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LE SACRE SCRITTURE

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15 Anni 9 Mesi fa #148434 da LudeMa
Risposta da LudeMa al topic Re:LE SACRE SCRITTURE
Morfeo ha espresso, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, la seguente opinione:

Punto uno: Gesù di Nazareth si comportava come un buon ebreo praticante,e molte figure in Israele come lui sorsero durante la dominazione romana,se è diventata rivoluzione è stato in seguito,con l\'avvento del cristianesimo.Ho letto i vangeli,ma tu mi parli di Bibbia,quindi comprendi anche l\'antico testamento l\'apocalisse e le epistole,e se Dio non è vendicativo e crudele in quegli scritti,allora mi sa che ho letto male.Punto due: io non ho mai detto che le parole di gesù siano sbagliate,anzi lo considero come un esempio da seguire (lui e solo lui in tutta la Bibbia,che ti ripeto è costituita non solo dai vangeli).Punto tre: pace e amore venivano predicati da millenni,appunto,niente di nuovo sotto il sole.Punto quattro: chi conosce la vera vita di Gesù?A parte che c\'è un buco tra l\'infanzia l\'inizio della predicazione,ma mi pare che i vangeli siano stati scritti a posteriori (il più antico dei vangeli canonici-ribadisco scritto in greco e non in aramaico,questa volta più grezzo di quello usato da Giovanni-risale a circa un centinaio di anni dopo cristo) e non mi pare poco plausibile l\'idea che ci sia un\'allontanamento dalla realtà.E questo si lega anche alla storia di Mitra,così uguale nella nascita e nella resurrezione (sparerò stronzate,ma non prima di avere una solida base culturale alle spalle ;) ).Dhammapada a parte, ci sono in altri testi sacri,sempre di origine orientale,episodi anche dell\'antico testamento.Fatti rapidi calcoli (non da me altrimenti delirerei sul serio) la più antica tradizione biblica risale a circa il 3000-2500 a.C.,mentre i testi più antichi dell\'induismo (la religione più antica e complessa) risalgono a circa 6000 anni a.C..Caso anche questo.Come caso è che in Egitto si siano ritrovati testi induisti,zona notoriamente abitata da semiti prima dell\'esodo.Vuoi saper un\'altro aneddoto? Gli angeli sono di origine Babilonese,i nomi sono di origine babilonese,e pensa un pò,anche qui risiedevano ebrei prima del ritorno in Palestina.Scomodiamo anche i manoscritti di Qumran questa volta...Mai sentito parlare di Esseni?Siccome poi qualcuno dice che sonostronzate ti metto ciò che è scritto su wikipedia:\"Secondo Giuseppe, avevano usanze e osservanze come la proprietà collettiva (Guerra 2.122; Ant. 18.20), eleggevano un capo che attendesse agli interessi di tutti e i cui ordini venivano obbediti (Guerra 2.123, 134), gli era vietato prestare giuramento (Guerra 2.135) e sacrificare animali (Filone, §75), controllavano la loro collera e fungevano da canali di pace (Guerra 2.135), portavano armi solo per protezione contro i rapinatori (Guerra 2.125), e non avevano schiavi, ma si servivano a vicenda (Ant. 18.21) e, come conseguenza della proprietà comune, non erano dediti ai commerci (Guerra 2.127). Sia Giuseppe che Filone hanno lunghi resoconti dei loro incontri comunitari, pranzi e celebrazioni religiose. Da quanto si è dedotto, il cibo degli Esseni non poteva essere alterato (con la cottura ad esempio); e potrebbero essere stati strettamente vegetariani, mangiando principalmente pane, radici selvatiche e frutta. Dopo un totale di tre anni di prova (Guerra 2.137-138), i membri appena unitisi prestavano un giuramento che comprendeva l\'impegno a praticare la pietà verso la divinità e l\'aderenza a principi morali verso l\'umanità, per mantenere uno stile di vita puro, di astenersi da attività criminose e immorali, di trasmettere intatte le loro leggi e di preservare il libro degli Esseni e il nome degli Angeli (Guerra 2.139-142). La loro teologia includeva il credo nell\'immortalità dell\'anima e il fatto che avrebbero ricevuto indietro le loro anime dopo la morte (Guerra 2.153-158, Ant. 18.18)\".Molto simile al messaggio di Cristo,o sono io che ho allucinazioni visive quando leggo?Unica differenza,non ritenevano necessario diffondere il loro credo,al contrario di Gesù.Mi sto scavando sempre di più la fossa vicino a Lucifero che mangia Giuda,Caino e Cassio?

Nonostante io la pensi come te su moltissime cose, e lo sai leggendo i post, mi sembra comunque una forzatura enorme la tua affermazione...Non credo che serva minare teoricamente le basi del Cristianesimo, anche se per molti versi lo si può fare grazie ai documenti che testimoniano una difficoltà estrema nell\'individuare un percorso storico e umano condiviso del cristianesimo...Ma se è così è anche per colpa di quel cattolicesimo che ha costruito e selezionato una storia confezionata per piacere ai fedeli, disperdendo il messaggio e la figura storica nell\'ambiguità di migliaia di manoscritti tra cui non si sa più a quale credere...Le tue affermazioni però, te lo ripeto sono forzate e tendenziose, e credo pure inutili sul piano teorico, pratico...evidentemente se ti seguo sulla critica radicale al cattolicesimo non ti posso seguire su quella al cristianesimo, nonostante io sia ateo sono un amante della storia e delle figure storiche e credo che avvallare le tue affermazioni sarebbe un torto alla storia, seppure una storia non condivisa...

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15 Anni 9 Mesi fa #148534 da Morfeo
Risposta da Morfeo al topic Re:LE SACRE SCRITTURE
Non sto dicendo che Gesù di nazareth (anzi te lo scrivo come si dovrebbe Yoshuah ibn Mariah) non esistesse,ma visto chesono addentrato nella cosa adesso ti scrivo come Gesù è stato divinizzato.Mi dispiace per la lunghezza,ma questa volta non posso usare poche parole (metto anche la bibliografia,per completezza scientifica,le cose vanno dimostrate,no?).Che Gesù non fosse Dio si è dovuto desumere dalle due smentite che hanno ricevuto dai fatti della Storia le sue esplicite promesse contenute nei documenti lasciatici dai suoi immediati discepoli che costituiscono la Bibbia del Nuovo Testamento. Tali promesse sono: prima: entro quella generazione in un giorno sconosciuto e improvviso sarebbe disceso \"dalla destra di Dio\" \"sulle nubi\" per dare inizio alla fase impositiva del \"Regno dei Cieli\" colla resurrezione generale e il giudizio universale; seconda, lui sarebbe stato \"sempre presente\" in mezzo ai suoi discepoli per sostenerli con la sua forza e la sua luce nelle lotte e nelle persecuzioni e per mantenerli nella fedeltà ai suoi insegnamenti e ai suoi metodi. La prima è stata smentita dal tempo; la seconda è stata smentita dai metodi violenti usati dai Capi Cristiani delle generazioni postcostantiniane per difendere e imporre la propria fede, cambiando in metodo intollerante e violento il metodo di tolleranza e di mitezza insegnato dal Maestro. Solo chi ha interesse a mantenere in vita strutture illusorie di potere o è invincibilmente condizionato e terrorizzato dalla paura di un dubbio superstizioso continua a impostare la propria vita e la propria attività sulla fede illusoria che Gesù sia Dio Incarnato. Nasce tuttavia il grosso problema di capire come persone così disinteressate e rette come i primi discepoli di Gesù abbiano potuto divinizzare un uomo, anche se eccezionale, e quindi dogmaticamente impostare la propria vita secondo tale fede e morire per essa. Per poter sciogliere tale enigma teniamo presente che stiamo applicando l\'epistemologia a una tesi metafisica: in tale analisi solo due elementi del \"setaccio critico\" potrebbero aiutarci in modo valido: la \"falsificazione\" o \"smentita\", e il \"metodo scientifico\" che positivamente può farci approdare a una \"verità scientifica\" solo con la \"sperimentazione\" quando è possibile applicarla. Ora è chiaro che qui non è possibile applicare né l\'uno né l\'altro di tali criteri: trattandosi di un\'analisi prevalentemente psicologica occorrerebbe fare un interrogatorio diretto dei testimoni che terrebbe luogo della sperimentazione ma questo non è possibile e allora non resta che usare il \"metodo deduttivo\" partendo da una analisi accurata dei documenti e del contesto culturale in cui operano tali testimoni, avvertendo che anche il \"metodo deduttivo\" quando opera su premesse scientificamente dimostrate approda a \"verità scientifiche\": tutto sta a ricercare e a trovare tali \"premesse\". La mia analisi seguente pertanto si fonda solo sul puro metodo deduttivo fidando che le premesse sulle quali si basa siano valide perché così ci vengono fornite dai documenti culturali in nostro possesso. Però la soluzione del problema che ci poniamo non ha un\'importanza così decisiva: essa rappresenta una legittima curiosità; tuttavia è chiaro che la sua ricerca può illuminare certamente molto. Cominciamo col dire che il concetto ebraico biblico di Messia non contiene propriamente quello di \"natura divina\": difatti \"messia\" vuol dire \"scelto\", \"unto\", \'consacrato\" e viene usato per tutti quei personaggi che venivano scelti e investiti per incarichi pubblici con l\'unzione dell\'olio d\'oliva: re, sacerdoti, condottieri. Perciò non deve destare meraviglia se leggendo la Bibbia, e propriamente il libro di lsaia (1), si sente chiamare \"mio cristo\", cioè \"mio messia\", \"mio incaricato\" da Jahvè addirittura il re persiano Ciro II perché ritenuto suo strumento quando vinse i Babilonesi che al tempo di re Nabucodonosor avevano deportato nel 598 a. C. gli Ebrei e restituì loro la libertà nel 538 successivo. La locuzione \"Messia\" o \"Cristo\" finì poi col denominare quel personaggio, che secondo le concezioni profetiche, sarebbe stato \"scelto\" per l\'incarico di realizzare la restaurazione del Regno di Davide abbattuto dalle dominazioni straniere e instaurare così a Gerusalemme l\'egemonia su tutti i popoli. Anche la locuzione \"figlio di Dio\" nella Bibbia non ha nessun significato di figliazione naturale o derivazione di natura. Sembra che a tale locuzione sia successo quello che è successo alla locuzione \"parola di Dio\", la quale come tante altre doveva fungere da \"superlativo assoluto\", senza la pretesa che le è stata attribuita poi di essere cioè \"ispirata da Dio\" e quindi di essere \"rivelazione di Dio\". In tale senso leggiamo nel Genesi l\'espressione \"principe divino\" (2), in I Samuele \"terrore divino\" (3), nel I libro dei Re che Salomone aveva una \"sapienza di Dio\" (4), nel I Paralipomeni che l\'esercito di Davide cresceva sempre più come un \"accampamento di Dio\" (5), nel libro di Isaia che le contrade del Libano, del Carmelo e del Saron avevano una \"magnificenza di Dio\" (6), e infine nei Salmi che i monti più alti sono \"monti di Dio\" (7) e tutti gli immensi fenomeni del mondo sono \"volto di Dio\" e \"voce di Dio\" (8). Presso tutti i popoli antichi veniva chiamato \"figlio di Dio\" una persona particolarmente favorita dalla divinità, cioè era ritenuto come suo figlio adottivo: il Re specialmente veniva collocato nella sfera divina. Così furono considerati divini i faraoni egiziani, gli imperatori cinesi, giapponesi, assiri, babilonesi, romani. Anche nella Bibbia si segue tale costume: sono chiamati \"figli di Dio\" gli Angeli (9), il popolo d\'Israele, perché scelto da Dio (10), i giudici amministratori della giustizia (11), l’uomo giusto perché oggetto di particolare amore da parte di Dio (12), il Re d\'Israele (13). Nei tre Vangeli sinottici non si legge mai che Gesù usi tale espressione per indicare se stesso ma usa solo \"figlio\" o \"figlio dell\'uomo\". Viene chiamato \"figlio di Dio\" dall\'Angelo nel colloquio con Maria, dalla voce celeste dopo il Battesimo, dai discepoli dopo la tempesta sedata, dalla voce proveniente dalla nube nella Trasfigurazione, e da Pietro nella risposta alla sua domanda \"che pensate voi di me?\". Tutte queste espressioni hanno lo stesso significato delle altre dei libri del Vecchio testamento. Perfino la domanda che Caifa fa a Gesù in tribunale \"ti scongiuro nel nome del Dio Vivente di dirci se sei il Messia, il figlio di Dio benedetto\", non significa nient\'altro che il Messia era considerato Re, il più grande dei Re. E la risposta di Gesù esprime tale concetto ponendolo \"accanto a Dio\": \"Io vi dico che tra poco vedrete il figlio dell\'uomo accanto a Dio onnipotente venir sulle nubi del cielo\". E naturalmente non può avere altro significato la confessione che esprime il centurione romano sul Golgota \"questo era davvero figlio di Dio\". L\'espressione \"figlio dell\'uomo\", con cui Gesù denota spesso se stesso, è un\'espressione ricorrente nel Vecchio Testamento e sta per \"essere umano\". Nel Nuovo Testamento la troviamo per ben 82 volte solo nei Vangeli e viene riferita sempre a Gesù. Dalla risposta a Caifa e dalle altre frasi relative al \"grande giorno\" si deve pensare in maniera inequivocabile che Gesù era convinto di essere quel personaggio di cui parla la visione del libro di Daniele così: \"Io stavo osservando nelle visioni notturne; ed ecco con le nubi del cielo veniva uno simile a un uomo; giunse fino al Vegliardo e a lui fu presentato. E gli fu dato potere e maestà e regno, e tutti i popoli e le nazioni lo serviranno; il suo potere è un potere eterno, che non passerà, e il suo regno tale che non sarà disciolto\"(14). Può darsi anche che per i redattori dei Vangeli sotto l\'influsso dell\'elaborazione teologica allora in atto tale locuzione equivalesse a \"Verbo Incarnato\" del Vangelo di S. Giovanni. Comunque l\'appellativo \"Signore\" dato a Gesù indica senz\'altro che per loro era il personaggio messianico. Invece nel Vangelo di S. Giovanni e nelle Lettere di S. Paolo l\'espressione \'Figlio di Dio\" comincia ad avere un significato molto più trascendente la semplice natura umana e comincia ad assumere prerogative divine. Certamente tale concetto non poteva far parte del patrimonio culturale del mondo ebraico: l\'idea di un Dio Unico era talmente intangibile che ogni deviazione veniva sempre combattuta con estrema violenza dai Profeti biblici. La preghiera quotidiana israelita era una professione di fede monoteistica assoluta: \"Ascolta, Israele, il nostro Dio è unico\"(15). Nel movimento cristiano invece presto emerge un significato ontologico dall\'espressione \"figlio di Dio\" riferita a Gesù. Dopo due secoli di dispute, nel Concilio di Nicea del 325 fu definito che Gesù fosse Dio come il Padre del vecchio Testamento, approdando alla formula che \"Dio è uno nella natura e trino nelle persone\" per cui l\'espressione \"Figlio di Dio\" applicata a Gesù si deve intendere nel senso di \"figliolanza naturale\". Tale concezione fu fatta passare come graduale rivelazione avvenuta attraverso gli Apostoli ma allo studioso non è difficile scoprire il processo attraverso il quale l\'innocuo concetto originario ebraico si è trasformato nel pericoloso concetto teologico che avrebbe legittimato le oppressioni più insensate del dogmatismo attraverso la cinghia di trasmissione dell\'altra frase \"chi ascolta voi ascolta me\" che identificava Gesù e i suoi rappresentanti. Il passaggio a tale concezione è frutto dell\'elaborazione retrospettiva nella comprensione della personalità di Gesù attraverso l\'impatto con la cultura ellenistica che hanno dovuto sostenere i propagatori del messaggio evangelico. Per fare accettare il concetto di Messia della cultura ebraica, i banditori del messaggio cristiano non hanno trovato niente di meglio che identificare \"Gesù-Messia\' col concetto di \"Logos\" o \"Verbo\" e con quello di \'Sofia\" o \"Sapienza\" della cultura greca, già penetrata nell\'area ebraica dopo l\'invasione macedone producendo la letteratura biblica dei \"Libri Sapienzali\". Il vangelo di S. Giovanni è il documento che testimonia prevalentemente la identificazione del Messia col Verbo o Logos, mentre le Lettere di S. Paolo sono il documento che testimonia prevalentemente l\'identificazione con la Sofia o Sapienza. Tutt\'e due poi si fondono nel concetto di \"mediatore\', che nel mondo culturale dell\'epoca era un elemento comune a molte religioni, che pullulavano di mediatori o \"eoni\" di ogni sorta, cioè di entità molto vicine alla Divinità. Gli Gnostici elencavano innumerevoli \'eoni\" più o meno eccelsi tra la Divinità e l\'umanità e le religioni misteriche descrivevano processi ciclici dove principio e fine si toccavano in un cerchio magico di vita, morte e resurrezione. Dovunque era vivo il mito di Ermes, che per Platone era l\'interprete del pensiero di Zeus (16), per gli Stoici era la parola personificata (17) e per gli Gnostici era il Logos (18). Su questo terreno culturale avvenne l\'innesto del concetto di \"Gesù servo prescelto figlio di Dio\" nel senso ebraico sul concetto di \"Gesù assunto alla destra del Padre\" e \"preesistente prima di tutte le creature\". Le elaborazioni espressive di S. Paolo come \"cum in forma Dei esset\" cioè \"possedendo prerogative divine\" (19) e quelle di S. Giovanni come \"in principio erat verbum… et verbum caro fctum est\" cioè \"in principio esisteva il Verbo e poi il Verbo si è incarnato\" (20), sono il massimo limite a cui loro giudei potevano arrivare per presentare Gesù Messia accettabile alla mentalità delle varie culture di cui era tappezzato l\'impero Romano senza venir meno al loro punto di partenza di un monoteismo ortodosso d\'origine. Il concetto di approdo è quello di Gesù abbinato a quello del Padre e a quello del Suo spirito. Questo processo di assunzione di Gesù nella sfera divina è stato possibile perché favorito anche dalla coscienza dei cristiani di origine ebraica i quali avevano bisogno di una giustificazione adeguata per sottrarsi ai pesi insopportabili - secondo l\'espressione di S. Pietro al Concilio di Gerusalemme - delle infinite e meticolose prescrizioni della Legge Mosaica ritenute di origine divina. Per compiere uno strappo del genere con tranquillità di coscienza solo un’autorità di uguale valore divino era sufficiente: dobbiamo sempre porci sul filo della \"parola di Dio\". Quest\'autorità veniva trovata nella persona di Gesù a patto che Gesù si identificasse in qualche modo con Dio. Gesù così diventa \"la grazia divina\" che libera dalla \"schiavitù della legge\" necessaria ai tempi dei Padri ma oggi non più, essendo arrivati al \"compimento dei tempi\"; è il cavallo di battaglia della teologia di S. Paolo. Tutto è stato possibile però perché Gesù era stato rivisto vivo dopo la morte: questa è stata la \"bomba pasquale\" che ha trasformato la personalità dei suoi discepoli che da un branco di conigli diventano un branco di leoni. Come è spiegabile questo fatto?La chiave di questo fenomeno si trova nel misticismo che è l\'atmosfera o lo stato psichico da cui nasce ogni fatto e movimento religioso (e non solo religioso). Il misticismo e una miscela di fede e di amore che esaltando le condizioni interiori di certi individui è capace di produrre i fenomeni più impensati quando raggiunge certi livelli perché si nutre di emozioni e le emozioni sono stimoli tali che influiscono in maniera molto efficace sui circuiti neuropsicbici e sui processi biologici che fanno funzionare la nostra struttura somatica. E non necessariamente la fede cioè la convinzione deve essere vera cioè corrispondente alla realtà basta che sia soggettivamente profonda e generi grande amore ed entusiasmo. Oggi è una verità scientificamente acquisita l\'influenza operata dalla psiche, cioè dal complesso di rappresentazioni conoscitive e di stati affettivi nelle modificazioni dell\'organismo: lo stato di sofferenza interiore come lo stato di serenità sono due fattori determinanti di malessere o di benessere, per cui l\'antico detto \"mens sana in corpore sano\" (mente sana in corpo sano) può essere benissimo invertito \"corpus sanum in mente sana\" (corpo sano in mente sana). Tutto il filone culturale biblico, che ha dato vita al Vecchio e al Nuovo Testamento, è un prodotto del misticismo: fede e amore verso il proprio Dio sono due forze che da Abramo vivificano come un fiume tutto il paesaggio della storia biblica. Gesù è un fiore che sboccia in questo paesaggio nutrito di tale humus e imposta tutta la sua vita e la sua attività su tali valori: esige la fede nei suoi poteri dagli ammalati per guarire e la esige al suo messaggio per poter partecipare al vicino avvento del Regno dei Cieli. Anche gli scritti neotestamentari sono documenti prodotti da una comunità religiosa animata da un potente misticismo sprigionato dall\'esperienza vissuta con un personaggio eccezionale al quale si devono indiscutibilmente doti straordinarie che hanno suscitato tale fede. Ma appunto perché nati da una fede che non è fatta di senso critico ma solo di adesione affettiva occorre non lasciarsi deviare dal colore degli occhiali con cui tale personaggio ci viene descritto secondo le usanze del misticismo. La smentita data dalla storia alla qualifica divina attribuita a tale personaggio col mettere a nudo le sue promesse cosi impegnative, demolisce tutto il valore dogmatico dei Vangeli e degli altri scritti apostolici qualificati come \"parola di Dio\" riportandoli sullo stesso piano di semplici documenti umani soggetti a distorsioni dello schema culturale e affettivo dei redattori. Per provare che tali scritti abbiano i segni di siffatte influenze basta farne un\'analisi attenta. I Capi delle comunità cristiane hanno riconosciuto il particolare valore di verità storica a certi scritti perché attribuiti agli immediati discepoli di Gesù e perciò detti \"canonici\", mentre hanno rifiutato altri innumerevoli scritti che sono stati presentati con i nomi di tali discepoli e perciò sono stati detti \"apocrifi\". La letteratura apocrifa dei primi tempi del Cristianesimo, fatta di tanti \"Vangeli\", di tante \"Lettere\", di tanti \"Atti\" e di tante \"Apocalissi\", che deliziavano la devozione e la fede dei primi cristiani, per la sua stessa esistenza accusa la natura stessa del misticismo che tende a camuffarsi addirittura con i nomi per accreditare le proprie \"intuizioni\" dettate dalla curiosità affettiva, e questo sempre a scopo di bene visto nella dilatazione della propria fede. Anzi è una prova palpabile dell\'esistenza del fenomeno della \"fabulazione\", cioè di quel fenomeno inevitabile per cui la ripetizione continua della narrazione altera il suo contenuto immaginando, inventando particolari, ambientando, aggiungendo e ingrandendo. E tale processo non vediamo perché debba essere assente nei libri cosiddetti \"canonici\": l\'ermeneutica che parte dal presupposto concepito \"a priori\" che tali libri sono \"ispirati da Dio\" non lo vuole ammettere, ma chi è libero da tale presupposto ce lo vede molto chiaro. Il Vangelo cosiddetto di Giovanni, per l\'enorme differenza degli atteggiamenti fondamentali del suo personaggio da quelli del personaggio dei Vangeli Sinottici, dà l\'impressione di essere un \"romanzo teologico platonico\". Rénan, profondo conoscitore della letteratura ebraica, ha scritto nella sua Vita di Gesù \'\"ì problema di sapere se ci siano contraddizioni tra il quarto Vangelo e i Vangeli Sinottici è un problema di fatto. Ora io vedo queste contraddizioni con una evidenza cosi assoluta che ci scommetterei sopra la mia vita e anche la mia eterna salvezza\"\'. (19) Anche alla prima superficiale lettura difatti appare subito che il personaggio che si muove nei tre Sinottici chiede di non dire a nessuno il \'segreto\' della sua personalità messianica, mentre quello che si muove nel Vangelo di Giovanni non fa che proclamare ai quattro venti la sua missione divina. Tutto è comprensibile se si pensa che i Vangeli come gli altri scritti, sia canonici che apocrifi, erano strumenti di una catechesi, cioè sussidi di addottrinamento attraverso un solo \"canale\' (20) \"secondo il tale\" con l\'intento dichiarato di voler convincere di una tesi ben precisa. L\'iniziativa della redazione poteva essere del titolare del testo ma anche dei suoi discepoli, con o senza la sua approvazione. Le dispute teologiche da cui erano animate le primitive comunità cristiane potevano spingere i redattori a compiere vere e proprie falsità, come sono molto chiare negli apocrifi, tanto che S. Paolo avverte nelle sue \"Lettere\" i destinatari di stare in guardia da qualche altra lettera che poteva essere attribuita a lui. Perciò anche i Vangeli stessi sono opuscoli redatti per dimostrare una tesi ben precisa, che è quella che Gesu è il Messia o il Verbo Incarnato, e nessuno ci garantisce che i redattori non siano caduti nella smania di inventare fatti per dimostrare la propria tesi: sappiamo che l\'ideologia è una cattiva consigliera anche per gli scienziati più seri, per cui non c\'è da meravigliarsi se anche i cristiani impegnati nella redazione dei propri testi o nella ricopiatura di quelli degli altri si siano lasciati prendere dalla sua tentazione come in maniera macroscopica mostrano gli stessi apocrifi ma anche alcune manipolazioni di testi storici, come, a quanto dicono gli specialisti, sembra sia stato fatto nelle Antichità Giudaiche edite da Giuseppe Flavio nell\'anno 95, là dove si parla di Gesù (20). Tutto il Vangelo di Giovanni mostra insieme alle sue tettere lo sforzo vissuto dai banditori cristiani di proporre Gesù come \'Messia\' secondo la concezione ebraica e come ‘Logos\' secondo la concezione greca. Il lettore che conosce l\'ambiente culturale in cui operavano gli \'inviati-apostoli\' cristiani intravvede quali accese conversazioni e discussioni appassionate si siano svolte durante le riunioni con i loro interlocutori, che devono avere influito in maniera determinante nell\'elaborazione della loro fede teologica a cui sono pervenuti attraverso una manipolazione fabulatoria. Le frasi \"Filippo, chi vede me vede anche il Padre\" (21) e \"chi crede in me non crede in me ma in colui che mi ha mandato\" (22) trasudano di ingenuità argomentativa di un platonismo poetico. Ecco una spigolatura che ci indica l\'esistenza di tale manipolazione fabulatoria e che riconduce in maniera decisiva gli scritti \'canonici\' allo stesso piano di quelli apocrifi. Le due genealogie riportate da Matteo e da Luca sono ritenute inconciliabili dagli specialisti (23). Luca, che dichiara di scrivere la storia di Gesù dopo \"accurate ricerche\', commette l\'errore piuttosto grossolano che è di confondere il censimento del Governatore della Siria Quirino compiuto l\'anno 6 d. C., quando fu deposto Archelao in Giudea, col censimento dell\'8 a. C. che fu uno dei tre censimenti universali indetti da Augusto insieme a quelli dell\'anno 28 a. C. e a quello del 14 d. C. secondo il celebre monumento Ancirano (24): è chiaro che Gesù non può essere nato il 6 d. C. Lo stesso Luca in una parte fa dire a Gesù \'chi non è con me è contro di me\' e in un\'altra \'Chi non è contro di voi è con voi\' (25). Nell\'episodio dello smarrimento di Gesù nel Tempio la dabbenaggine di due persone come Maria e Giuseppe che non predispongono un controllo sulla presenza di Gesù prima della partenza della carovana ma si accorgono della sua assenza solo dopo un giorno di cammino, fa pensare che il redattore abbia accettato un racconto creato dalla fantasia popolare (26). In quello dei porci che si gettano nel lago, Marco e Luca parlano di un solo indemoniato, mentre Matteo parla di due indemoniati (27). Nel Vangelo di Giovanni Gesù quando fa un discorsetto a un gruppo di giudei che avevano creduto in lui (si noti bene) si dimentica a chi stava parlando perché alla loro replica alla sua frase \"la verità vi farà liberi\" che essi non erano schiavi di nessuno perché erano figli di Abramo, risponde stranamente \"so che siete stirpe di Abramo ma voi cercate di uccidermi... Voi avete per padre il Diavolo e volete compiere il desiderio del padre vostro!\"(28). Addirittura un fatto tanto centrale come la morte di Gesù viene raccontato con una discordanza da meravigliare: secondo Giovanni Gesù è stato crocefisso la vigilia di Pasqua; secondo i Sinottici il primo giorno di Pasqua. Secondo gli specialisti questa discordanza è inconciliabile: come al solito chi crede all\'infallibilità della Bibbia fa salti mortali e qualcuno ha pensato all\'esistenza di due calendari, uno dei farisei e l\'altro dei sadducei: ma anche in tale ipotesi resta la contraddizione perché Gesù deve averne seguito uno solo! Secondo Marco Gesù è stato crocifisso circa l\'ora terza, cioè alle nove; secondo Giovanni all\'ora nona, cioè verso le 12, Gesù stava ancora nel Pretorio di Pilato. Il racconto della resurrezione poi, cioè di un fatto tanto importante, contiene discordanze e silenzi, che solo la tradizione fabulatoria può spiegare. Marco dice che le donne arrivano al sepolcro quando il sole era già uscito, mentre Giovanni dice che era ancora buio; Matteo parla dell\'apparizione di un solo angelo, mentre Luca di due; Matteo per i discepoli parla solo della apparizione in Galilea, mentre Luca parla di tre apparizioni in Giudea e Giovanni parla di una apparizione fatta apposta per Tommaso, che non c\'era alla prima avvenuta il giorno stesso della resurrezione; la I lettera ai Paolo ai Corinzi parla addirittura di un\'apparizione di massa, a circa 500 persone, sconosciuta in maniera sorprendente a tutti gli altri; in Matteo sembra che l\'ascensione al capo 28 avvenga su un monte di Galilea dopo aver dato loro la solenne investitura con le famose parole \"A me è stato dato ogni potere in cielo e in terra: andate dunque e ammaestrate tutte le genti battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto quanto vi ho comandato. Ed ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo\" mentre nel capo 24 di Luca viene espressamente detto che li condusse fin verso Betania, vicino a Gerusalemme in Giudea, dove si staccò da loro innalzandosi al cielo. Tutte queste inesattezze e discordanze, per non parlare delle omissioni come il fatto strepitoso della resurrezione di Lazzaro sconosciuto ai Sinottici e quello dell\'apparizione a una massa più di 500 persone riferita da S. Paolo e sconosciuta a tutti i Vangeli, indicano non tanto che gli autori o ispiratori non si sono messi d\'accordo nel mentire, come qualcuno vorrebbe utilizzarle, ma semplicemente che si affidavano alla loro fantasia e non avevano affatto la coscienza di essere \"ispirati\" e di scrivere la \"Parola di Dio\" come poi furono qualificati da quei \"prodigiosi animali\" dei teologi, secondo l\'efficace espressione di Nietzsche, ma composero il loro lavoro con candida semplicità per propagare la storia che li aveva affascinati senza preoccuparsi di quei particolari a cui avrebbero dato tanta importanza i posteri. Insomma la fantasia fabulatoria ha cominciato a svolgere il suo ruolo fin dal principio della comunità cristiana fino a trasformarsi in un vero metodo letterario di creazioni fantastiche nelle quali i fatti narrati non sono che espedienti per divulgare le proprie credenze. Tale metodo è unito anche al metodo analogico che si serve di citazioni adattate del Vecchio Testamento introdotte con la frase \"come aveva detto il profeta\" tale: già molto marcato nel Vangelo di Matteo, diventa il filo conduttore dei Vangeli cosiddetti apocrifi, la cui lettura a tale scopo è molto istruttiva. Per esempio il \"Protovangelo di Giacomo\", che gli specialisti ritengono redatto presso a poco nello stesso tempo del Vangelo di Giovanni, per sostenere la verginità di Maria anche dopo il parto, fa compiere a Salome, la compagna della levatrice cercata da Giuseppe, il gesto di \"mettere il dito\" nella vagina della partoriente per controllarne la verginità (29): è lo stesso gesto che il Vangelo di Giovanni fa compiere a Tommaso nella famosa apparizione nell\'ottavo giorno della resurrezione. La natura fortemente ideologizzata del Vangelo di Giovanni, fa pensare legittimamente che il suo episodio sia dello stesso livello fantastico dell\'episodio del Protoevangelo di Giacomo. Tali constatazioni sarebbero sufficienti a far dubitare seriamente dell\'attendibilità degli altri fatti miracolosi dei Vangeli su cui si fonda la fede teologica. E difatti il teologo H. Küng non ha nessuna difficoltà a qualificare gran parte delle narrazioni evangeliche come leggenda, pur non rinunciando alla \"realtà\" della resurrezione di Gesù perché il fatto è di tutt\'altro peso e unica spiegazine dell\'enigma della ripresa vigorosa del movimento cristiano che sembrava stroncato sul Golgota (30). Perciò proprio per questo noi vogliamo ora esaminare come una convinzione così paradossale, su cui è stata poi costruita la successiva fede cristiana sulla \"divinità di Gesù\", che però abbiamo visto \"smentita\" dalla storia, sia potuta nascere. È un fatto che il movimento cristiano si ravviva di fronte ai sepolcro vuoto: è esso che funge da detonatore che fa scoppiare la \"bomba pasquale\". Di fronte al sepolcro vuoto il pensiero dei discepoli corre subito alle parole di Gesù che animato dal suo misticismo, aveva loro promesso che sarebbe tornato a giudicare i vivi e i morti. Non venne loro neppure il sospetto che il corpo poteva essere stato sottratto da quelle stesse guardie per un piano di quegli stessi Capi che li avevano posti a custodia del sepolcro dopo aver chiesto l\'autorizzazione a Pilato. Il Vangelo di Matteo riferisce la diceria che i Capi, giocando una beffa atroce, avevano messa in giro, cioè che erano stati i discepoli a sottrarre di notte il cadavere: tale diceria circolava ancora al tempo della redazione del Vangelo (31). Agostino prendendo sul serio tale diceria ha irriso all\'ingenuità di chi l\'ha messa in giro perché basata sulla testimonianza di \"custodi dormienti\" (32) e non ha saputo o voluto pensare che tale diceria fosse la copertura di un gioco più crudele. Essa dovette servire per coprire le proprie responsabilità di fronte al reato previsto dalla legge romana per chi avesse sottratto il cadavere che non venne esibito di fronte alla proclamazione della resurrezione da parte dei discepoli sia per non cadere nei rigori della legge sia perché la proclamazione avveniva dopo 50 giorni quando doveva essere stato fatto sparire in maniera irrecuperabile. Lo stesso periodo di 50 giorni indica che la \"convinzione\" della resurrezione è uscita dopo una profonda e intensa incubazione psicologica capace di produrre strani fenomeni. Il fatto del sepolcro vuoto dovette fare una tremenda impressione stimolando i discepoli a riandare al messaggio del suo ritorno glorioso per una resurrezione generale e cominciarono non solo a desiderare di rivederlo, ma a riflettere sul serio su certi fenomeni di visioni avute sia dalle donne sia da alcuni discepoli sia addirittura da tutto il gruppo degli undici. Il potente ricordo dell\'eccezionale messaggio di bontà e di saggezza che avevano ascoltato da lui e il compulsamento delle Scritture dei Profeti per decifrare l\'identità delle loro ambigue allusioni con quanto essi avevano sperimentato di Gesù dovettero fungere da esca per l\'accensione d\'una scintilla che accese il fuoco inestinguibile di fede, di speranza e di amore, da cui si mise in moto uno psichismo che realizzò il miracolo del passaggio da uno stato mentale di \"cecità\" a uno stato mentale di \"comprensione\" retrospettiva di tutta la storia che avevano vissuta. Tale passaggio, espressamente registrato al capo 24 del Vangelo di Luca, che consiste in un \"modo nuovo\" di intendere non solo le Scritture ma tutta la vicenda da loro vissuta, è il frutto delle loro riflessioni durante i cinquanta giorni che sono stati a meditare. Così è nata I\' \"illuminazione\" che si è concentrata sulla morte di Gesù nella prospettiva redentrice secondo l\'immagine del \"giusto servo sofferente di Jahvè\" di lsaia, facendo diventare Gesù l\'agnello pasquale che sconta i peccati di tutti. Si possono cogliere i segni di questo lavorio interpretativo nello stiracchiamento di tanti testi delle Scritture antiche applicati alla storia di Gesù. Invitiamo a riflettere su un testo tra i tanti. Pietro, nel suo primo discorso il giorno di Pentecoste, cioè dopo i 50 giorni, applica alla resurrezione di Gesù le parole del salmo 16 dove evidentemente l\'autore, Davide, ringrazia Jahvè di averlo aiutato a sfuggire mortali pericoli non permettendo così che la vita del suo devoto (alcuni testi traducono \"unto\" ) vada in preda alla corruzione della morte. Nello stesso discorso Pietro fa una interpretazione tutta distorta del salmo 110 dove l\'autore parla con linguaggio poetico delle prodezze del capo militare (certamente Davide: S. Agostino nel capo 14 del libro XVII della Città di Dio dice che questo come altri salmi era \"dedicato a Davide\" ) che Jahvè (il Signore) protegge con la sua potenza quasi facendolo sedere alla sua \"destra\" fino a ridurre i suoi nemici a suo sgabello: ebbene Pietro ci vede una fantastica apoteosì di Gesù assunto con la resurrezione alla destra di Dio. Ecco le sue parole:\" Non certo Davide sali ai cieli eppure egli dice: Disse il Signore al mio signore: siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi\" (33).Tale interpretazione nata da una grossolana lettura di un testo, nella redazione dei Vangeli viene posta in bocca a Gesù nelle sue polemiche con gli avversari (34). Anche il testo di Isaia 7,14 che fa un discorso valido per il breve giro di anni del regno di Acaz in Matteo 2, 22 diventa argomentazione profetica della nascita verginale di Gesù da Maria. Cosi è nato il \"modo nuovo\" di leggere i Profeti e di comprendere la storia di Gesù. Tale \"modo nuovo\" ha creato il personaggio sublime della loro fede. Le interpretazioni fantastiche dei testi biblici unite alle incerte e ambigue forme con cui a qualcuno di loro era sembrato di rivedere il Maestro crearono il \"miracolo\" della loro convinzione. Tutte le apparizioni di cui parlano i testi presentano un personaggio camuffato che viene riconosciuto con difficoltà solo in un secondo tempo. Ciò vuol dire che scatta un meccanismo psicologico molto semplice che alla prima immagine sostituisce o sovrappone una seconda immagine: è il caso della Maddalena che vede prima un giardiniere; è il caso dei discepoli di Emmaus che vedono prima un viandante qualunque; è il caso del gruppo del cenacolo che crede di vedere un fantasma; è il caso degli undici del giorno dell\'ascensione secondo Matteo: per quest\'ultima visione, l\'unica che Matteo racconta dopo quella avuta dalle donne, il redattore dice: gli undici discepoli poi andarono in Galilea, al monte che aveva loro indicato Gesù, e vedendolo, lo adorarono, alcuni però ebbero dei dubbi (35). Per quest\'ultima frase l\'edizione del Pontificio Istituto Biblico propone di tradurla \"mentre alcuni prima avevano dubitato\". È evidente la preoccupazione di voler eliminare ogni dubbio dalla convinzione degli Apostoli sulla resurrezione di Gesù. E su questo siamo d\'accordo: se gli Apostoli hanno fatto quello che hanno fatto è perché si erano convinti che Gesù era risorto. Ma quello che noi andiamo ricercando è come sono arrivati a tale convinzione: e ci sembra di avere in qualche modo data qualche indicazione per poter comprendere un tale processo psicologico. Una cosa è certa: che i vangeli non sono racconti storici cioè \'oggettivi’ di come sono andate le cose, essi contengono, oltre che altrove, proprio nella storia della resurrezione segni molto marcati che indicano che sono frutto inequivoco della taniasia narrativa dei \"catechisti-redattori\", che si proponevano di fare accettare un dato su cui si fondava tutto il loro annuncio. I racconti ci presentano le donne che si recano la mattina dopo il sabato a ungere il corpo di Gesù come se non avessero assistito il pomeriggio del venerdì alla chiusura della bocca del sepolcro con una grossa pietra e solo strada facendo se ne dànno pensiero preoccupandosi di chi le avrebbe aiutate a rimuoverla (36). Ma la cosa più strana è che esse, che a differenza dei discepoli erano state sempre presenti, risultano di non essere informate del provvedimento delle autorità che avevano sigillato il sepolcro e l\'avevano posto sotto il controllo delle guardie (37). Il particolare poi riterito da Giovanni che il sudario era \'ripiegato\" in un canto lontano dagli altri panni di lino, se non è dovuto all\'inventiva fabulatoria, certamente indica non l\'operazione di chi risorge in maniera trionfale dalla morte ma quella di chi penetrò nel sepolcro per prelevarne il cadavere. Secondo Maffeo 28 sembra che proprio davanti alle donne, appena arrivate al sepolcro, si verifichi la scena della discesa dell\'angelo dal cielo, del terremoto e del ribaltamento della grossa pietra su cui si siede incutendo a tutti, guardie e donne, un mortale spavento: l\'annuncio è preciso ed è che Gesù non è più tra i morti ma è risuscitato e aspetta i discepoli in Galilea. Lo stesso Matteo poi aggiunge che le donne videro Gesù stesso mentre scendevano in città e che l\'incontro avvenne poi in Galilea, ma è contraddetto in maniera inpietosa dai \"catechisti-redattori\" del Vangelo di Luca, che parla di due angeli e non di uno e riferisce che nello stesso giorno Gesù appare prima a due discepoli mentre si recano a Emmaus, poi a Pietro stesso e finalmente agli undici nel cenacolo, e anche dai redattori del Vangelo di Giovanni il quale dice che la Maddalena vide Gesù al suo secondo viaggio al sepolcro dopo che Pietro e Giovanni se ne erano andati e arricchisce il racconto con episodi da cui si desume addirittura che gli undici avevano \"mangiato\" con Gesù risorto e Tommaso era stato addirittura invitato a controllare la materialità dell\'apparizIone mettendo il dito sulle cicatrici restate sul suo corpo.Dunque non possiamo accettare i racconti evangelici come testi su cui poter ricostruire come sono andate le cose. C\'è solo il fatto storico che i discepoli di Gesù si sono comportati in modo coerente con una convinzione che hanno cercato di propagare.Per completare il contributo che ho cercato di dare per comprendere un fatto tanto complesso, riferisco quello che hanno indagato gli studiosi nel campo psichico sull\'esistenza di \"allucinazioni collettive\". Il noto studioso Emilio Servadio, a proposito delle apparizioni della Madonna a sei ragazzi a Medjugorie dal 24 Giugno 1981, ha scritto: \"Se si può - in certi casi sembra che si debba - parlare di \"allucinazioni collettive\" occorre riferisi a fenomeni che escono bensì dal piano della \"normalità\" ma che non sono in sé patologici. Voglio alludere a quelle manifestazioni - più volte accertate - in cui più persone... credono di vedere l\'immagine di un\'altra persona... I meccanismi relativi a questo tipo di allucinazioni collettive sono tuttora mal noti e oggetto di indagine cosi come rimane ignota l\'istanza che le può scatenare. Il sottoscritto trova perfettamente possibile che i ragazzi di Medjugorie abbiano costituito una \"unità\" polipsichica e altrettanto possibile che tale unità si sia posta ripetutamente in contatto con una istanza paranormale. Tutto ciò- sì noti - sempre a livelli di indiscutibile moralità e di ripetute esortazioni alla virtù e al bene(38). Ritengo che queste valutazioni sono quelle che si debbano applicare anche al fenomeno eccezionale delle visioni che contribuirono a creare la convinzione della resurrezione di Gesù. Alle visioni dovette accompagnarsi anche il fenomeno delle \"voci\" di cui è piena la storia del misticismo e in genere tutto il mondo della parapsicologia: non sapendo spiegarsi la loro origine chi le sentiva le ha sempre attribuite a Dio, agli Angeli, ai Demoni o alle anime dei defunti. Il Nuovo Testamento come il Vecchio è pieno di queste \"voci\": durante il Battesimo di Gesù si sente una voce che lo proclama \"Figlio diletto\" (39), subito dopo la voce dello Spirito lo invita nel deserto (40), durante la trasfigurazione lo proclama nuovamente \"Figlio diletto\" (41), durante un\'intervista con un gruppo di Greci lo assicura che sarà glorificato (42), nel Getsemani lo conforta la voce di un angelo (43). Anche nel gruppo dei discepoli dopo essersi convinto della \"glorificazione\" di Gesù si scatena il fenomeno delle voci: Pietro e soprattutto Paolo sono continuamente guidati da voci secondo gli Atti degli Apostoli, allo stesso modo dei personaggi biblici del Vecchio Testamento, dove viene presentato Davide durante le sue peripezie in una continua comunicazione con la voce di Jahvè, tanto da fare uso dell\'efod del sacerdote Abjatar come fosse un telefono(44). È facile pensare che queste voci rientrino nella forma letteraria biblica con cui gli autori usavano introdurre ciò che a loro parere era l\'elemento divino che operava nei loro personaggi ma deve pure avere avuto qualche appiglio nella realtà come genesi. Questo ce lo fa capire molto bene l\'episodio della conversione del Capo della repressione del movimento cristiano da parte della comunità ebraica, Saulo, poi S. Paolo, il cui inesauribile misticismo si scatena proprio dopo quella \"voce\" che sentì apostrofarlo sulla via di Damasco:\" Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?\' (45). La genesi dell\'episodio deve essere l\' \"\'angelo di Satana\" che lo \'schiaffeggiava\' nella sua carne e che costituiva la sua debolezza e in cui però trionfa la potenza del Signore, come confessa apertamente nel capo 12 della Seconda Lettera ai Corinzi: questo \"Angelo di Satana\"\' doveva essere un male di natura epilettoide che verso mezzogiorno, oppresso dalla stanchezza, dal caldo e dall\'eccitazione delle scene di violenza sui perseguitati \'galilei’ causò l\'allucinazione uditiva e visiva con lo choc e la momentanea cecità che riacquistò con la serenità dopo la riconciliazione con i suoi perseguitati. Tutto l\'episodio, di cui negli Atti degli Apostoli vengono date due relazioni discordanti nei particolari sulla percezione della voce e della luce da parte dei suoi accompagnatori (46) fu interpretato dall\'interessato in maniera soprannaturale, come al solito, e divenne la sorgente del suo inesauribile misticismo che fa leva per tutta la sua argomentazione di teologia fideistica sulla resurrezione di Gesù apparso anche a lui per ultimo:\"Se Cristo non è risuscitato vana è la nostra predicazione,vana è vostra fede, e si scopre che noi abbiamo dato a Dio una falsa testimonianza, avendo noi attestato che Dio ha risuscitato Cristo mentre non lo avrebbe risuscitato... Ora davvero Cristo è risorto da morte, primizia di quelli che riposano... e per questo ogni giorno io sono esposto alla morte...(47). La conversione di Paolo ha influito in maniera eccezionale sia nella comunità ebraica, che si è inviperita ancora di più nella lotta contro i seguaci di Gesù tanto da condannare a morte il nuovo traditore denunciandolo all\'autorità romana, sia sulla comunità cristiana confermandone la fede e dando maggiore impulso alla sua diffusione e alla sua inculturazione nel mondo ellenistico-romano, innestando - come abbiamo visto - il concetto ebraico di Gesù come Messia su quello greco della \'Sapienza\', sviluppato poi ulteriormente con quello di \'Logos\', cioè divinizzandolo. Fu gettato cosi il seme della concezione della Trinità di Dio, che sarà consacrata nella formula registrata dal Vangelo di Matteo al capo 28: \"Andate, ammaestrate e battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo\". Era nato così il Cristianesimo Teologico, che continuò l\'opera interpretativa stiracchiata dei testi dei Libri delle Scritture antiche: basta pensare alla strana genealogia riferita dal Vangelo di Matteo, il quale con essa vuole dimostrare che Gesù è discendente di Davide facendo derivare Giuseppe sposo di Maria per 14 generazioni da lui ma poi contraddice tale discendenza riferendo la sua concezione verginale, quindi interrompendo la trasmissione della discendenza davidica. Non meno strana e la dimostrazione di tale nascita verginale attraverso la applicazione alla nascita di Gesù del \'vaticinio dell\'Emmanuele\' del Capo 7 di Isaia in cui l\'analisi del testo ci rivela chiaramente che si tratta della nascita di un figlio che sarebbe avvenuta nel giro di pochi anni e non a distanza di secoli e che si tratta non di una \"vergine\" ma di una ragazza da marito. Il Cristianesimo Teologico con la divinizzazione di Gesù non solo scavò un solco incolmabile col vecchio Ebraismo ma pose le premesse per l\'azione furibonda che più tardi nel secolo VII il Maomettanesimo, sbocciato con influenze soprattutto ebraiche, scatenò contro gli \"infedeli\" all\'idea biblica dell\'unità di Dio, e con l\'identificazione tra Gesù e i suoi \"inviati\" o \"rappresentanti\": \"chi ascolta voi ascolta me\" legittimò il \'totalitarismo pastorale\' della Chiesa Cristiana all\'epoca della sua egemonia durante la quale si usarono mezzi persecutori all\'interno e all\'esterno della sua compagine contro chi non accettava il loro insegnamento e la loro autorità, contraddicendo il codice morale di partenza che aveva fatto nascere e crescere il movimento cristiano. Tale contraddizione, avvertita da chi ha un minimo di sensibilità morale e di libertà di pensiero, denuncia in modo impietoso il fallimento della garanzia dell\'aiuto solennemente promesso ai suoi rappresentanti dal fondatore del movimento cristiano secondo le loro stesse relazioni, e obbliga chiunque ne prende coscienza, alla domanda fatale: la convinzione o la fede degli apostoli è nata dalla realtà della resurrezione o da una illusione? Alla luce del setaccio critico la risposta è indubbia: come la Chiesa Cristiana per il suo comportamento contraddittorio appare un tempio vuoto e solo per suggestioni mistiche e metafisiche si può far credere che sia abitata da una \'Guida Divina\', così il sepolcro vuoto di Gesù solo per suggestioni mistiche e metafisiche poté apparire come il luogo del suo soprannaturale risveglio. La spiegazione di tale enorme illusione sta nell\'altra illusione non meno enorme, che è quella di avere creduto all\' \"annuncio della fine del mondo entro quella generazione\" anche se il giorno e l\'ora restavano ignoti, poi capziosamente fatta credere rimandata ad epoca sconosciuta.Ci restano dunque in mano due verità indiscutibili: una positiva e cioè che gli Apostoli con la loro vita e con la loro morte hanno testimoniato la veracità del loro linguaggio\" e che la loro predicazione corrispondeva alla loro fede\" ed erano quindi \"testimoni veraci\"; e l\'altra negativa, e cioè che la \"fede degli Apostoli\" non corrispondeva alla realtà ma era una tremenda illusione, come del resto sono state tremende illusioni la fede ebraica, la fede islamica, la fede induista e tutte le fedi metafisiche e politiche non controllate col metodo scientifico. Possiamo sintetizzare in sei tappe il processo ascendente della divinizzazione di Gesu, che è simile a quello di un sassolino che staccatosi dalla cima di un monte si ingrossa sempre più fino a diventare una valanga: va dall\' \"entusiasmo militante\" divampato durante la sua vita terrena fino alla \"dilatazione cristica\" nell\'Universo della teologia contemporanea. 1 - La gente comune lo identifica come uno dei grandi Profeti dell\'antichità di Israele o anche come Giovanni Battista decapitato da Erode Antipa e poi resuscitato. 2 - Giovanni Battista e i discepoli lo identificano col Messia di cui parlano le Sacre Scritture. 3 - I fenomeni delle apparizioni e le interpretazioni stiracchiate dei testi delle Sacre Scritture convincono i discepoli della sua resurrezione e del suo imminente ritorno entro quella generazione per realizzare la fase finale del \"regno dei Cieli\" col giudizio universale e la fine di questo mondo, restando però sconosciuto il \"grande giorno\": nell\'impatto col mondo ellenistico, espresso soprattutto dalle Lettere di s5. Paolo e dal Vangelo di S. Giovanni, si comincia a identificarlo con la \"Sapienza\" e poi col \"Logos\" o \"Verbo\" di Dio. 4 - Il Concilio di Nicea pone fine alle lunghe discussioni di quasi tre secoli e lo dichiara \"uguale\" al Padre e Costantino scstituisce il Natale del Sole Invitto, stabilito da Aureliano, col Natale di Gesù. 5 - La cultura bizantina lo idealizza nel \"Basileus Pantocrator\" (Re Onnipotente), per cui nella cultura occidentale il Papa, Vicario di Cristo, diventa il grande teocrate col triregno. 6 - In questo secolo il connubio tra teologia cristiana, teologia induista e scienza moderna, riprendendo il motivo dell\'Apocalisse di S. Giovanni che fa di Gesù \"Alfa e Omega\" per opera di Theilard De Chardin lo addita come il punto \"omega\" a cui tenderebbe l\'evoluzione dell\'Universo, assimilandolo molto al Krishna induista. Certamente tale sublime personaggio non può essere dedotto da questo episodio riferito dai Vangeli Sinottici: \"mentre Gesù passeggiava per il tempio gli si fecero innanzi i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: - con quale autorità tu fai tutto questo, o chi ti ha dato l\'autorità per farlo? - Ma Gesù rispose loro: - Domanderò a voi una cosa sola: rispondetemi e io vi dirò con quale autorità faccio queste cose. Il battesimo di Giovanni era dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi. - Essi ragionarono tra di loro dicendo: - Se diciamo \'dal cielo\" dirà \"perché dunque non gli avete creduto?\"; ma se ripondiamo \"dagli uomini\"? Essi avevano paura del popolo perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente profeta. Risposero quindi a Gesù: \"Non lo sappiamo\". E Gesù a loro: \"Neanche io vi dico con che autorità faccio queste cose\" (48). Tale personaggio che non sa dare una prova persuasiva ai Capi responsabili di Israele, non ci sembra certo l\'Essere Superiore venuto dal Cielo in Terra per dare inizio al Regno di Dio ma uno strano genio illuso come tanti altri che si perde dietro meschine scappatoie dialettiche. Un intero popolo, dopo tante attese suscitate da tante e ripetute promesse per circa un millennio che gli sarebbe stato concessa un\'era di libertà e di pace, a ragione rifiuta il messaggio di uno sparuto gruppo di uomini privati che avrebbero avuto il privilegio di essere stati \"preordinati\" a fungere da \"testimoni per tutta la nazione\" della resurrezione di Gesù come \"segno che veniva da Dio\"! (49). Di fronte a tragedie cosi grandi non si può giuocare a rimpiattino: ai Capi doveva essere data la prova chiara presentandosi in modo inequivocabile. I Teologi, ancora una volta, come ultimo giochetto d\'artificio, ricorrono al \"rispetto della libertà umana da parte di Dio\", ma tale scappatoia diventa ridicola di fronte alla qualità che viene attribuita al Dio della Bibbia, cioè di avere in mano il cuore e la mente degli uomini per cambiarli secondo la sua volontà: tale Dio non sarebbe stato capace di usare mezzi idonei per accreditare il suo \"prescelto\" presso il suo popolo anche lui \'prescelto\" da quasi due millenni? Ma i teologi, intrappolati nelle loro illusioni, hanno interesse a difenderle perché su di esse poggia la struttura che li alimenta. Gli studiosi si domandano se non ci sia qualche comunicazione sotterranea tra i filoni culturali umani per la quale si influenzano vicendevolmente per imitazione nell\'attribuire ai loro \"uomini-dèi\" le stesse qualità. A tali \"uomini-dèi\" viene attribuita una missione di salvezza e la loro apparizione viene fatta predire da oracoli e profezie. È una vena che troviamo nella più antica area culturale, quella iraniana, che sembra la sorgente di tutto questo misticismo compreso quello ebraico: Abramo e Zarathustra sono due personaggi che provengono da quelle zone e annunziano tutt\'e due l\'avvento di salvatori. Secondo Zarathustra, Mitra, il più grande di tali salvatori, nascerebbe da una vergine. Di Mitra si parla già nei libri sacri dei Veda e nell\'Avesta. La concezione verginale degli \"uomini-dèi\" sembra legata al concetto della loro missione di salvezza perché viene trovata in tutti i miti da cui hanno origine le varie religioni. Come Mitra, anche Gotama Budda viene generato verginalmente da sua madre Maya; l\'egiziano Horus viene generato verginalmente da Iside; il frigio Attis viene generato verginalmente da Astarte la \"vergine celeste\"; il Mazdeo Saosyat nasce verginalmente; i Celti pure parlano di una \"vergine partoriente\"; il greco Ermes nasce da Maia per opera di Zeus; e perciò Gesù non poteva nascere che verginalmente da Maria per opera della \"potenza dell\'Altissimo\". Per questa loro origine divina la nascita notturna di questi \"uomini-dèi\" è un evento avvolto nella luce: è quello che viene narrato della nascita di Gotama Budda, di Krishna e di Gesù. Per Mitra si narra che dei \"magi\" si sarebbero messi in cammino con i loro doni seguendo la luce di una stella per cercare il posto della sua nascita, che avrebbero trovato in una caverna. È quasi la stessa storia della nascita di Gesù e sarebbe perciò curioso controllare criticamente la priorità delle due narrazioni. Il parallelo continua anche per altri particolari: il riconoscimento del bambino straordinario da parte di uomini ispirati, come il saggio Asita che va a rendere omaggio all\'infante Gotama Budda e il saggio Simeone che va a rendere omaggio a Gesù nel tempio. Budda ebbe dodici discepoli e un traditore, Devadatta, che assoldò trenta arcieri per ucciderlo; Gesù pure ebbe dodici discepoli, di cui uno, Giuda, lo tradisce per trenta denari.Ma ciò che è più curioso è il parallelo dell\'insegnamento di Budda e di Gesù. Tutt\'e due insegnavano in parabole e il contenuto morale del Vangelo cristiano trova il suo corrispondente nei Pitaka\" buddisti. La massima \"fa agli altri quello che vuoi sia fatto a te\" è comune a entrambi, come l\'insegnamento alla buona volontà, alla mansuetudine e alla compassione. Entrambi mostrano comprensione verso i ladri, le prostitute e i peccatori in genere. Gesù mangia con i peccatori e ne converte uno sul patibolo insieme con Lui; anche Budda converte il ladro Anguilimala e poi siede a tavola con lui. L\'amore di Budda per una prostituta, Ambapali, è simile a quello di Gesù per la peccatrice che gli lava i piedi e glieli asciuga con i capelli. Budda osteggia il formalismo braminico e Gesù quello farisaico: la loro rivolta morale è contenuta negli scritti dei discepoli: nel Vangelo per Gesù e nel Radhakrishnan per Budda. Tutt\'e due vengono chiamati \"luce del mondo\" e in questo sono simili a Mitra, il quale nei Veda e nell\'Avesta viene presentato come espressione di Varuna e Ahura Mazda, Dio della luce, con l\'appellativo di \"vatar\" cioè \"Dio solare\". Mitra diventa anche il vincitore del terribile toro, realtà antagonista, per cui è detto \"Sole Invitto\". Il culto del Sole invitto, venne portato a Roma dalle legioni romane di Pompeo Magno nella prima metà del I Secolo a. C. e crebbe al tempo di Nerone, dei Flavi, degli Antonini, dei Severi, fino all\'istituzione della festa del \'Natale del Sole Invitto\" il 25 Dicembre dopo il solstizio invernale per decreto dell\'imperatore Aureliano verso l\'anno 270. Il simbolo di Mitra era quello del toro \"Y\" e il simbolo di Gesù divenne presto quello della croce \"T\", molto simile. Strano che anche di Mitra, come si diceva che fosse nato in una caverna, così si diceva che dopo la nascita i pastori andarono a fargli omaggi, che visse 33 anni e che ascese al cielo in primavera (50).Sembra che la gelosia e la lotta tra i discepoli dei due culti non dovettero essere estranee alle persecuzioni scatenate dagli Imperatori romani contro i cristiani, ma la vittoria di Costantino che aveva visto in sogno il segno di Gesù nel disco del sole che perciò fece disegnare sui suoi labari con la scritta \"con questa bandiera sarai vincitore\", diventò la vittoria di Gesù su Mitra, per cui il giorno di Natale da allora divenne il Natale di Gesù come da allora la strategia dei Capi del Cristianesimo fu di puntare alla conversione dei Capi dei vari popoli perché appresso ai Capi si sarebbero convertiti anche i sudditi.È la triste storia delle religioni di massa. ____________________________ 1-Isaia 452-Genesi 23,63-I Samuele 11,74-I Re 3,285-I Paralipomeni 12,236-Isaia 35,37-Salmo 36,78-Salmo 299-Esodo4,2210-Salmo 82,111-Sapienza 2,13 e 1812-Sapienza 2,13 e 1813-II Samuele 7, 1414-Daniele 7, 13-1415-Deuteronomio 6,416-Platone Cratilo 50717- L. A.Cornuto -Teologia Greca XVI18-Plotino III 6, 1918-Filippesi 2,619-Giovanni 1,1119-E. Renan- Vita di Gesù-Ed. FeItrinelli 1978.pag.820-R. Fabris - Gesù di Nazareth – Cittadella di Assisi 1983 21- Giovanni 14, 222-Giovanni 14, 823- Fabris l.c. pag 9124-Sacra Bibbia Ist.Biblico ed. Salani Firenze 1963 note 1 e 2 c.2 di Luca; Diz. Bibl. ed. SEi 1963 \'censìmento\'; Fabris l. c. pag.91-9225-Luca 11,23; Luca 9,5026-Luca 2,41-4627-Marco 5,1-20; Marco 8, 26;Matteo 8,2628-Giovanni 8,3129-cfr. A. M. Di Nola-I Vangeli Apocrifi-Ed.Ganda 1977 pag.14930-cfr. H. Küng Vita Eterna? Ed. CDE 1983 pag. 149 31-Matteo 28,1132-S. Agosuno-Trattato sui Salmi 53,1733-Atti 234-Matteo 22,4135-Matteo 28, 1736-Marco 16.337-Matteo 27,5238-E. Servadio \"Vedere cose strane non sempre è allucinazione\" art. sul Tempo del 9/12/198439- Luca 3.2240- Luca 4,141-Luca 9,3542-Giovanni 12,2843-Luca 22, 4344-Samule 23,9-45-Atti 9,446-Atti 9,7e22,947-I Cor. 15,1448-Matteo 21,23

Black as night, black as coal, I wanna see the sun blotted out from the sky,I wanna see it painted black.

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15 Anni 9 Mesi fa #148536 da Il Cinico
Risposta da Il Cinico al topic Re:LE SACRE SCRITTURE
Morfeo ha espresso, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, la seguente opinione:

Punto uno: Gesù di Nazareth si comportava come un buon ebreo praticante,e molte figure in Israele come lui sorsero durante la dominazione romana,se è diventata rivoluzione è stato in seguito,con l\'avvento del cristianesimo.Ho letto i vangeli,ma tu mi parli di Bibbia,quindi comprendi anche l\'antico testamento l\'apocalisse e le epistole,e se Dio non è vendicativo e crudele in quegli scritti,allora mi sa che ho letto male.Punto due: io non ho mai detto che le parole di gesù siano sbagliate,anzi lo considero come un esempio da seguire (lui e solo lui in tutta la Bibbia,che ti ripeto è costituita non solo dai vangeli).Punto tre: pace e amore venivano predicati da millenni,appunto,niente di nuovo sotto il sole.Punto quattro: chi conosce la vera vita di Gesù?A parte che c\'è un buco tra l\'infanzia l\'inizio della predicazione,ma mi pare che i vangeli siano stati scritti a posteriori (il più antico dei vangeli canonici-ribadisco scritto in greco e non in aramaico,questa volta più grezzo di quello usato da Giovanni-risale a circa un centinaio di anni dopo cristo) e non mi pare poco plausibile l\'idea che ci sia un\'allontanamento dalla realtà.E questo si lega anche alla storia di Mitra,così uguale nella nascita e nella resurrezione (sparerò stronzate,ma non prima di avere una solida base culturale alle spalle ;) ).Dhammapada a parte, ci sono in altri testi sacri,sempre di origine orientale,episodi anche dell\'antico testamento.Fatti rapidi calcoli (non da me altrimenti delirerei sul serio) la più antica tradizione biblica risale a circa il 3000-2500 a.C.,mentre i testi più antichi dell\'induismo (la religione più antica e complessa) risalgono a circa 6000 anni a.C..Caso anche questo.Come caso è che in Egitto si siano ritrovati testi induisti,zona notoriamente abitata da semiti prima dell\'esodo.Vuoi saper un\'altro aneddoto? Gli angeli sono di origine Babilonese,i nomi sono di origine babilonese,e pensa un pò,anche qui risiedevano ebrei prima del ritorno in Palestina.Scomodiamo anche i manoscritti di Qumran questa volta...Mai sentito parlare di Esseni?Siccome poi qualcuno dice che sonostronzate ti metto ciò che è scritto su wikipedia:\"Secondo Giuseppe, avevano usanze e osservanze come la proprietà collettiva (Guerra 2.122; Ant. 18.20), eleggevano un capo che attendesse agli interessi di tutti e i cui ordini venivano obbediti (Guerra 2.123, 134), gli era vietato prestare giuramento (Guerra 2.135) e sacrificare animali (Filone, §75), controllavano la loro collera e fungevano da canali di pace (Guerra 2.135), portavano armi solo per protezione contro i rapinatori (Guerra 2.125), e non avevano schiavi, ma si servivano a vicenda (Ant. 18.21) e, come conseguenza della proprietà comune, non erano dediti ai commerci (Guerra 2.127). Sia Giuseppe che Filone hanno lunghi resoconti dei loro incontri comunitari, pranzi e celebrazioni religiose. Da quanto si è dedotto, il cibo degli Esseni non poteva essere alterato (con la cottura ad esempio); e potrebbero essere stati strettamente vegetariani, mangiando principalmente pane, radici selvatiche e frutta. Dopo un totale di tre anni di prova (Guerra 2.137-138), i membri appena unitisi prestavano un giuramento che comprendeva l\'impegno a praticare la pietà verso la divinità e l\'aderenza a principi morali verso l\'umanità, per mantenere uno stile di vita puro, di astenersi da attività criminose e immorali, di trasmettere intatte le loro leggi e di preservare il libro degli Esseni e il nome degli Angeli (Guerra 2.139-142). La loro teologia includeva il credo nell\'immortalità dell\'anima e il fatto che avrebbero ricevuto indietro le loro anime dopo la morte (Guerra 2.153-158, Ant. 18.18)\".Molto simile al messaggio di Cristo,o sono io che ho allucinazioni visive quando leggo?Unica differenza,non ritenevano necessario diffondere il loro credo,al contrario di Gesù.Mi sto scavando sempre di più la fossa vicino a Lucifero che mangia Giuda,Caino e Cassio?

Interessante, ma poco importante. Di Gesù Cristo di Nazareth due millenni dopo è arrivata una testimonianza inevitabilmente di parte e non verificabile. Se consideriamo che giornalisti servi del potere manipolano quotidianamente quello che è successo al massimo poche ore prima e, cosa molto più grave, buona parte della popolazione dà loro credito acriticamente, pensiamo a cosa può aver tramandato una Chiesa che si è macchiata, si macchia tutt\'oggi e si macchierà ancora di reati orribili. E se Gesù fosse stato solo un abile imbonitore finito male? O se invece la dimensione della sua predicazione fosse molto più terrena e il suo vero obbiettivo quello di rovesciare l\'imperialistica (\"Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant\" ) dominazione romana? Non lo sapremo mai. L\'unica certezza è che nel frattempo qualcuno ha sfruttato il suo nome con scopi mai troppo nobili e risultati fin troppo ovvi.Piccola OT: ringrazio i signori moderatori per aver cancellato ciò che ho postato senza trovare il tempo necessario a motivare la loro azione con qualcosa di diverso dalle solite frasi fatte. Vi prego, se doveste avere di nuovo questa necessità, di spiegarmi dettagliatamente quali sono i passaggi in cui offendo la sensibilità Vostra e degli altri utenti del forum. Con falsa ed ipocrita deferenza,Il Cinico

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15 Anni 9 Mesi fa #148537 da Morfeo
Risposta da Morfeo al topic Re:LE SACRE SCRITTURE
leggi su,abbiamo postato contemporaneamente.

Black as night, black as coal, I wanna see the sun blotted out from the sky,I wanna see it painted black.

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15 Anni 9 Mesi fa #148601 da LudeMa
Risposta da LudeMa al topic Re:LE SACRE SCRITTURE
Si interessante Morfeo ma non è a me che devi spiegare come sia stata costruita la divinità di Cristo, la mitizzazione di certi avvenimenti, la manovra politica con cui si è sfruttata questa figura per giustificare un potere, la cernita dei testi \"buoni e attendibili e quant\'altro gli uomini hanno fatto nascondendosi dietro la croce. Vedi sono convinto che tutto questo non tolga neanche un briciolo di peso nella storia al cristianesimo, anzi, perchè la storia si fa con le rivoluzioni culturali e politiche, il fatto che ci sia tanta falsità, ipocrisia, arricchimento, nebulosità, avidità non cambia nulla.Lo storico oltre a conoscere i fatti dovrebbe chiedersi quali siano state le conseguenze, quindi il cambiamento c\'è stato ed enorme e il fatto che sia avvenuto con tutti i mezzi sporchi che vuoi non gli toglie il carattere di storicità che lo impregna.Ovviamente questo interessa più il privato, dove una persona può in piena libertà comportarsi secondo coscienza e non aderire ad una chiesa a cui si rimproverano troppe pecche.

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15 Anni 9 Mesi fa #148965 da esausta
Risposta da esausta al topic Re:LE SACRE SCRITTURE
LudeMa ha espresso, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, la seguente opinione:

esausta ha espresso, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, la seguente opinione:

LudeMa ha espresso, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, la seguente opinione:

framaulo ha espresso, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, la seguente opinione:

LudeMa ha espresso, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, la seguente opinione:

perciò quando leggo di straordinari ragazzi dotati di spirito e cultura che abdicano al libero pensiero per seguire una Chiesa che nei fatti proclama di essere l\'unica destinataria della verità mi domando quale sia lo spirito che accompagna loro negli studi...Lo stesso spirito che studia fisica,biologia e genetica...e allora come si fa a chiudere gli occhi fino a questo punto non trovare inconciliabili con tutta la buona volontà le due cose

E\' più semplice di quanto sembri. Lascia stare quello che dice Nazinger, il Pastore Tedesco. Un tizio più tranquillo, un tale Woytila, scrisse cose molto interessanti e dirimenti, a riguardo, che tra l\'altro si possono leggere anche gratis: l\'enciclica Fides et Ratio si trova a questo indirizzo web .Inizia così: La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s\'innalza verso la contemplazione della verità.Il prossimo che strepita contro la Chiesa che si ritiene il depositario della verità, lo boccio senza appello a settembre. :)

Io a questo punto dico: allora se avete preso coscienza dei difetti e siete in buona fede, perchè non distaccarsi dal cattolicesimo restendo onesti cristiani?

Infatti, perchè no?

Non credo di possedere nessuna verità, mi limito a scrivere quello che penso ...

Scrivi pure quello che pensi ma accertati che abbia a che fare con il tema della discussione.Fino ad ora sei stato decisamente OT.

Non mi sembra di essere andato fuori tema, anzi forse l\'ho centrato fin troppo, proponendo agli altri delle riflessioni che evidentemente hanno toccato qualche corda della vostra animuccia sensibile...

Abbiamo un Guglielmo Tell del topic!!!:woohoo: Se non erro Bogdani chedeva di esprimere giudizi e riflessioni sulle sacre scritture e nello specifico su quelle che vengono lette di domenica in domenica. Ora, non mi sembra che nemmeno mezzo dei tuoi post trattasse dei suddetti argomenti, pertanto, ribadisco: SEI OUT TOPIC!!!LudeMa ha espresso, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, la seguente opinione:

Visto che mi si chiede di parlare espressamente di sacre scritture, dati i tanti filologi di fama all\'ascolto, potremmo discutere dei messaggi sessisti, razzisti e antisemiti della bibbia, che ne dite?

Vedi, sei ancora OT: non ti si chiede di parlare delle sacre scritture in generale, ma di quelle che sono state tratta domenica a messa. Ti entra in quella zucca di scienziato che credi di avere oppure no?Se vuoi parlare di messaggi sessisti, razzisti e antisemiti della bibbia apriti un topic tutto tuo!LudeMa ha espresso, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, la seguente opinione:

Morfeo ha espresso, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, la seguente opinione:

Punto uno: Gesù di Nazareth si comportava come un buon ebreo praticante,e molte figure in Israele come lui sorsero durante la dominazione romana,se è diventata rivoluzione è stato in seguito,con l\'avvento del cristianesimo.Ho letto i vangeli,ma tu mi parli di Bibbia,quindi comprendi anche l\'antico testamento l\'apocalisse e le epistole,e se Dio non è vendicativo e crudele in quegli scritti,allora mi sa che ho letto male.Punto due: io non ho mai detto che le parole di gesù siano sbagliate,anzi lo considero come un esempio da seguire (lui e solo lui in tutta la Bibbia,che ti ripeto è costituita non solo dai vangeli).Punto tre: pace e amore venivano predicati da millenni,appunto,niente di nuovo sotto il sole.Punto quattro: chi conosce la vera vita di Gesù?A parte che c\'è un buco tra l\'infanzia l\'inizio della predicazione,ma mi pare che i vangeli siano stati scritti a posteriori (il più antico dei vangeli canonici-ribadisco scritto in greco e non in aramaico,questa volta più grezzo di quello usato da Giovanni-risale a circa un centinaio di anni dopo cristo) e non mi pare poco plausibile l\'idea che ci sia un\'allontanamento dalla realtà.E questo si lega anche alla storia di Mitra,così uguale nella nascita e nella resurrezione (sparerò stronzate,ma non prima di avere una solida base culturale alle spalle ;) ).Dhammapada a parte, ci sono in altri testi sacri,sempre di origine orientale,episodi anche dell\'antico testamento.Fatti rapidi calcoli (non da me altrimenti delirerei sul serio) la più antica tradizione biblica risale a circa il 3000-2500 a.C.,mentre i testi più antichi dell\'induismo (la religione più antica e complessa) risalgono a circa 6000 anni a.C..Caso anche questo.Come caso è che in Egitto si siano ritrovati testi induisti,zona notoriamente abitata da semiti prima dell\'esodo.Vuoi saper un\'altro aneddoto? Gli angeli sono di origine Babilonese,i nomi sono di origine babilonese,e pensa un pò,anche qui risiedevano ebrei prima del ritorno in Palestina.Scomodiamo anche i manoscritti di Qumran questa volta...Mai sentito parlare di Esseni?Siccome poi qualcuno dice che sonostronzate ti metto ciò che è scritto su wikipedia:\"Secondo Giuseppe, avevano usanze e osservanze come la proprietà collettiva (Guerra 2.122; Ant. 18.20), eleggevano un capo che attendesse agli interessi di tutti e i cui ordini venivano obbediti (Guerra 2.123, 134), gli era vietato prestare giuramento (Guerra 2.135) e sacrificare animali (Filone, §75), controllavano la loro collera e fungevano da canali di pace (Guerra 2.135), portavano armi solo per protezione contro i rapinatori (Guerra 2.125), e non avevano schiavi, ma si servivano a vicenda (Ant. 18.21) e, come conseguenza della proprietà comune, non erano dediti ai commerci (Guerra 2.127). Sia Giuseppe che Filone hanno lunghi resoconti dei loro incontri comunitari, pranzi e celebrazioni religiose. Da quanto si è dedotto, il cibo degli Esseni non poteva essere alterato (con la cottura ad esempio); e potrebbero essere stati strettamente vegetariani, mangiando principalmente pane, radici selvatiche e frutta. Dopo un totale di tre anni di prova (Guerra 2.137-138), i membri appena unitisi prestavano un giuramento che comprendeva l\'impegno a praticare la pietà verso la divinità e l\'aderenza a principi morali verso l\'umanità, per mantenere uno stile di vita puro, di astenersi da attività criminose e immorali, di trasmettere intatte le loro leggi e di preservare il libro degli Esseni e il nome degli Angeli (Guerra 2.139-142). La loro teologia includeva il credo nell\'immortalità dell\'anima e il fatto che avrebbero ricevuto indietro le loro anime dopo la morte (Guerra 2.153-158, Ant. 18.18)\".Molto simile al messaggio di Cristo,o sono io che ho allucinazioni visive quando leggo?Unica differenza,non ritenevano necessario diffondere il loro credo,al contrario di Gesù.Mi sto scavando sempre di più la fossa vicino a Lucifero che mangia Giuda,Caino e Cassio?

Nonostante ...nonostante io sia ateo...credo che avvallare le tue affermazioni sarebbe un torto alla storia, seppure una storia non condivisa...

il torto non sarebbe solo alla storia ma pure alla grammatica :laugh:gaudio ha espresso, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, la seguente opinione:

Morfeo ha espresso, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, la seguente opinione:

se vuoi ne metto altri,ne ho a bizzeffe,anche su testi indiani.La Bibbia poi non è altro che raccolte di testi (dal greco,e voglio sapere dove un certo Giovanni,che non sapeva scrivere in aramaico,abbia tirato fuori un coltissimo greco ionico) decisi dall\'Ecumene (chiamala Chiesa).Alcuni testi apocrifi più vecchi (in aramaico) sono stati scartati perchè scomodi.Dimenticavo,non c\'è niente di rivoluzionario in ciò che disse Gesù,essendo un ebreo osservante.Forse conobbe alcune sette ascetiche di cultura zoroastriana (provenienti dall\'Iran) e in alcuni passi si vede questa influenza.Azz,ho detto un\'altra eresia,mi sa che perirò nelle fiamme dell\'inferno.Gaudio,non ho travisato cosa abbia detto Framaulo,ho solo usato la sua stessa frase...alcune cose possono essere interpretate in modi diversi (come la cosa di cui stiamo parlando).Non dico cose a caso di solito...No,non sono buddista (anche perchè non è una religione,anche se penso che sia davvero l\'unica filosofia che predichi pace ed uguaglianza,non mortificando ne corpo ne spirito).Nutro interesse per ciò che è scritto nei testi sacri (che sia Bibbia,Corano,Talmud,Veda,ecc ecc) in quanto espressione di una bellissima componente umana,la spiritualità.Ma non digerisco il dogmatismo,l\'oscurantismo e la mancanza di libertà intellettuale.Considerami aconfessionale,non sono ne agnostico ne ateo.Siamo nati liberi e liberamente moriremo.L\'uomo è fatto per conoscere,per essere continuamente in evoluzione e per capire ciò che ci circonda.ultima cosa,il Dalai Lama disse \"se la scienza spiegherà cose che il buddhismo non ha capito,allora dovrà cambiare il buddhismo\" e questa te la spiega lunga su cosa significhi tolleranza.Non voglio un Dio vendicativo,non voglio un Dio che in suo nome mi dica come comportarmi,non voglio macchie sulla mia coscienza per colpe non commesse,perchè io non faccio parte di quel sistema. Sarà la mia logica ed il mio buon senso a dire cosa sia retto o meno nell\'esistenza.e se non riceverò in compenso un paradiso,ma sparirò vaporizzato in atomi,poco importa.la vita è qui.

... penso proprio che me ne starò fuori per un po\' da questo forum... chissenefrega penserete voi... infatti...chissenefrega

Gaudio, ti prego, torna, così tornerò anche io a leggere qualcosa di intelligente si questo topic!:unsure:

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