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Rianimare feti abortiti
IMO, si deve provare a rianimare ( anche contro volontà della madre ) solo dopo le 21-22 settimane e solo feti senza gravi malformazioni.Provare a rianimare a 15-18 è un orrendo accanimento terapeutico, almeno con le odierne tecniche.Idem per feti malati: se la madre ha scelto di abortire è per evitare la sofferenza del nascituro.Inoltre è vero che il limite di viabilità si è molto abbassato negli ultimi anni, ma bambini nati così tanto pretermine hanno spesso disturbi di vario genere... I paletti etici servono, perchè spesso è molto più umano lasciare morire in pace, che accanirsi.Vent\'anni fa dicevano lo stesso dei prematuri sotto il chilo di peso, che adesso si giocano le loro buone chances.Nel mio piccolo ho tenuto in mano un prematuro di 790 grammi, e mi è capitata la mamma di uno che mi ha detto testualmente \"lui è un grande successo di questo ospedale, è nato di 620 grammi ed è stato qui quasi un anno prima di portarlo a casa\".Bambino di 6 anni, assolutamente normale.Ad aver dato seguito a linee di pensiero oscurantistiche come quelle che proponi tu, il piccolo non avrebbe avuto nessuna chance. Un po\' polemicamente ti dirò, forse in questo i paletti etici che la religione pone remano a favore della scienza piuttosto che contro.
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Ti ripeto: vent\'anni fa avresti detto 28 settimane.E\' chi ha creduto che fosse possibile far sopravvivere anche i nati prima di quella età gestazionale che ha permesso di portare la mortalità infantile dal 7% al 3,6% attuale.Per quanto riguarda le gravi malformazioni, mi permetterei di chiederti quanti bambini con \"gravi malformazioni\" hai visto.Io ormai sono a qualche centinaio, e in un solo caso ho avuto il dubbio dell\'accanimento terapeutico, e comunque anche a quella, ho la netta sensazione, essere al mondo non è che le facesse poi del tutto schifo. Oltrettutto sono bambini con un\'espressività in grado di strapparti il cuore e più spesso che no con un coraggio da leone.Al pari, che so, di quelli che si beccano una leucemia e gli tocca farsi qualche anno di chemio. Al pari di quelli che vengono trapiantati di rene, o di fegato, o di polmoni, e che passano tutta la vita da immunosoppressi.Dire \"accanimento terapeutico\" è molto facile.IMO, si deve provare a rianimare ( anche contro volontà della madre ) solo dopo le 21-22 settimane e solo feti senza gravi malformazioni.
E senti un po\', come pensi che evolverebbero le tecniche da odierne a future, se non provassimo a spingere sempre più in là il limite che oggi dai per assoluto?Se ben ricordo il primo trapiantato di cuore ha vissuto per 15 giorni dopo il trapianto. Oggi ci sono milioni di persone che vivono con organi trapiantati. Ad ascoltare te, era \"accanimento terapeutico\".Provare a rianimare a 15-18 è un orrendo accanimento terapeutico, almeno con le odierne tecniche.
O la propria. Ti stupirebbe quanto spesso è la propria.Idem per feti malati: se la madre ha scelto di abortire è per evitare la sofferenza del nascituro.
Sì. Ma questo deve deciderlo chi muore, se permetti.Il medico ha il dovere di dare a ogni individuo il massimo delle chances di sopravvivere.I paletti etici servono, perchè spesso è molto più umano lasciare morire in pace, che accanirsi.
Mai darsi per vinti! Mai arrendersi!
comandante Peter Quincy Taggart
Galaxy Quest, 1999
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è comunque sbagliato che la madre abbia diritto di vita o di morte sul nascituro, sono più d\'accordo con hp che dice che la madre ha voluto evitare la propria di sofferenza, perchè predersi cura di un bambino malformato è dura, troppo dura...Idem per feti malati: se la madre ha scelto di abortire è per evitare la sofferenza del nascituro.
Tutto copre,
tutto crede,
tutto spera,
tutto sopporta.
L'amore non avrà mai fine". (Paolo di Tarso)
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Black as night, black as coal, I wanna see the sun blotted out from the sky,I wanna see it painted black.
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Per le tecniche di vent\'anni fa, era possibile solo 28 settimane, per le tecniche odierne 22.Quando il limite di viabilità si abbasserà, si riguarderà le linee guida e si porteranno più giù.Ti ripeto: vent\'anni fa avresti detto 28 settimane.E\' chi ha creduto che fosse possibile far sopravvivere anche i nati prima di quella età gestazionale che ha permesso di portare la mortalità infantile dal 7% al 3,6% attuale.
Il limite è ovviamente labile, ma se la madre partorisce a 20 settimane, c\'è qualcosa che non va...Per quanto riguarda le gravi malformazioni, mi permetterei di chiederti quanti bambini con \"gravi malformazioni\" hai visto.Io ormai sono a qualche centinaio, e in un solo caso ho avuto il dubbio dell\'accanimento terapeutico, e comunque anche a quella, ho la netta sensazione, essere al mondo non è che le facesse poi del tutto schifo. Oltrettutto sono bambini con un\'espressività in grado di strapparti il cuore e più spesso che no con un coraggio da leone.
Completamente diverso come scenario.Qua si sta parlando di rianimare feti che non hanno speranze.Al pari, che so, di quelli che si beccano una leucemia e gli tocca farsi qualche anno di chemio. Al pari di quelli che vengono trapiantati di rene, o di fegato, o di polmoni, e che passano tutta la vita da immunosoppressi. Dire \"accanimento terapeutico\" è molto facile.
Per spingere le tecniche \"più in là\" servono le conoscenze teoriche, e le possibilità tecniche.Quello che proponi qua è LEGGERMENTE orribile: Stai infatti proponendo di fregartene del dolore e della sofferenza del feto, per usarlo come cavia.E senti un po\', come pensi che evolverebbero le tecniche da odierne a future, se non provassimo a spingere sempre più in là il limite che oggi dai per assoluto?Se ben ricordo il primo trapiantato di cuore ha vissuto per 15 giorni dopo il trapianto. Oggi ci sono milioni di persone che vivono con organi trapiantati. Ad ascoltare te, era \"accanimento terapeutico\".Provare a rianimare a 15-18 è un orrendo accanimento terapeutico, almeno con le odierne tecniche.
Il feto non ti dirà mai \"sì voglio vivere\", \"no lasciatemi morire\".Quindi nessuno potrà avere ragione a prescindere...Deve essere una scelta umana prima di tutto, perchè la vita che salvi deve essere anche degna del termine \"vita\".Allungare la \"vita\" di qualche giorno a un feto destinato a morire, imbottendolo di farmaci e tubi, non è umano... Non puoi usare quei feti per migliorare la tua tecnica, non è etico.L\'accanimento non è etico.O la propria. Ti stupirebbe quanto spesso è la propria.Idem per feti malati: se la madre ha scelto di abortire è per evitare la sofferenza del nascituro.
Sì. Ma questo deve deciderlo chi muore, se permetti.Il medico ha il dovere di dare a ogni individuo il massimo delle chances di sopravvivere.I paletti etici servono, perchè spesso è molto più umano lasciare morire in pace, che accanirsi.
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poi tu dici:Se ci si rendesse conto dell\'inutilità degli sforzi terapeutici, bisogna evitare ad ogni costo che le cure intensive possano trasformarsi in accanimento terapeutico
la vita è vita punto e basta. Non c\'è una vita più degna o meno degna.Altrimenti dovrebbero essere soppressi tutti i bambini con gravi deficit, come ad esmpio i down...come facevano i nazisti.la vita che salvi deve essere anche degna del termine \"vita\".
Tutto copre,
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tutto sopporta.
L'amore non avrà mai fine". (Paolo di Tarso)
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