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Il Berlusconismo

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14 Anni 6 Mesi fa #196357 da
Risposta da al topic Re:Il Berlusconismo
io avrei una splendida proposta invece, anzichè fare il test ai nostri cari politici, che tanto è considerato nocivo per la privacy e la dignità di ogni essere umano, perchè non organizziamo una bella curetta a base di beta bloccanti per tutti?


:malig:

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14 Anni 6 Mesi fa #196386 da lucaleo
Risposta da lucaleo al topic Re:Il Berlusconismo
inutile dargli i beta bloccanti tanto si strafanno di cocaina e questa, tra gli effetti, inibisce il re-uptake della norepinefrina che, in eccesso andrebbe a competere col farmaco....

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14 Anni 6 Mesi fa #196387 da
Risposta da al topic Re:Il Berlusconismo

inutile dargli i beta bloccanti tanto si strafanno di cocaina e questa, tra gli effetti, inibisce il re-uptake della norepinefrina che, in eccesso andrebbe a competere col farmaco....


:malig: l'uso del beta-bloccante parte proprio dalla constatazione di questa dipendenza, e poichè la cocaina maschera una parossistica forma di ipertensione inducendoli magari a correre al ps, con una bella dose di farmaco ottieni un fantastico effetto blow up di frattaglie sul pavimento......
la pressione se era 200 arriva a 400 mmhg come se niente fosse!

poi magari contattando una ditta di corleone riusciamo con le interiora a realizzare il fantastico obiettivo del pdl, uno splendido ponte di messina in pelle umana....ma se per caso qualcuno di loro dovesse resistere a questa terapia, beh....non possiamo non idratarli e tenerli attaccati ad una macchina per sempre, cribbio! possono ancora avere figli!

:malig:

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14 Anni 6 Mesi fa #196398 da lucaleo
Risposta da lucaleo al topic Re:Il Berlusconismo
truculento, una specie di pentola a pressione umana...

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14 Anni 6 Mesi fa #196514 da
Risposta da al topic Re:Il Berlusconismo
notizia fresca fresca, data anche ieri sera da report con dovizia di particolari

Hanno depositi per 60 milioni.
La cifra rivelata da Report: 50
milioni fanno capo alle holding guidate da Marina e Piersilvio
I misteri della Banca Arner
con i depositi di Berlusconi e figli
E spunta anche un bonifico per la villa di Antigua
di WALTER GALBIATI

I misteri della Banca Arner con i depositi di Berlusconi e figli

Barca Arner, sede di Lugano
MILANO - Che la signora Teresa Macaluso e il premier Silvio Berlusconi abbiano i conti correnti presso la stessa banca non dovrebbe creare nessun problema. Ma se la banca si chiama Banca Arner, commissariata dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti su indicazione della Banca d'Italia di Mario Draghi per operazioni sospette di riciclaggio, e la signora risulti essere la moglie di Francesco Zummo, costruttore di Palermo, considerato dalla procura vicino alle cosche mafiose, le cose si fanno un po' più complicate.

Anche perché, come rivelato dalla puntata di Report trasmessa ieri, il premier ha depositato presso la sede milanese della piccola banca elvetica qualcosa come 60 milioni di euro, divisi tra un conto corrente personale (il numero uno della banca), sul quale giacciono circa 10 milioni, e conti riconducibili a società della sua famiglia, le holding Italiana Seconda, Quinta e Ottava, amministrate da Marina e Piersilvio Berlusconi, sui quali si trovano altri 50 milioni. La signora Macaluso, tuttavia, non è da meno perché da sola può vantare un deposito di ben 13 milioni. Quei soldi se fossero in Unicredit o in Banca Intesa, le due più grandi banche italiane con migliaia di sportelli, passerebbero inosservati, ma siccome si trovano presso la piccola Banca Arner, una sede a Lugano e tre filiali tra Milano, Nassau e Dubai, e rappresentano un quarto degli attivi della banca, destano un po' di scalpore. Anche perché Arner è stata da sempre il crocevia di alcune operazioni sospette riconducibili alla galassia Berlusconi e di recente è di nuovo piombata al centro delle cronache giudiziarie per l'arresto di Nicola Bravetti, amministratore e membro della direzione generale della banca, nonché dirigente dell'Organo di contatto per la lotta contro il riciclaggio di denaro dell'Ufficio di controllo del Dipartimento federale delle finanze elevetiche. Con lui, a maggio 2008, sono finiti ai domiciliari, gli imprenditori Francesco e Ignazio Zummo, padre e figlio, tutti con l'accusa di concorso in intestazione fittizia di beni, aggravato dall'aver agito al fine di favorire Cosa nostra: avrebbero consentito alla moglie di Francesco, Teresa Macaluso appunto, di intestarsi tra il 2003 e il 2005 la somma di circa 13 milioni provenienti secondo l'accusa dagli affari della mafia. Il tramite tra gli Zummo e Bravetti, sarebbe stato l'avvocato milanese Paolo Sciumè.

Come Berlusconi, tuttavia, ci sono anche altri nomi celebri ad aver rapporti fiduciari con la banca. Qui hanno i conti correnti Ennio Doris, fondatore del gruppo Mediolanum, la famiglia dell'avvocato Cesare Previti, condannato in via definitiva per i casi Imi-Sir e Lodo Mondadori e il fiscalista Salvatore Sciascia, un veterano di casa Fininvest. Qui vengono gestite due società anonime, la Centocinquantacinque e la Karsira Holding, che a cascata controllano due società amministrate dalla famiglia Acampora, quella dell'avvocato Giovanni Acampora condannato con Previti sempre per il Lodo Mondadori. E qui vengono gestiti i soldi della Flat Point, una immobiliare che sta costruendo ville ad Antigua e tra i cui acquirenti ci sarebbe anche Silvio Berlusconi. Report ieri ha parlato di un bonifico da 3,367 milioni del premier indirizzato proprio alla Flat Point.

La ragione del fitto intreccio tra Banca Arner e il mondo Fininvest sta nella storia stessa della banca. Uno dei fondatori della Arner, infatti, è un uomo di fiducia di Berlusconi, Paolo Del Bue, un romano trasferitosi in Svizzera, dove insieme con Nicola Bravetti, Giacomo Schraemli e Ivo Sciorilli Borelli ha dato vita a una fiduciaria che nel 1994 si è trasformata in Banca Arner. Non si sa se Del Bue, che ha lasciato la carica di amministratore nel 2005 è ancora tra i soci, ma era di certo in Arner quando, secondo la ricostruzione fornita agli inquirenti dall'ex presidente del Torino Gianmauro Borsano, la società panamense New Amsterdam, amministrata fiduciariamente da Arner, versò in nero 10 miliardi di lire al Torino per il passaggio del calciatore Gianluigi Lentini al Milan.

Ma l'importanza di Del Bue si capisce solo dalle carte del processo Mills, l'avvocato inglese condannato in appello per essersi fatto corrompere da Berlusconi per testimoniare il falso nei processi del premier. Nelle motivazioni della condanna il tribunale spiega che Mills si fece pagare per nascondere ai giudici italiani che le società offshore Century One e Universal One erano riconducibili non ai manager della Fininvest, ma "direttamente a Silvio Berlusconi". I conti esteri di quelle due società erano gestiti proprio da Del Bue, che da quei conti prelevava anche ingenti somme in contanti. In tre anni Del Bue ha trasformato in moneta sonante ben 100 miliardi di lire.

© Riproduzione riservata (16 novembre 2009) Tutti gli articoli di cronaca

:o

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14 Anni 5 Mesi fa #196548 da
Risposta da al topic Re:Il Berlusconismo
Editoriale di Alessandro Cardulli

“Oggi  moriranno per fame diciassettemila bambini”. E’ l’annuncio drammatico del segretario generale della Nazioni Unite, Ban Ki Moon, al vertice mondiale sulla sicurezza alimentare. Ogni cinque secondi muore un bambino, sei milioni in un anno. Più di un  miliardo di persone non hanno cibo.

E Berlusconi che presiede l’assemblea che fa? Racconta barzellette e sfoggia battute che non fanno nemmeno ridere. Il suo amico Gheddafi? Si pavoneggia con duecento hostess, reclutate da una agenzia, altezza minima un metro settanta, pagate cinquanta euro, per partecipare a serate nella villa dell’ambasciatore libico. Gheddafi spiega loro il Corano, poi le invita alla Mecca, viaggio premio con finanziamento.

La drammaticità della situazione, oltre che dalle parole del Segretario dell’Onu, è denunciata dal Direttore generale della Fao, Jacques Diouf,  che si è presentato a Roma facendo lo sciopero della fame, dormendo all’addiaccio. Un gesto di protesta contro i potenti del mondo capaci solo di parlare quando si incontrano nei vari “G” che si svolgono in tutto il mondo, con sempre maggior frequenza,  per non decidere niente. Allo sciopero della fame e della sete si sono aggregati alcuni “imitatori” a partire dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, dimentico dei provvedimenti adottati dalla sua amministrazione contro i deboli, gli immigrati, quindi bambini compresi.

Ma le parole del segretario generale dell’Onu e poi quelle del messaggio inviato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, l’accorato appello del Pontefice, le manifestazioni di cui sono state protagoniste le organizzazioni non governative che operano là dove la morte per fame, per malattie, fa parte della vita di tutti i giorni, è la “normalità”, quelle dei contadini arrivati a Roma con i trattori per dire che la terra può dare prodotti per tutti, sono scivolate via come l’acqua di un torrente su questa assemblea. Un fallimento: è poco, qualcosa di più,qualcosa di peggio.

Questa riunione dei capi di stato e di governo ha stabilito che di quei quarantaquattro miliardi che sarebbero necessari per dimezzare gli affamati entro il 2015, secondo l’impegno assunto con il G8 dell’Aquila, lo spot di Berlusconi,  era meglio non parlarne.

È stato approvato, infatti, un documento messo a punto dagli ambasciatori e composto da 41 paragrafi, un preambolo e cinque obiettivi in cui si ribadisce che entro il 2015 si deve dimezzare il numero degli affamati . Ma i potenti riuniti a Roma sanno bene che ciò sarà impossibile e non si preoccupano neppure di fingere. Nessun paese è intenzionato a mettere un soldo bucato. Al danno, una tragedia per un miliardo di affamati, si aggiunge la beffa, il ridicolo, la pagliacciata.

Intanto i capi di  governi dei paesi ricchi si sono ben guardati dal farsi vivi. Inutile fare nomi perché la lista occuperebbe troppo spazio. Occupano la scena le “first ladies” di alcuni dei capi di governo che non brillano certo per spirito democratico. Anzi, paesi dove sta di casa la dittatura come l’Iran. A tenere banco è proprio la moglie di  Ahmadinejan, il dittatore iraniano la quale ha detto che “l’ispirazione religiosa  ha  effettivamente aumentato la sicurezza alimentare”.

Si ribellano  i rifugiati politici iraniani che vivono in Italia la cui associazione ha duramente condannato il regime liberticida esistente nel paese governato dal marito della  “first lady”. Sempre in tema di dittatori, abbiamo già ricordato, le “gesta “ del colonnello Gheddafi il quale, stretto in un abbraccio da  Berlusconi, ha giurato eterna amicizia al Cavaliere.

E sulle orme di “papi” ha organizzato le sue serate con l’aiuto di una agenzia, la Hostess Web, che recluta le ragazze. A differenza del Cavaliere di Arcore, il colonnello che questa volta ha utilizzato la villa dell’ambasciatore invece della “tenda beduina”, ha chiesto che le hostess fossero vestite elegantemente. Niente minigonne e scollature. Tutte sedute in un salone a formare una specie di semicerchio con le più carine in prima fila: quasi un’ora di lezione di Corano. Pare che Berlusconi sia stato molto interessato da questa iniziativa del colonnello-dittatore e ne terrà conto nell’organizzazione delle prossime feste a Villa Certosa.  Senza però rinunciare al dilettevole e a qualche abitino che scopre qualcosa.

Il capo del nostro governo ha trovato il modo di non presentarsi al processo di Milano per questioni che riguardano Mediaset, e di fare il solito gigione aprendo i lavori della assemblea. Ha raccontato barzellette e fatto battute che neppure i vecchi comici dell’avanspettacolo si sarebbero sognati di pronunciare. Riportiamo la barzelletta perché, come si dice, al peggio non c’è mai limite: “ Una volta Marx – dice – ritorna sulla Terra e chiede al Soviet di parlare per un mese. Il soviet si rifiuta e allora lui chiede di parlare per una settimana, poi un giorno, poi un’ora. Alla fine si accordano per tre minuti. Allora Marx andò in televisione e disse: ‘Lavoratori di tutto il mondo, scusatemi’”. 

Già, ma la fame del mondo, i bambini che muoiono, i soldi che gli Stati taccagni si tengono ben stretti nelle loro casse? Che c’entra, a volte basta un sorriso. 

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