchè ogni volta, quando vado a prenderlo, è già finito. Anche oggi in treno l'ho visto in mano a diverse persone. Quindi mi leggo in internet quello che mettono sul blog.

La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci (Isaac Asimov)

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14 Anni 7 Mesi fa - 14 Anni 7 Mesi fa #193908 da Theli
Risposta da Theli al topic Re:Il Berlusconismo

Non posso pubblicizzare nessun tipo di prodotto, tanto meno editoriale, per una questione di correttezza... Per questa ragione non esprimerò niente altro che un mio personale parere di gradimento verso il "Fatto Quotidiano": giornale libero che non si avvale dei finanziamenti dello stato all'editoria e che, al dillà della posizione ideologica che si può o meno assumere, riporta molte questioni del tutto ignorate, per non dire censurate, da ogni altro strumento mediadico (eccetto il web). Se si ama la stampa veramente libera non si può fare a meno di dargli un occhiata....


Concordo in pieno.

Edit: www.repubblica.it/2009/09/sezioni/politi...ssegna-1ottobre.html

Durissimo attacco del settimanale britannico: "I giornalisti hanno ragione
a preoccuparsi e protestare. Italia democrazia fragile, come all'Est"
Economist: "Come con Mussolini
museruola a chi informa"
El Pais: "Berlusconi dichiara guerra alla Rai". Sulla stampa estera molti titoli sullo scudo fiscale: "amnistia per gli evasori"


Altro da aggiungere?

"In ogni caso, veniamo dal nulla e andiamo nel nulla, e non c'è nulla di cui preoccuparsi" (Peter Wessel Zapffe)
Ultima Modifica 14 Anni 7 Mesi fa da .

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14 Anni 7 Mesi fa #194180 da
Risposta da al topic Re:Il Berlusconismo
di Lea Melandri

Per quanto mosso da un narcisismo incontenibile e da un senso di onnipotenza che non conosce limiti, sia nell’arte amatoria che nel governo della cosa pubblica, Silvio Berlusconi non può ragionevolmente essere considerato il cinico, diabolico responsabile dei mali che affliggono da millenni il rapporto tra i sessi. Eppure, l’impressione che si ha dal dibattito che ferve intorno al tema ‘sesso e potere’, è che, avendo incarnato un immaginario erotico largamente diffuso tra uomini e donne, Berlusconi ne sia anche, sotto molti aspetti, il creatore. La mercificazione del corpo femminile non data dalla nascita della televisione, lo scambio di sessualità con doni, denaro, successo, carriere, o sopravvivenza, non si pratica solo all’interno di Palazzo Grazioli e nelle stanze del potere. Allora perché si parla di sessismo, di patriarcato, di violenza maschile, di uso ‘umiliante’ del corpo delle donne soltanto adesso? Perché si attribuisce alla vicenda Berlusconi-Noemi, Berlusconi-escort, l’effetto eclatante di uno ‘svelamento’, o, come ha detto Nicky Vendola alla trasmissione L’Infedele (28.9.09), di una ‘autobiografia nazionale’?

La personalizzazione del potere, di cui il Presidente del Consiglio viene da più parti accusato, non rischia di orientare anche il giudizio dei suoi oppositori, nel momento in cui lo si fa protagonista unico di uno dei domini più antichi del mondo, così radicato nella vita dei singoli e delle collettività da essere ancora oggi considerato ‘naturale’? Se è vero che, saltati i confini tra sfera privata e sfera pubblica, il corpo, la sessualità, il rapporto uomo-donna si sono venuti a trovare all’improvviso ‘nel cuore della politica’ -dove sono stati a lungo rimossi, trattati come parenti impresentabili-, non si può dire altrettanto della coscienza femminile che da quasi mezzo secolo è venuta rivoluzionando gerarchie di potere tra i sessi, date come eterne e immodificabili. La cultura maschile, arroccata dietro la maschera difensiva della ‘neutralità’, ha fatto orecchie da mercante, ha lasciato che passasse l’onda imprevista e travolgente del femminismo degli anni ’70, e ha archiviato l’unica critica radicale alla politica insieme ai sussulti libertari del ’68. Poi, per uno di quei dispetti imperscrutabili della storia, è accaduto che, a scoperchiare il vaso di Pandora e a svuotarlo di tutto ciò che è sempre stato visto come ‘non politico’, fosse il rappresentante di una della maggiori cariche dello Stato. Un’occasione unica per portare alla luce verità scomode e ‘perturbanti’ - perché nascoste dietro comportamenti abituali della vita quotidiana di ogni individuo-, ma anche incline, proprio per la sua eccezionalità, a operare nuovi occultamenti.

Mescolare, come stanno facendo negli ultimi tempi alcuni giornali e trasmissioni televisive ‘antiberlusconismo’ e ‘velinismo’, rapporto di un’alta carica dello Stato con le donne e mercificazione del corpo femminile, induce alla semplificazione di un problema che, a partire dal degrado della politica istituzionale, si estende a tutte le manifestazioni di ordine privato e pubblico, segnate dal pensiero di un sesso solo, oltre che dagli adattamenti e dalle resistenze, con cui le donne l’hanno fatto proprio. Dopo la fase iniziale, in cui si è giustamente insistito sul pericolo che rappresenta per la democrazia lo scambio tra sessualità e ruoli istituzionali, l’equivalenza tra rappresentanza politica e carriera televisiva, si è finito per spostare i riflettori in direzioni diverse, ma tali da far apparire il rapporto uomo-donna, appena affiorato alla coscienza maschile, un pretesto per altre battaglie.

Nel documento della Libera Università delle donne di Milano, che ha raccolto un migliaio di firme, le dimissioni di Berlusconi venivano così motivate: “Il Presidente del Consiglio è stato colto nell’atto di passare da un utilizzo mercificato di corpi femminili per propri svaghi privati, ma giocati in luoghi destinati a fini pubblici, alla attribuzione diretta di cariche ministeriali e cariche parlamentari (italiane ed europee) elargite come riconoscimento al fascino delle candidate” ( www.universitadelledonne.it ). Di questa, come di molte altre prese di posizione collettive, venute dalle reti e associazioni del femminismo, i giornali che oggi conducono una quotidiana campagna contro il Premier, non hanno dato notizia, limitandosi quasi sempre a invocare la ‘ribellione’ delle donne in nome della loro ‘dignità’ offesa.

La cultura che su sessismo, patriarcato, corpo politico, si è venuta costruendo nell’arco di quarant’anni, da parte di donne e di alcuni uomini -penso per esempio all’associazione Maschile/Plurale-, non è un caso che sia rimasta ancora una volta in ombra. Portato inaspettatamente allo scoperto dalle vicende berlusconiane, il rapporto tra i sessi ha finito per restare impigliato nei suoi risvolti ‘pubblici’ -l’intreccio tra televisione, affari e potere politico-, quando non è stato appiattito e confuso col pettegolezzo e lo sdegno moralistico. L’affermazione di Berlusconi -‘la maggioranza degli italiani vorrebbe essere come me’, ‘grande amatore dell’altra metà del cielo’, che può permettersi di avere sempre alla sua tavola ‘presenze femminili gradevoli’- è stata tradotta da Gad Lerner (Repubblica 28.9.09) in un interrogativo che ogni uomo potrebbe fare a se stesso: ‘Se avessi i soldi e il potere di Berlusconi, non mi comporterei anch’io come lui?’.

Posta in questi termini, la domanda che vorrebbe far luce sull’immaginario erotico e sulla sessualità maschile, finisce inevitabilmente nelle secche di un discorso riguardante un uomo che assomma in sé un potere smisurato, una ‘doppia onnipotenza’, sessuale e politica, come ha scritto ida Dominijanni (Il Manifesto, 29.9.09) e che non può perciò che essere invidiato.


La messa a tema del sessismo -il potere sulla donna che ogni uomo in quanto tale, noto o
sconosciuto, ricco o miserabile, ha ereditato da una cultura patriarcale millenaria-, dopo una breve, timida apparizione, scompare ancora una volta, identificata con l’oggetto primo e unico della battaglia in corso: Silvio Berlusconi. Il sospetto che la ‘questione femminile’, l’umiliante rappresentazione del corpo delle donne nei media, ben documentata dal filmato di Lorella Zanardo, sia, più o meno consapevolmente, assunta come ‘mezzo’ per altri ‘fini’, può essere smentito solo quando gli uomini riconosceranno che il ‘nuovo galateo’ di Berlusconi, come lo ha definito Gad Lerner, è l’altra faccia, antica come il mondo, della misoginia maschile, la maschera edulcorata dall’amore del potere che l’uomo si è attribuito nei confronti dell’altro sesso. Di un Presidente del Consiglio, che mescola con assoluta noncuranza potere mediatico, politico e sessualità, è giusto chiedere che si dimetta, mentre non può non sollevare dubbi la chiamata alla ‘ribellione’ delle donne ‘offese’, senza dire che la peggiore offesa sta nell’ ignorare la cultura che la coscienza e l’intelligenza femminile più vicina a noi hanno prodotto, propria a partire dal rapporto tra corpo e polis, sessualità e politica.


da universitadelledonne.it
460
da flickr.com/photos/giuli-o/2911526861/

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14 Anni 7 Mesi fa #194436 da Morfeo
Risposta da Morfeo al topic Re:Il Berlusconismo
Domani ci sarà il verdetto della Corte Costituzionale,vedremo se a qualcosa quella carta serva ancora.
Però,dopo tutto mi viene da dire,come dicevano gli antichi romani:



"e mmo sò cazzi,caro il nostro Silvio.."

Black as night, black as coal, I wanna see the sun blotted out from the sky,I wanna see it painted black.

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14 Anni 7 Mesi fa #194455 da Morfeo
Risposta da Morfeo al topic Re:Il Berlusconismo
http://images.corriereobjects.it/Media/Foto/2009/10/07/LEG_big.jpg?v=200910071341
"Se la corte boccia il lodo,trascineremo il popolo padano"

Già, sono i "comunisti" ,la stampa non allineata,i quattro pirla che vanno in piazza a manifestare contro una deriva della democrazia gli eversivi, non coloro che minacciano una istituzione italiana con parole che sanno di golpe.
A volte rimpiango il fatto che non ci sia più il PCUS,il KGB,il Comintern, l'Unione Sovietica e i suoi legami con i partiti comunisti europei .Se ci fossero stati i veri comunisti,questi quattro deficienti sarebbero già scomparsi dalla faccia del pianeta da un bel pezzo.

è proprio vero,credi e piegati,altrimenti ripudia e stai a testa alta.


Black as night, black as coal, I wanna see the sun blotted out from the sky,I wanna see it painted black.

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14 Anni 7 Mesi fa #194461 da coccinella
Risposta da coccinella al topic Re:Il Berlusconismo
www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/pol...coli/48025girata.asp

La Consulta boccia l'immunità
per le più alte cariche dello Stato:
«Serviva una legge costituzionale»
ROMA
Il verdetto della Consulta è arrivato: il Lodo Alfano è incostituzionale. Dopo un’intera mattinata in camera di consiglio, i 15 giudici della Corte si sono riaggiornati nel pomeriggio ed hanno comunicato la bocciatura dell'immunità per le quattro più alte cariche dello Stato.

La Consulta ha bocciato il Lodo per violazione dell’art.138 della Costituzione, vale a dire l’obbligo di far ricorso a una legge costituzionale (e non ordinaria come quella usata per sospendere i processi nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato). Il Lodò è stato bocciato anche per violazione dell’art.3 (principio di uguaglianza). L’effetto della decisione della Consulta sarà la riapertura di due processi a carico del premier Berlusconi: per corruzione in atti giudiziari dell’avvocato David Mills e per reati societari nella compravendita di diritti tv Mediaset

L'illegittimità è stata votata da nove giudici su 15, sei i contrari. Nelle ultime ore era circolata l'ipotesi, poi smentita dalla sentenza, di una sorta di "terza via" che avrebbe consentito di salvare in parte la norma, sollevando vizi e suggerendo ritocchi da introdurre. Soluzione, quest’ultima, che avrebbe mitigato le forti reazioni al verdetto e che proprio per questo rappresenterebbe un accettabile compromesso per chi ha ruoli istituzionali. Il clima nei palazzi della politica è infuocato. Lo dimostrano le parole di questa mattina pronunciate da Umberto Bossi: se la Consulta bocciasse il Lodo Alfano, aveva avvertito il ministro leghista prima del pranzo con il presidente della Camera Gianfranco Fini, «noi entreremmo in funzione trascinando il popolo. E il popolo ce lo abbiamo, sono i vecchi Galli». Uscendo dallo studio di Fini il leader della Lega aveva rincarato la dose: se il lodo sarà bocciato, le elezioni regionali si trasformerebbero in un referendum a favore o contro Silvio Berlusconi. «Il popolo si esprimerebbe su Berlusconi e Silvio vincerà, grazie anche a alleati come noi».

Le opposizioni insorgono. Mentre Franceschini parla di «esplicita intimidazione» alla Corte costituzionale, il candidato alla segreteria del Pd Bersani manda un avvertimento preciso alla Lega: «Bisognerà finirla di fare pressioni sulla Consulta: Bossi ricordi che il popolo non ce l’ha solo lui». «E' un fatto gravissimo - protesta l’esponente del Pd Andrea Martella - che un ministro della Repubblica interferisca in maniera tanto plateale in una decisione della Corte costituzionale, tra l'altro a camera di consiglio aperta. Non è questo il momento di instillare altro veleno nella vita del Paese. Il governo e gli esponenti della maggioranza si fermino». «Le minacce di insurrezione di Bossi sono irresponsabili e qualcuno dovrebbe fermarlo e ricordargli che è un ministro della Repubblica e non un semplice militante del suo partito» afferma Marina Sereni, vicepresidente dei deputati Pd.

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