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medicina per passione?! dubbio...

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14 Anni 8 Mesi fa - 14 Anni 8 Mesi fa #192904 da stonice
io sinceramente credo, e spero, che il talento naturale non esista.

i risultati arrivano dall'esercizio, dalla dedizione, dal tipo di mentalità, e purtroppo forse anche dall'intelligenza...

io suono.
modestia a parte, nei primi due tre anni di studio sullo strumento ero arrivato ad essere più bravo di miei amici che suonavano da molti più anni di me. mi dicevano che sono portato, che devo continuare ecc

ma la verità era che io mi esercitavo e suonavo molto più di loro, senza esagerare potrei dire almeno 4 ore al giorno. e mi dedicavo veramente allo strumento, ci buttavo il sangue, felicemente naturalmente. tempo che ovviamente sottraevo allo studio... :sarcastic:

se devo morire sai quanto m'interessa che tipo di dottore mi sta al fianco ?

Stonice ti comunico una notizia: devi morire. Tutti dobbiamo. Non ci pensiamo, e questo ci dà la forza di vivere. Capire questa semplice verità è il primo passo necessario a diventare medico.
Incidentalmente, è anche il motivo per cui proibirei l'iscrizione alla facoltà di medicina prima dei 25 anni compiuti. Prima di tale soglia pochissima gente è realmente conscia della mortalità propria e altrui.


già...
la mia risposta data era più che altro per buttare benzina sul fuoco.
Ultima Modifica 14 Anni 8 Mesi fa da .

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14 Anni 8 Mesi fa - 14 Anni 8 Mesi fa #192905 da music

io sinceramente credo, e spero, che il talento naturale non esista.

i risultati arrivano dall'esercizio, dalla dedizione, dal tipo di mentalità, e purtroppo forse anche dall'intelligenza...

io suono.
modestia a parte, nei primi due tre anni di studio sullo strumento ero arrivato ad essere più bravo di miei amici che suonavano da molti più anni di me. mi dicevano che sono portato, che devo continuare ecc

ma la verità era che io mi esercitavo e suonavo molto più di loro, senza esagerare potrei dire almeno 4 ore al giorno. e mi dedicavo veramente allo strumento, ci buttavo il sangue, felicemente naturalmente. tempo che ovviamente sottraevo allo studio... :sarcastic:

d'accordissimo, forse ciò che caratterizza il talento è l'interesse ma trovo altamente improbabile che il talento sia scritto nei nostri geni  ;) Secondo me il talento non è qualcosa di innato ma semplicemente qualcosa che desta in noi un forte interesse e che ci rende più recettivi all'apprendimento, tale apprendimento secondo me è condizionato dagli stimoli che provengono dall'ambiente esterno e dalle esperienze che ognuno fa, comunque è qualcosa che si costruisce nel tempo e non nasciamo già capaci :)
Ultima Modifica 14 Anni 8 Mesi fa da .

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14 Anni 8 Mesi fa #192908 da StellaDanzante
Sono sicura che il talento esista in ogni cosa e DrHP l'ha spiegato perfettamente. Ovvio che se non è accompagnato dall'impegno, è sprecato.
Il punto è che penso sia impossibile credere di essere tagliati per fare il medico prima di trovarsi dentro quella realtà, scommetto che esiste gente che ha iniziato per soldi e senza interesse e ha scoperto di amare e di essere perfetti per questo mestiere..
Comunque sia non credo che il talento sia una qualità indispensabile, esistono i geni , i bravi, i bravini e c'è bisogno di tutti, ma considerarsi nati per fare i medici senza poter sapere di che cosa si tratti realmente è un'assurdità.

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14 Anni 8 Mesi fa #192910 da music

Sono sicura che il talento esista in ogni cosa e DrHP l'ha spiegato perfettamente. Ovvio che se non è accompagnato dall'impegno, è sprecato.
Il punto è che penso sia impossibile credere di essere tagliati per fare il medico prima di trovarsi dentro quella realtà, scommetto che esiste gente che ha iniziato per soldi e senza interesse e ha scoperto di amare e di essere perfetti per questo mestiere..
Comunque sia non credo che il talento sia una qualità indispensabile, esistono i geni , i bravi, i bravini e c'è bisogno di tutti, ma considerarsi nati per fare i medici senza poter sapere di che cosa si tratti realmente è un'assurdità.


quoto  :D

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14 Anni 8 Mesi fa #192911 da
Avere una predisposizione lo reputo pure plausubile
ma non solo quella che fa il medico
è anche la capacità di mettere in atto ciò che si pensa di avere in potenza.

La vocazione c'è nel momento in cui ti laurei e te ne vai in Africa come volontario, perché lì senti la forte "vocazione" o "bisogno" o qualunque cosa sia, di aiutare gli altri senza riceverne alcun profitto.

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14 Anni 8 Mesi fa #192923 da
Esercitare in scienza e coscienza” ,così  recita il giuramento,diciamo solo questo allora : che se la scienza si impara con tanta esperienza, studio, pratica , applicazione  e duro lavoro , la coscienza invece non si impara , difficilmente la si trova scritta sui libri  o illustrata agli esami,raramente si apprende con studio e ripasso e tirocini …… semplicemente o si possiede o no.

Insomma nella professione c’è una parte  del lavoro che nasce dall’acquisizione delle conoscenze,delle procedure, dell’esperienza che  permettono di fornire  la prestazione medica e una parte del lavoro ,invece, che riguarda la correttezza, l’onestà, la dedizione  e la serietà con cui si concepisce la professione e sono queste  che permettono di decidere in che modo e con che integrità  e dignità  si fornisce  quella prestazione .

Se da un lato c’è una qualche possibilità che con la pratica anche il meno brillante dei medici diventi in qualche modo un  qualche modesto  aggiustatore, come li chiamava Terzani,  dall’altro non sono affatto convinta che  l’esperienza,il lavoro e lo studio si trascinino dietro per osmosi anche l’etica e la coscienza.

Per fare il medico non serve una chiamata mistica ,una vocazione  religiosa o doti innate che possono essere ereditate coi geni solo da eletti di famiglie illustri nell’albo, semplicemente ci vogliono preparazione e una cosa semplicissima : coscienza. Il fatto è che ognuno ha la sua,alcuni che la usano  a corrente alternata e la  prendono in prestito da  quella di altri quando si trovano alle strette e altri poi che invece  non ce l’hanno per niente.

Questi ultimi sono quelli che trasformano la salute in un mercimonio, quelli che vendono la loro esperienza  al guadagno, che asserviscono  la loro tecnica  al potere ,ipotecano  la loro conoscenza al profitto e trasformano il paziente  e i suoi malanni in merce di scambio per i propri fini.
Sono questi che corrompono la professione, quelli che denigrano la categoria e che  non possono più “giurare di esercitare la medicina in libertà e indipendenza”,perché chi punta al profitto di fatto ha perso la  propria libertà,la propria autonomia professionale, il proprio giudizio scientifico, il suo libero arbitrio è schiavo del guadagno e cambierà continuamente padrone  per inseguire quello che gli promette di guadagnare sempre di più .Sarà ricco alla fine ? Forse ma sicuramente è  uno schiavo e un  pessimo medico.

Come può essere un bravo professionista colui che  vive nel continuo conflitto di interessi ,che va alla ricerca di polli da spennare e trascinare in clinica privata, che cerca di piazzare il farmaco più sponsorizzato per vincere la vacanza alle Maldive ,che ha sostituito il concetto di curare con quello di aziendalizzare, che concepisce il paziente come cliente e la salute come un mercato in cui investire ? Siamo sicuri che prescriverà a quel disgraziato di paziente  il farmaco che veramente fa per lui  e non quello che la casa farmaceutica gli ha caldamente raccomandato? Sarà davvero un medico libero ,intendo libero di esercitare la professione  in maniera libera e indipendente da influenze  e promesse di guadagno?

Ecco cosa serve oltre alla scienza,è molto semplice la dignità,quando la si possiede si è liberi da compromessi,non si corrompe la propria passione, non si perde la dedizione e soprattutto non si  perde di vista il rispetto per quell’essere umano che è il paziente.

“La scienza non può stabilire dei fini e tanto meno inculcarli
negli esseri umani; la scienza, al più,
può fornire i mezzi con i quali raggiungere certi fini.
Ma i fini stessi sono concepiti da persone con alti ideali etici. “

Einstein

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