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superare le milioni di crisi

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12 Anni 11 Mesi fa #219312 da vale90elav
buona sera futuri medici!
sono "solo" al secondo anno di medicina e mi rendo conto che è davvero molto, ma molto dura (più di quanto avessi potuto immaginare)... sono più o meno in regola con gli esami solo che quando inizio una nuova materia, la mia reazione è questa:  :dash: comincio ad avere crisi, dubbi, problemi nello studio e nella concentrazione. e mi chiedo se questa sia veramente la mia strada.

a voi è capitato? o sono l'unica ad avere "crisi mistiche" ogni mese?
grazie delle risposte e spero che questa sia a sezione adatta a postare  :-x

"Per fare il nostro lavoro dobbiamo credere che la sconfitta non è un'alternativa. Che non importa quanto malati siano i nostri pazienti... c'è speranza per loro". (grey's anatomy)

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12 Anni 11 Mesi fa #219315 da DrHP
Risposta da DrHP al topic Re:superare le milioni di crisi
La grammatica, cazzo.

Mai darsi per vinti! Mai arrendersi!
comandante Peter Quincy Taggart
Galaxy Quest, 1999

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12 Anni 11 Mesi fa #219349 da Adalo
Risposta da Adalo al topic Re:superare le milioni di crisi
si, capita spesso anche a me, che sono al quint'anno, di avere profondo sconforto quasi ogni volta che inizio un esame (la quantità di roba da impararsi a memoria sembra infinita e i professori sono sempre poco magnanimi), mi viene da urlare:

"baastaaaaa! non ne posso piùùù!!! c'ho le palle piene degli esami!! fanculo, università di mer** ... " ecc.ecc. (non continuo potrei essere ancora più volgare) 
:suicide:      :teschio-

ma poi,
non so come, dove, perchè ma riesco sempre a trovare quella volontà che serve per superare anche questo esame,
e la fine piano (ma parecchio piano) si intravede sempre di più.
:drinks:

non arrenderti, sarebbe la sconfitta più grossa della vita,
ce l'hanno fatta in tanti, ce la faremo anche noi.

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12 Anni 11 Mesi fa #219376 da vale90elav
grazie adalo. le tue parole mi aiutano molto

DrHP, scusa ma non credo di aver fatto chissà quale errore di grammatica e se l'ho fatto ti chiedo doppiamente perdono. ma come avrai visto, l'orario e la condizione psicologica certo non aiutano. mi aspettavo dei consigli da futuri medici, non da proff!

"Per fare il nostro lavoro dobbiamo credere che la sconfitta non è un'alternativa. Che non importa quanto malati siano i nostri pazienti... c'è speranza per loro". (grey's anatomy)

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12 Anni 11 Mesi fa #219378 da MoonWolf
anche io sono solo al II anno di medicina (anche se è la mia seconda laurea) e ti assicuro che le crisi mistiche ti vengono eccome... ad ogni esame, ogni difficoltà si affaccia quella semplice domanda: "chi me lo fa fare?"
la risposta è "io"... ci tengo troppo a medicina e sono pareccho testardo in merito... se ti piace trova un motivo per tenere duro e non preoccuparti... per quanto difficile dona un sacco di soddisfazioni e, come diceva Adalo, ogni passo (per quanto piccolo) ci avvicina alla soddisfazione più grande: fare il medico  :D

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12 Anni 11 Mesi fa - 12 Anni 11 Mesi fa #219603 da Madam Poppy Pomfrey
Io ho avuto una piccola "crisi" solo al terzo anno, non certo per le materie che più o meno han sempre suscitato il mio interesse (anche se non ho proprio "adorato" la biochimica... :rolleyes:), ma per il contatto stretto con la sofferenza. Essendo di natura fortemente empatica ho avuto non poche difficoltà, all'inizio, ad accettare il dolore, l'impossibilità di cura e guarigione, l'attesa della morte (il mio tutor di interna diceva sempre "exitus" per evitare che i pazienti meno colti capissero....-per me capivano comunque!- e "ripetizioni" stava per metastasi). Dal momento che frequentavo medicina interna ho avuto a che fare con diversi terminali e con le poli-patologie. E siccome ero all'inizio del percorso e non avevo la fretta di chi lavora, dedicavo parte del mio tempo alle conversazioni con i parenti e con i pazienti stessi (qualcuno mi ha perfino fatto dei regalini, solo perchè mi ero seduta al letto, qualcun altro mi ha confidato segreti personali, sogni, aspirazioni, paure)...e così mi legavo. Ci ripensavo a casa e odiavo il cancro, lo scompenso cardiaco, l'insufficienza renale. Ho iniziato a pensare alla morte (tardi in effetti), in modo cupo e talvolta intrusivo. E più ero angosciata, più mi infilavo in corsia, forse anche per vincere il mio orrore per la morte e la malattia. Il giovane aspirante medico spesso ritiene che il medico sia una specie di "eroe" e "salva-vite". Non è così, basta vedere come funziona un reparto di interna. E' tutto un calcolo rischi-benefici. Ricordo un poveretto con un rantolo tracheale che si sentiva dal corridoio, aveva sviluppato un edema polmonare, eppure non era possibile trattarlo se non disidratandolo ulteriormente e mettendo in grave pericolo i reni già sofferenti....E un'altra volta una donna con massiva emoraggia cerebrale. Il tutor mi spiegò che non si poteva intervenire, anche se io insistevo. "Vedo che sei sconvolta. Devi accettare la morte, "dottoressa" (mi ha sempre chiamato dottoressa, anche se ero al terzo)."
Con il passare del tempo ho imparato a investire valore nella vita (in qualità più che in quantità) e nel momento presente, anche grazie a medicina...e da molto tempo non ho più in crisi, sono anzi totalmente felice della mia scelta cui penso dedicherò tutta me stessa. Anche perchè penso che la morte sia una sorta di "scotto" da pagare per aver vissuto. Se dobbiamo morire per vivere, ben venga la morte (anche se il più tardi e il più rapidamente possibile)! La medicina fa fare i conti con la realtà che non è nè buona nè crudele, in un certo senso costringe a "crescere" chi ha idealizzato il mestiere (non tutti, ci sono esaltati-maniacali in tutti i campi) senza per questo trasformarlo per forza in persona arida e gelida...cosa che sarebbe dannosissima per la relazione medico-paziente e la costruzione di un'alleanza terapeutica (visto che il paziente la sofferenza e la malattia, tantomeno la morte, fa spesso fatica ad accettarle!!). Equilibrio. Ecco la parola d'ordine. :)
Ultima Modifica 12 Anni 11 Mesi fa da .

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